Avis MB: "E' stato un anno difficile, speriamo di poter lavorare con tranquillità"
E’ quasi un ritorno a casa. La 7° assemblea annuale di Avis Provinciale Monza e Brianza, nomade per vocazione, per quest’anno torna là da dove era necessariamente partita, da Monza, città capoluogo amministrativo e capitale morale dei donatori, in forza dei suoi 80 anni di attività. Proprio l’anniversario delle 8 decadi di attività avisina monzese ha riportato l’assemblea provinciale in città, in programma sabato 28 marzo al cinema teatro Villoresi. Martedì mattina, invece, presso l...
E’ quasi un ritorno a casa. La 7° assemblea annuale di Avis Provinciale Monza e Brianza, nomade per vocazione, per quest’anno torna là da dove era necessariamente partita, da Monza, città capoluogo amministrativo e capitale morale dei donatori, in forza dei suoi 80 anni di attività. Proprio l’anniversario delle 8 decadi di attività avisina monzese ha riportato l’assemblea provinciale in città, in programma sabato 28 marzo al cinema teatro Villoresi. Martedì mattina, invece, presso la Casa del Volontariato a Monza, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del bilancio di raccolta sangue e di donatori del territorio brianzolo per l’anno 2014. Prima dell’intervento del presidente di Avis Mb
Roberto Saini, c’è stato il saluto dei padroni di casa dell’Avis di Monza, rappresentati dalla presidente
Andreina Fumagalli. Subito un chiarimento in merito all’età di Avis Monza che solamente 5 anni fa ha festeggiato i 70 anni di attività. “Fino a qualche anno fa avevamo documenti che attestavano che il primo gruppo di donatori si era formato a Monza nel 1940 – ha spiegato – In seguito alla richiesta da parte di Avis nazionale dei nostri atti costituitivi, è stato ritrovato un verbale di assemblea e un documento del prefetto che attesta un’attività di donatori di sangue volontari fin dal 1935. Abbiamo quindi deciso di ritenere la data di fondazione il 1935. Avis è un’associazione e se diventa più vecchia ha una storia, è come il vino buono. Come Avis Monza vogliamo riconquistare un rapporto con la città con eventi, manifestazioni, lavorando al fianco di altre associazioni. Vogliamo anche abbellire la nostra sede per renderla più visibile, aspettiamo il permesso del Comune”. Per celebrare l’evento sarebbe stato bello presentare un bilancio di sangue raccolto e donatori in attivo, ma come già accaduto per il 2013, anche l’anno scorso la Brianza che dona ha patito qualche difficoltà. Primo tra tutti, il dato negativo riguarda il numero dei soci totali che ora sono 24.469 (456 in meno rispetto ai dodici mesi precedenti). Resta sempre netta la prevalenza di uomini (15.839 ovvero il 65%) rispetto alle donne (8.041, pari al 35%). Diminuiti, purtroppo, soprattutto i soci donatori attivi: ora 23.880 con una diminuzione di 404 unità. Di conseguenza si registra un calo anche nelle donazioni: al 31 dicembre 2014 sono state 45.261, corrispondono a 1.003 in meno rispetto all’anno precedente. Pur con questi segni “meno” va comunque sottolineato come, per numero di donazioni, il piccolo territorio della Brianza raccolga comunque più di quanto facciano alcune regioni italiane come Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, le province autonome di Bolzano e Trento, la Valle d’Aosta (cfr. dati 2013). Confortano poi due segni negativi che sono invece da leggere all’opposto, come positivi. Sono infatti diminuiti: - il numero dei donatori non più attivi (92 in meno rispetto al dato 2013) - il numero dei donatori che non hanno donato negli ultimi dodici mesi (54 in meno) Un piccolo argine alla “emorragia” patita nel 2013. Resta il fatto che la diminuzione del numero di donatori ha portato, inevitabilmente, alla diminuzione anche della raccolta di sangue. Sono vari i motivi e le cause che hanno prodotto questo passivo in bilancio:
