Bcc, l'atto della vergogna: sono le banche più sane, il Governo le prende a schiaffi
Ci piace lo slogan della Banca di Credito Cooperativo di Barlassina: "Banca di persone". E, come le altre Bcc che operano sul territorio brianzolo, lo è a tutti gli effetti. Vicina alla gente, sana, seria. Ma siamo in Italia: e il premier Renzi, invece di ringraziare queste realtà, di fatto le "commissaria" con la riforma del credito costringendole a fare riferimento a una Spa con un patrimonio netto di almeno un miliardo di euro.
Sono le banche più vicine alla gente, quelle più solide, quelle che non appartengono ai grandi gruppi che si occupano di speculazioni. Le banche di credito cooperativo, ex casse rurali ed artigiane, ora vengono umiliate dal Governo.
La logica e il buonsenso volevano che alle banche di credito cooperativo arrivasse un sincero ringraziamento, almeno una stretta di mano o una pacca sulla spalla. Ma siamo in Italia e, pertanto, andrà esattamente al contrario: ieri, con 351 voti favorevoli e 180 contrari, alla Camera dei Deputati è stata votata la fiducia al Governo sulla riforma del credito cooperativo. A breve arriverà l'approvazione finale, poi il passaggio al Senato, per la conversione in legge. Tempi stretti, pare entro il 7 aprile.
Sapete qual è la caratteristica delle varie banche di credito cooperativo che operano sul territorio della Brianza? Sono sane. Anche serie, certo: tanto da essere loro a dover aiutare con milioni di euro i grandi istituti di credito nazionali. Quelli che, di volta in volta, beneficiano della vicinanza al partito politico di turno.
Queste, invece, sono le banche della gente. E, forse, a chi governa non piace. Tradotto: d'ora in poi, con la riforma del credito cooperativo, le Bcc dovranno fare riferimento a una società capogruppo che abbia almeno un miliardo di euro di patrimonio. C'è la scappatoia, la cosiddetta "way out", per chi non vuole aderire al gruppo bancario. Ma sono eccezioni, perché si tratta di una Bcc che dev'essere in possesso di un patrimonio netto di almeno 200 milioni di euro e in grado di versare un'imposta straordinaria del 20% su queste stesse riserve. In Italia, probabilmente, sono una decina.
Per il premier Renzi il sistema bancario ne esce rafforzato. Ferdinando Alberti, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera avverte tutti: "Questo decreto non fa altro che trasformare l’intero comparto delle BCC in Spa, dunque controllabili e scalabili dai grandi gruppi bancari che nulla hanno a che fare con i principi mutualistici e cooperativi alla base di questo settore finanziario. Il vero obiettivo della riforma è quello di creare una sola struttura con poteri di controllo e vigilanza su oltre 300 piccole banche del territorio. Un unico soggetto che diventerà, in breve tempo, espressione della classe politica-economica dominante in Italia".
giuseppe grippo :
E una uno scippo alla serietà all'onestà ma la pagarenno | sabato 26 marzo 2016 12:00 Rispondi