Bovisio M.: "Attività di via Bonaparte a rischio chiusura"

Fatturato in calo vertiginoso. In qualche caso, addirittura, si teme il rischio di chiusura: le due settimane di lavori in via Bonaparte hanno messo in ginocchio le attività artigianali e quelle commerciali. L'intento dell'amministrazione comunale è lodevole: riqualificare tutta la tratta dal passaggio a livello fino alla Statale dei Giovi, poi risistemare anche tutta la piazza Bonaparte che oggi è in condizioni dissestate. Eppure i commercianti sono esasperati. Già sorpresi a inizio aprile d...

Fatturato in calo vertiginoso. In qualche caso, addirittura, si teme il rischio di chiusura: le due settimane di lavori in via Bonaparte hanno messo in ginocchio le attività artigianali e quelle commerciali. L'intento dell'amministrazione comunale è lodevole: riqualificare tutta la tratta dal passaggio a livello fino alla Statale dei Giovi, poi risistemare anche tutta la piazza Bonaparte che oggi è in condizioni dissestate. Eppure i commercianti sono esasperati. Già sorpresi a inizio aprile dall'introduzione del divieto di fermata richiesto da Brianza Trasporti, che ha allontanato i clienti che vogliono parcheggiare l'auto davanti al negozio, ora devono fare i conti anche con i lavori pubblici che stanno andando a rilento rispetto alle previsioni perché si è scoperto che le tubazioni del gas andavano sostituite da Gelsia a causa di perdite riscontrate dopo l'apertura del cantiere. "Ormai è due settimane che non lavoriamo - afferma sconsolato  Armando Colombo, titolare del ristorante Grappomagno - perché i clienti pensano addirittura che la strada sia completamente chiusa e non si spingono fin qui. Metterò un cartello all'inizio della via per avvisarli che sono aperto. Di certo è stato sbagliata la scelta del periodo per eseguire i lavori: quello di maggio per un ristorante è uno dei mesi migliori dell'anno". "Va bene sistemare la strada - commenta  Ivan Cavallero, della pasticceria Dolci delizie - ma non credo che finiranno i lavori entro il 25 maggio come ci avevano promesso. Anche le ore di lavoro degli operai sono inferiori a quelle che ci erano state prospettate. Io ci sto rimettendo 800 euro al giorno". Infuriato  Filippo Printelli, della gelateria Tre rose: "Posso dimostrare senza problemi che l'anno scorso in questo periodo facevo 400 euro al giorno, quest'anno sono solo 40. Qualcuno ne risponderà".