- Chiusura parziale o totale dei centri di raccolta Il 2014 è stato dedicato all’ottenimento dei “requisiti minimi” previsti dalla legge per l’autorizzazione e l’accreditamento alla raccolta di sangue (DPR 14.1.1997; Legge n. 219/2005; D.Lgs. n. 261/2007). Questo impegno ha fatto sì che alcuni centri di raccolta siano restati inattivi per un certo periodo per lavori di manutenzione, mentre altri sono stati inesorabilmente chiusi. Il risultato finale è stata una sensibile diminuzione nella raccolta associativa (-711) e un bilancio negativo anche per quella degli ospedali (-292). “I requisiti sono molto restrittivi ma va bene così - ha spiegato il presidente Saini -. Lo scopo è la qualità del sangue. Noi abbiamo fatto un grande sforzo a livello provinciale, abbiamo dedicato le nostre attenzioni degli ultimi 2 anni perché il malato deve essere sicuro del sangue che riceve”. Nel dettaglio:
• OSPEDALE DI VIMERCATE - Sensibile incremento di n. 258 donazioni contro un vistoso calo del 2013 (- 313)
• OSPEDALE DI DESIO - Aumento della raccolta (+82) nonostante i problemi per il passaggio al nuovo sistema informatico gestione esami voluto dalla Regione Lombardia
• OSPEDALE DI GIUSSANO - chiusura del Centro di raccolta sangue a metà novembre per mancanza dei requisiti strutturali - riduzione dell’attività per il trasferimento a Carate Brianza - modesto calo di donazioni (- 53)
• OSPEDALE DI CARATE BRIANZA - ristrutturazione per mancanza di requisiti strutturali. Chiusura per lavori da inizio luglio a fine novembre - modesto calo di donazioni (- 67)
• CENTRO AVIS «VITTORIO FORMENTANO» DI LIMBIATE - Aumento del numero delle donazioni: + 168
• GIUSSANO - raccolta 2014 effettuata con unità mobile che consentiva un massimo 30 donazioni per seduta - perdita di n. 149 donazioni
• SEVESO: (articolazione chiusa a dicembre 2013) - perdita di n. 339 donazioni; per contro n. 171 donazioni in più effettuate al Centro Formentano
• BARLASSINA e LAZZATE - le raccolte si effettueranno nel 2015 presso l’articolazione dell’Avis di Lentate sul Seveso - Calo nella raccolta di poche decine di donazioni
• BERNAREGGIO - già dallo scorso ottobre le Avis che inviavano i propri donatori all’ex articolazione afferiscono al nuovo Centro Avis di Busnago presso il Centro Commerciale «Il Globo». In questa nuova struttura l’obiettivo è quello di passare dalle 1.500 sacche degli scorsi anni alle potenziali n. 3.000 tenendo conto che afferiranno anche i donatori delle Avis limitrofe della Provincia di Milano. - Calo nella raccolta di poche decine di donazioni Discorso a parte:
• BESANA BRIANZA: - perdita di n. 208 donazioni anche a causa delle difficoltà dei donatori ad ottenere permessi nella giornata di donazione (raccolta associativa solo di martedì)
- Crisi economica e lavorativa I nuovi contratti precari e le minori tutele dei lavoratori fanno sì che i donatori trovino maggiori difficoltà a richiedere il permesso di assentarsi dal posto di lavoro. La situazione è bene esemplificata dai nostri centri di raccolta di Limbiate e Besana: il primo, attivo anche nei week end, ha chiuso con un bilancio positivo; il secondo, operativo solo il martedì, ha chiuso l’anno con un segno meno. “A tutto ciò si aggiunge un’impressione, condivisa con tutto il Consiglio provinciale - ha detto il presidente Saini - e cioè che la crisi economica intacchi anche la spinta emotiva del volontariato. Di fronte alle difficoltà lavorative quotidiane, trovare il tempo e la voglia di compiere un gesto gratuito per gli altri è più difficile. E’ come a Natale, lì siamo tutti più buoni. Ma oggi, come fai a dire a una persona senza lavoro di venire a lavorare gratis per noi?”
- Maggiore rigidità nell’applicazione dei criteri per la sospensione dei donatori Viaggi all’estero in zone malariche, piercing, tatuaggi: mode e pratiche che portano alla sospensione di alcuni mesi.
