Il Giro e la Brianza, storia intrecciata
Il Giro inquadrato da Fabrizio Delmati, fotografo internazionale, una vita vissuta nella corsa Rosa. Una carrellata di ciclismo e protagonisti Brianzoli, ad indicare un legame profondo fra sport e territorio che dura da un secolo.
Frammenti. Volti. Paesaggi. Angoli. Sensazioni. Ricordi.
E' l’amore di Fabrizio Delmati che diventa fotografia d’arte, a dipingere uno sport mai tramontato.
Amore che si chiama Giro, sensazione che nonostante il fango degli ultimi anni è ancora capace di far vivere strade che giacciono assonnate per i restanti giorni dell'anno.
Il Giro è una città intera che non dorme, si chiude a tarda notte e riapre all’alba.
Operai, tecnici, operatori, uomini dell’informazione e della pubblicità, motociclisti, autisti, miss, meccanici, ruoli di una leggenda che attraversa il millennio.
Simbolica di questo intreccio è una foto del Giro 2001 (e l'autore, Fabrizio, così schivo, non ce ne voglia se lo citiamo).
Rappresenta due Brianzoli, Delmati e Bugno, intenti a leggere la macchina fotografica. Questa immagine è simbolo dell'abbraccio fra un campione e un ruolo di quelli che non stanno in tv o a prendere applausi, ma sono altrettanto costruttori dell’immaginario del Giro, sostanza necessaria per una storia eterna.
E poi, dopo Fabrizio e Gianni Bugno, per continuare a dire Brianza nella carrellata guardiamo in ordine sparso Magni, Allocchio o Molinari, Colnago, De Rosa, volti nati o adottati nelle nostre terre, che in vita hanno avuto ruoli diversi e hanno fatto, e fanno, un secolo di corsa rosa.
Dal nostro caleidoscopio tanti mancano, ma è impossibile rappresentare completamente il rapporto fra Brianza e ciclismo.
Un rapporto che continua ad esserci, basta pensare all'ultima tappa di quest'anno che ha scelto Monza per partire, e un rapporto che va raccontato.
Perchè il Giro è ancora virtù, agonistica, storica e economica che dura oltre le tre settimane e la Brianza ne ha bisogno. E un po', anche, magari se la merita.
cc
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