Anno nuovo, ma per conoscere il futuro niente sondaggi: per l'Università della Bicocca non sono credibili

Inizia un nuovo anno e. già da qualche giorno, molti ci stanno raccontando come sarà. Chi in base alla sfera di cristallo, chi fidandosi dello zodiaco e chi, ancora, considerando i sondaggi. Ma questi ultimi, almeno quelli telefonici, non sono attendibili. Lo rivela una ricerca dell'Università di Milano Bicocca che ha analizzato il fenomeno.

Chissà quante volte leggendo o ascoltando i risultati di un sondaggio vi siete chiesti “Ma chi hanno intervistato?”. Per visioni, opinioni o semplicemente ritratti di vita e di abitudini bel lontane della vostre. Vi sembrerà strano ma i vostri dubbi sono scientificamente fondati proprio come ha dimostrato una ricerca condotta dal Dipartimento di Sociologia dell’Università Milano Bicocca che ha messo in luce i risutati poco predittivi dei sondaggi di opinione condotti in Italia ottenendo anche una pubblicazione sull’International Journal of Public Opinion Research. 

I sondaggi non ci azzeccano semplicemente perché condotti con modalità che escludono una fetta importante di popolazione limitandosi su campioni estratti dagli elenchi telefonici: oggi non tutti gli italiani sono dotati di linea telefonica fissa e molti poi, pur avendola, decidono di non apparire sugli elenchi telefonici. In questo modo una fetta importante di possibili intervistati viene esclusa e i risultati che le indagini ci forniscono sono ben lontani dalla realtà. Infatti i soggetti che non sono presenti negli elenchi telefonici hanno caratteristiche socio-demografiche ben differenti rispetto ai connazionali che compaiono in elenco. 

Così che bella metà di italiani viene esclusa dalle ricerche. Questo campione fantasma è formato, soprattutto, da maschi, residenti al Sud, con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, una bassa scolarizzazione, molto spesso separati o divorziati che vivono in affitto. Ma i numeri rendono meglio l’idea, facendo percepire la fallacità delle ricerche: rispetto agli abitanti del Centro una persona che vive al Sud ha il 29 per cento di probabilità di essere escluso dagli elenchi, con una percentuale che schizza all’82 per cento se la persona vive in Sicilia o in Sardegna. 

Tra gli obiettivi della ricerca anche la quatificazione del tasso di copertura telefonica, ovvero il calcolo della percentuale degli italiani dagli elenchi che, ancora oggi, risultano nel Belpaese il mezzo principale di intervista nei sondaggi. La ricerca è stata condotta da Emanuela Sala e Roberto Lillini del Dipartimento di Sociologia e di Ricerca Sociale dell’Università Milano Biocca  con l’obiettivo di indagare la qualità dei dati ottenuti attraverso indagini campionarie telefoniche. Facendo emergere che i risultati sono poco credibili poiché escludono una fetta importante e rappresentativa della popolazione con un background socio-economico ben diverso da quello degli intervistati. 

“Ci auguriamo -  commenta Emanuela Sala - che questo nostro lavoro possa contribuire ad aprire un serio dibattito anche in Italia sulla qualità dei dati campionari raccolti con il metodo dell’intervista telefonica e possa condurre allo sviluppo di nuove tecniche campionarie, come ad esempio il dual-frame sampling, tipo di campionamento che si basa su elenchi di telefonia fissa e mobile, o l’Address Based Sampling (ABS) basato su un elenco di indirizzi residenziali. Ricordiamo, a tal proposito, che proprio le indagini Multiscopo dell’Istat si basano su questo tipo di campionamento”. 
 
“Non dimentichiamoci - conclude Sala - che i dati campionari raccolti con questi strumenti sono utilizzati anche dai policy makers; è perciò necessario lavorare insieme agli istituti di ricerca e ai sondaggisti al fine di migliorare la qualità dei dati raccolti”.