- West Nile Virus (WNV), virus trasmesso dalla cosi detta zanzara tigre Sono in continuo aumento le zone estere e italiane in cui si riscontra la presenza di questo virus trasmesso dalla “zanzara tigre”. Ciò comporta una sospensione temporanea preventiva di 28 giorni, dalla data del rientro, per tutti i donatori di sangue ed emocomponenti che hanno soggiornato anche solo per una notte nei luoghi dove è stata registrata la presenza dell’insetto. Nel 2014, per la prima volta, anche la nostra provincia è stata “toccata” da questa zanzara possibile portatrice del virus.
- Riduzione delle richieste da parte Ospedali per diminuzione dell’uso del sangue nei vari interventi chirurgici (buon uso del sangue) Questo è dovuto al fatto che si utilizza sempre più spesso la tecnica dell’emorecupero, che può essere praticato durante o dopo l’intervento chirurgico, specialmente in Ortopedia.
Roberto Saini, c’è stato il saluto dei padroni di casa dell’Avis di Monza, rappresentati dalla presidente
Andreina Fumagalli. Subito un chiarimento in merito all’età di Avis Monza che solamente 5 anni fa ha festeggiato i 70 anni di attività. “Fino a qualche anno fa avevamo documenti che attestavano che il primo gruppo di donatori si era formato a Monza nel 1940 – ha spiegato – In seguito alla richiesta da parte di Avis nazionale dei nostri atti costituitivi, è stato ritrovato un verbale di assemblea e un documento del prefetto che attesta un’attività di donatori di sangue volontari fin dal 1935. Abbiamo quindi deciso di ritenere la data di fondazione il 1935. Avis è un’associazione e se diventa più vecchia ha una storia, è come il vino buono. Come Avis Monza vogliamo riconquistare un rapporto con la città con eventi, manifestazioni, lavorando al fianco di altre associazioni. Vogliamo anche abbellire la nostra sede per renderla più visibile, aspettiamo il permesso del Comune”. Per celebrare l’evento sarebbe stato bello presentare un bilancio di sangue raccolto e donatori in attivo, ma come già accaduto per il 2013, anche l’anno scorso la Brianza che dona ha patito qualche difficoltà. Primo tra tutti, il dato negativo riguarda il numero dei soci totali che ora sono 24.469 (456 in meno rispetto ai dodici mesi precedenti). Resta sempre netta la prevalenza di uomini (15.839 ovvero il 65%) rispetto alle donne (8.041, pari al 35%). Diminuiti, purtroppo, soprattutto i soci donatori attivi: ora 23.880 con una diminuzione di 404 unità. Di conseguenza si registra un calo anche nelle donazioni: al 31 dicembre 2014 sono state 45.261, corrispondono a 1.003 in meno rispetto all’anno precedente. Pur con questi segni “meno” va comunque sottolineato come, per numero di donazioni, il piccolo territorio della Brianza raccolga comunque più di quanto facciano alcune regioni italiane come Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, le province autonome di Bolzano e Trento, la Valle d’Aosta (cfr. dati 2013). Confortano poi due segni negativi che sono invece da leggere all’opposto, come positivi. Sono infatti diminuiti: - il numero dei donatori non più attivi (92 in meno rispetto al dato 2013) - il numero dei donatori che non hanno donato negli ultimi dodici mesi (54 in meno) Un piccolo argine alla “emorragia” patita nel 2013. Resta il fatto che la diminuzione del numero di donatori ha portato, inevitabilmente, alla diminuzione anche della raccolta di sangue. Sono vari i motivi e le cause che hanno prodotto questo passivo in bilancio:
- Chiusura parziale o totale dei centri di raccolta Il 2014 è stato dedicato all’ottenimento dei “requisiti minimi” previsti dalla legge per l’autorizzazione e l’accreditamento alla raccolta di sangue (DPR 14.1.1997; Legge n. 219/2005; D.Lgs. n. 261/2007). Questo impegno ha fatto sì che alcuni centri di raccolta siano restati inattivi per un certo periodo per lavori di manutenzione, mentre altri sono stati inesorabilmente chiusi. Il risultato finale è stata una sensibile diminuzione nella raccolta associativa (-711) e un bilancio negativo anche per quella degli ospedali (-292). “I requisiti sono molto restrittivi ma va bene così - ha spiegato il presidente Saini -. Lo scopo è la qualità del sangue. Noi abbiamo fatto un grande sforzo a livello provinciale, abbiamo dedicato le nostre attenzioni degli ultimi 2 anni perché il malato deve essere sicuro del sangue che riceve”. Nel dettaglio:
