Lavoro: il ragioniere va in pensione, ora arrivano i cuochi
Sempre meno ragionieri e impiegati, sempre più persone dietro ai fornelli. Cambia così lo scenario del mondo del lavoro in Italia. Complice una società che cambia, le mode del momento, e possibilità occupazionali che variano sempre di più. Lo rivela uno studio di Coldiretti che ha preso in considerazione l'orientamento scolastico dei nostri ragazzi analizzando i dati messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Nell’anno 2014/2015 gli istituti di e...
Sempre meno ragionieri e impiegati, sempre più persone dietro ai fornelli. Cambia così lo scenario del mondo del lavoro in Italia. Complice una società che cambia, le mode del momento, e possibilità occupazionali che variano sempre di più. Lo rivela uno studio di Coldiretti che ha preso in considerazione l'orientamento scolastico dei nostri ragazzi analizzando i dati messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Nell’anno 2014/2015 gli istituti di enogastronomia e ospitalità alberghiera hanno registrato per la prima volta un sorpasso delle iscrizioni rispetto alle scuole di amministrazione, finanza e marketing.
Un calo del 4%, quello registrato dalle scuole di amministrazione, finanza e marketing, contro un incremento del 5% degli istituti di enogastronomia, che conferma una vera e propria inversione di tendenza nella scelta del percorso formativo e professionale da parte dei giovani italiani. Più in generale, invece, oltre la metà degli iscritti al primo anno ha scelto il liceo, il 30,8% gli istituti tecnici ed il restante 19,1% gli istituti professionali. “Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale - afferma
Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti - con i giovani che hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per l’Italia che per crescere deve tornare a fare l’Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”. Questa tendenza è stata inoltre recentemente evidenziata in un altro sondaggio Coldiretti/Ixé, secondo cui il 54% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale o in banca. Il settore agroalimentare infatti sembrerebbe più facilmente in grado di accogliere l’esigenza di creatività e libertà di espressione rispetto a un contesto come quello di una multinazionale o un istituto finanziario. Lo dimostra, secondo Coldiretti, anche il boom delle pubblicazioni e delle trasmissioni televisive dedicate alla cucina, ma anche delle community dedicate al cibo e all’alimentazione, che di giorno in giorno crescono in maniera esponenziale, registrando nuove iscrizioni e utenti sempre più attivi.
Un calo del 4%, quello registrato dalle scuole di amministrazione, finanza e marketing, contro un incremento del 5% degli istituti di enogastronomia, che conferma una vera e propria inversione di tendenza nella scelta del percorso formativo e professionale da parte dei giovani italiani. Più in generale, invece, oltre la metà degli iscritti al primo anno ha scelto il liceo, il 30,8% gli istituti tecnici ed il restante 19,1% gli istituti professionali. “Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale - afferma
Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti - con i giovani che hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per l’Italia che per crescere deve tornare a fare l’Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”. Questa tendenza è stata inoltre recentemente evidenziata in un altro sondaggio Coldiretti/Ixé, secondo cui il 54% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale o in banca. Il settore agroalimentare infatti sembrerebbe più facilmente in grado di accogliere l’esigenza di creatività e libertà di espressione rispetto a un contesto come quello di una multinazionale o un istituto finanziario. Lo dimostra, secondo Coldiretti, anche il boom delle pubblicazioni e delle trasmissioni televisive dedicate alla cucina, ma anche delle community dedicate al cibo e all’alimentazione, che di giorno in giorno crescono in maniera esponenziale, registrando nuove iscrizioni e utenti sempre più attivi.