Andrea Monti: "Follia, profughi a rischio sanitario nello stesso edificio dell'Avis"
Aveva aspramente criticato nei giorni scorsi la scelta di
Gigi Ponti, presidente della Provincia di Monza e Brianza, di concedere gratuitamente la sede di Mombello per dare alloggio a un numero imprecisato di richiedenti protezione politica che varia di volta in volta tra i 30 e i 50.
Andrea Monti, capogruppo della Lega Nord in Consiglio provinciale, ora fa presente un problema di tipo sanitario: i cosiddetti 'profughi', in diversi casi portatori di malatti...
Aveva aspramente criticato nei giorni scorsi la scelta di
Gigi Ponti, presidente della Provincia di Monza e Brianza, di concedere gratuitamente la sede di Mombello per dare alloggio a un numero imprecisato di richiedenti protezione politica che varia di volta in volta tra i 30 e i 50.
Andrea Monti, capogruppo della Lega Nord in Consiglio provinciale, ora fa presente un problema di tipo sanitario: i cosiddetti 'profughi', in diversi casi portatori di malattie, troveranno casa proprio di fianco al centro di raccolta sangue dell'Avis. "La polemica - osserva Monti - purtroppo non può limitarsi alla cattiva gestione di un fenomeno. Non basta neanche dire che perfino i sindaci del Pd erano disposti a concedere spazi per allestire un hub di smistamento. E, ancora, non è sufficiente dire che se i sindaci non volevano il centro pazienza, ci ha pensato direttamente la Provincia, mettendo a disposizione addirittura i propri uffici di Limbiate, nuovissimi, realizzati solo qualche anno fa. Quando si dice una gestione oculata delle risorse dei contribuenti. Ma adesso la situazione si fa seria, e una decisione presa sull’onda del solito buonismo un tanto al chilo e della solita solidarietà a pagamento, rischia di trasformarsi in un vero e proprio pericolo per tutti i cittadini brianzoli e non solo. Il problema è che il nuovo centro profughi condividerà lo stesso edificio (al piano superiore) con il grande centro di raccolta sangue dell’Avis". Il capogruppo leghista del Consiglio provinciale è ancora più esplicito: "Da lì nei prossimi mesi transiterà qualche centinaio di immigrati clandestini giunti senza nessun controllo dal Nord Africa, e proprio nello stesso edificio dove è attivo da anni uno dei più grandi centri di raccolta sangue dell’Avis, fiore all’occhiello della Provincia di Milano e di Monza e Brianza. Nello stesso stabile ci sono tutte le stanze in cui centinaia di donatori, settimanalmente, arrivano per donare il loro sangue. Le prescrizioni richieste dall’Asl in questi casi sono naturalmente molto elevate, tanto che alcuni piccoli centri di raccolta ultimamente sono stati costretti alla chiusura. Pensate che ad alcuni di questi centri, per esempio, una delle criticità contestate è stata la promiscuità dei locali di raccolta con l’attività associativa degli iscritti dell’Avis! E la Provincia adesso pensa di aprire in promiscuità di edificio addirittura un centro profughi? Ma stiamo scherzando? Intendiamoci, è normale che i livelli di sicurezza igienico sanitari richiesti ad una struttura in cui si raccoglie del sangue siano elevati. Ci si domanda invece come sia possibile che a pochi metri, nella stessa aerea, si facciano alloggiare persone che proprio in quel luogo saranno sottoposte a controlli e a screening sanitari. Una follia! Com’è possibile che a pochi metri da dove si raccoglie sangue si facciano dormire e transitare persone potenzialmente affette da infezioni contagiose, come per esempio la scabbia, molto comuni e frequenti in persone vissute per mesi in condizioni così critiche? E soprattutto com’è pensabile mettere in contatto i donatori con persone provenienti da Paesi considerati a rischio per gli stessi standard del donatore?". Monti evidenzia che a chi ha compiuto un viaggio in paesi dell’Africa o del Medio Oriente per 6 mesi è preclusa la possibilità di donare. "Cosa grave è che non mi risulta che la Provincia abbia condiviso con i responsabili dell’Avis la scelta di installargli sopra la testa un centro profughi, anzi fino a qualche giorno fa si ventilava nei corridoi la possibilità che quegli stessi spazi fossero messi a disposizione proprio per l’Avis e per il trasloco del magazzino bibliotecario. Evidentemente la Provincia ha altre priorità. Sistemare gli immigrati".