• OSPEDALE DI VIMERCATE - Sensibile incremento di n. 258 donazioni contro un vistoso calo del 2013 (- 313)
• OSPEDALE DI DESIO - Aumento della raccolta (+82) nonostante i problemi per il passaggio al nuovo sistema informatico gestione esami voluto dalla Regione Lombardia
• OSPEDALE DI GIUSSANO - chiusura del Centro di raccolta sangue a metà novembre per mancanza dei requisiti strutturali - riduzione dell’attività per il trasferimento a Carate Brianza - modesto calo di donazioni (- 53)
• OSPEDALE DI CARATE BRIANZA - ristrutturazione per mancanza di requisiti strutturali. Chiusura per lavori da inizio luglio a fine novembre - modesto calo di donazioni (- 67)
• CENTRO AVIS «VITTORIO FORMENTANO» DI LIMBIATE - Aumento del numero delle donazioni: + 168
• GIUSSANO - raccolta 2014 effettuata con unità mobile che consentiva un massimo 30 donazioni per seduta - perdita di n. 149 donazioni
• SEVESO: (articolazione chiusa a dicembre 2013) - perdita di n. 339 donazioni; per contro n. 171 donazioni in più effettuate al Centro Formentano
• BARLASSINA e LAZZATE - le raccolte si effettueranno nel 2015 presso l’articolazione dell’Avis di Lentate sul Seveso - Calo nella raccolta di poche decine di donazioni
• BERNAREGGIO - già dallo scorso ottobre le Avis che inviavano i propri donatori all’ex articolazione afferiscono al nuovo Centro Avis di Busnago presso il Centro Commerciale «Il Globo». In questa nuova struttura l’obiettivo è quello di passare dalle 1.500 sacche degli scorsi anni alle potenziali n. 3.000 tenendo conto che afferiranno anche i donatori delle Avis limitrofe della Provincia di Milano. - Calo nella raccolta di poche decine di donazioni Discorso a parte:
• BESANA BRIANZA: - perdita di n. 208 donazioni anche a causa delle difficoltà dei donatori ad ottenere permessi nella giornata di donazione (raccolta associativa solo di martedì)
- Crisi economica e lavorativa I nuovi contratti precari e le minori tutele dei lavoratori fanno sì che i donatori trovino maggiori difficoltà a richiedere il permesso di assentarsi dal posto di lavoro. La situazione è bene esemplificata dai nostri centri di raccolta di Limbiate e Besana: il primo, attivo anche nei week end, ha chiuso con un bilancio positivo; il secondo, operativo solo il martedì, ha chiuso l’anno con un segno meno. “A tutto ciò si aggiunge un’impressione, condivisa con tutto il Consiglio provinciale - ha detto il presidente Saini - e cioè che la crisi economica intacchi anche la spinta emotiva del volontariato. Di fronte alle difficoltà lavorative quotidiane, trovare il tempo e la voglia di compiere un gesto gratuito per gli altri è più difficile. E’ come a Natale, lì siamo tutti più buoni. Ma oggi, come fai a dire a una persona senza lavoro di venire a lavorare gratis per noi?”
- Maggiore rigidità nell’applicazione dei criteri per la sospensione dei donatori Viaggi all’estero in zone malariche, piercing, tatuaggi: mode e pratiche che portano alla sospensione di alcuni mesi.
- West Nile Virus (WNV), virus trasmesso dalla cosi detta zanzara tigre Sono in continuo aumento le zone estere e italiane in cui si riscontra la presenza di questo virus trasmesso dalla “zanzara tigre”. Ciò comporta una sospensione temporanea preventiva di 28 giorni, dalla data del rientro, per tutti i donatori di sangue ed emocomponenti che hanno soggiornato anche solo per una notte nei luoghi dove è stata registrata la presenza dell’insetto. Nel 2014, per la prima volta, anche la nostra provincia è stata “toccata” da questa zanzara possibile portatrice del virus.
- Riduzione delle richieste da parte Ospedali per diminuzione dell’uso del sangue nei vari interventi chirurgici (buon uso del sangue) Questo è dovuto al fatto che si utilizza sempre più spesso la tecnica dell’emorecupero, che può essere praticato durante o dopo l’intervento chirurgico, specialmente in Ortopedia.