Gigi Ponti, presidente della Provincia di Monza e Brianza, di concedere gratuitamente la sede di Mombello per dare alloggio a un numero imprecisato di richiedenti protezione politica che varia di volta in volta tra i 30 e i 50.
Andrea Monti, capogruppo della Lega Nord in Consiglio provinciale, ora fa presente un problema di tipo sanitario: i cosiddetti 'profughi', in diversi casi portatori di malattie, troveranno casa proprio di fianco al centro di raccolta sangue dell'Avis. "La polemica - osserva Monti - purtroppo non può limitarsi alla cattiva gestione di un fenomeno. Non basta neanche dire che perfino i sindaci del Pd erano disposti a concedere spazi per allestire un hub di smistamento. E, ancora, non è sufficiente dire che se i sindaci non volevano il centro pazienza, ci ha pensato direttamente la Provincia, mettendo a disposizione addirittura i propri uffici di Limbiate, nuovissimi, realizzati solo qualche anno fa. Quando si dice una gestione oculata delle risorse dei contribuenti. Ma adesso la situazione si fa seria, e una decisione presa sull’onda del solito buonismo un tanto al chilo e della solita solidarietà a pagamento, rischia di trasformarsi in un vero e proprio pericolo per tutti i cittadini brianzoli e non solo. Il problema è che il nuovo centro profughi condividerà lo stesso edificio (al piano superiore) con il grande centro di raccolta sangue dell’Avis". Il capogruppo leghista del Consiglio provinciale è ancora più esplicito: "Da lì nei prossimi mesi transiterà qualche centinaio di immigrati clandestini giunti senza nessun controllo dal Nord Africa, e proprio nello stesso edificio dove è attivo da anni uno dei più grandi centri di raccolta sangue dell’Avis, fiore all’occhiello della Provincia di Milano e di Monza e Brianza. Nello stesso stabile ci sono tutte le stanze in cui centinaia di donatori, settimanalmente, arrivano per donare il loro sangue. Le prescrizioni richieste dall’Asl in questi casi sono naturalmente molto elevate, tanto che alcuni piccoli centri di raccolta ultimamente sono stati costretti alla chiusura. Pensate che ad alcuni di questi centri, per esempio, una delle criticità contestate è stata la promiscuità dei locali di raccolta con l’attività associativa degli iscritti dell’Avis! E la Provincia adesso pensa di aprire in promiscuità di edificio addirittura un centro profughi? Ma stiamo scherzando? Intendiamoci, è normale che i livelli di sicurezza igienico sanitari richiesti ad una struttura in cui si raccoglie del sangue siano elevati. Ci si domanda invece come sia possibile che a pochi metri, nella stessa aerea, si facciano alloggiare persone che proprio in quel luogo saranno sottoposte a controlli e a screening sanitari. Una follia! Com’è possibile che a pochi metri da dove si raccoglie sangue si facciano dormire e transitare persone potenzialmente affette da infezioni contagiose, come per esempio la scabbia, molto comuni e frequenti in persone vissute per mesi in condizioni così critiche? E soprattutto com’è pensabile mettere in contatto i donatori con persone provenienti da Paesi considerati a rischio per gli stessi standard del donatore?". Monti evidenzia che a chi ha compiuto un viaggio in paesi dell’Africa o del Medio Oriente per 6 mesi è preclusa la possibilità di donare. "Cosa grave è che non mi risulta che la Provincia abbia condiviso con i responsabili dell’Avis la scelta di installargli sopra la testa un centro profughi, anzi fino a qualche giorno fa si ventilava nei corridoi la possibilità che quegli stessi spazi fossero messi a disposizione proprio per l’Avis e per il trasloco del magazzino bibliotecario. Evidentemente la Provincia ha altre priorità. Sistemare gli immigrati".