Bovisio M., il Comune ai cittadini: "Imparate a difendervi dalle esondazioni"
Contro le esondazioni del Seveso ognuno deve fare la sua parte: il Comune sta cercando di affrontare le situazioni di criticità, i cittadini devono imparare a difendersi e a proteggersi per evitare danni. Questo, in sintesi, quanto è emerso dalla serata organizzata nella scorsa settimana dall'amministrazione comunale sul problema delle alluvioni, coinvolgendo un tecnico di Regione Lombardia.
Contro le esondazioni del Seveso ognuno deve fare la sua parte: il Comune sta cercando di affrontare le situazioni di criticità, i cittadini devono imparare a difendersi e a proteggersi per evitare danni. Questo, in sintesi, quanto è emerso dalla serata organizzata nella scorsa settimana dall'amministrazione comunale sul problema delle alluvioni, coinvolgendo un tecnico di Regione Lombardia. L'incontro è stato preceduto da una premessa del comandante della Polizia locale,
Paolo Borgotti, che ha presentato i dati delle due alluvioni, quella del 7 luglio e quella del 15 novembre. Con un'aggiunta: "Il piano di emergenza comunale è da rivedere. L'acqua è finita anche dove i tecnici non l'avevano prevista". Ma al di là di questo aspetto, l'amministrazione comunale ha puntato l'attenzione durante la serata sul discorso di responsabilità e di partecipazione. Responsabilità che deriva in primo luogo dalla normativa (un regio decreto) che vieta edifici a meno di 10 metri dal Seveso e alberature a meno di 4 metri. Evidenziando che in quelle metrature non sono consentite opere fisse, bisogna avere il benestare della Regione Lombardia. Durante la serata, pertanto, si è cercato di illustrare alla cittadinanza quali sono i metodi di difesa di carattere provvisorio che possono essere adottati dai singoli cittadini, dai condomini, per arginare l'esondazione: dai sacchi di sabbia alle barriere amovibili ("Le quote delle sponde - spiegava il tecnico regionale - non si possono modificare, perché se si alza il muro su un lato del fiume significa farlo uscire dall'altra parte"). Alla fine il sindaco
Giuliano Soldà ha provato a sintetizzare il senso dell'incontro in cinque punti. Innanzitutto ai privati il compito di provvedere alla difesa delle loro abitazioni con opere provvisorie da utilizzare in caso di emergenza. Al Comune il compito di rivedere le criticità. Quattro le situazioni critiche di erosione delle sponde del Seveso che vanno approfondite. Indispensabile, però, realizzare anche pozzi perdenti per le acque piovane ("Evitando che vadano nel fiume, riusciamo a diminuire del 60% la portata del Seveso"), coinvolgere la Protezione civile per situazioni di emergenza, che non sono da considerare soltanto durante l'esondazione ma anche in periodo di tranquillità, intese come opere di prevenzione e 'pulizia' delle sponde da alberature. Resta comunque un punto critico, come ha ammesso lo stesso Soldà: "C'è chi ha avuto allagamenti non per l'esondazione ma per le infiltrazioni dovute all'acqua di falda. Lì, purtroppo, possiamo solo lavorare con le elettropompe".
Paolo Borgotti, che ha presentato i dati delle due alluvioni, quella del 7 luglio e quella del 15 novembre. Con un'aggiunta: "Il piano di emergenza comunale è da rivedere. L'acqua è finita anche dove i tecnici non l'avevano prevista". Ma al di là di questo aspetto, l'amministrazione comunale ha puntato l'attenzione durante la serata sul discorso di responsabilità e di partecipazione. Responsabilità che deriva in primo luogo dalla normativa (un regio decreto) che vieta edifici a meno di 10 metri dal Seveso e alberature a meno di 4 metri. Evidenziando che in quelle metrature non sono consentite opere fisse, bisogna avere il benestare della Regione Lombardia. Durante la serata, pertanto, si è cercato di illustrare alla cittadinanza quali sono i metodi di difesa di carattere provvisorio che possono essere adottati dai singoli cittadini, dai condomini, per arginare l'esondazione: dai sacchi di sabbia alle barriere amovibili ("Le quote delle sponde - spiegava il tecnico regionale - non si possono modificare, perché se si alza il muro su un lato del fiume significa farlo uscire dall'altra parte"). Alla fine il sindaco
Giuliano Soldà ha provato a sintetizzare il senso dell'incontro in cinque punti. Innanzitutto ai privati il compito di provvedere alla difesa delle loro abitazioni con opere provvisorie da utilizzare in caso di emergenza. Al Comune il compito di rivedere le criticità. Quattro le situazioni critiche di erosione delle sponde del Seveso che vanno approfondite. Indispensabile, però, realizzare anche pozzi perdenti per le acque piovane ("Evitando che vadano nel fiume, riusciamo a diminuire del 60% la portata del Seveso"), coinvolgere la Protezione civile per situazioni di emergenza, che non sono da considerare soltanto durante l'esondazione ma anche in periodo di tranquillità, intese come opere di prevenzione e 'pulizia' delle sponde da alberature. Resta comunque un punto critico, come ha ammesso lo stesso Soldà: "C'è chi ha avuto allagamenti non per l'esondazione ma per le infiltrazioni dovute all'acqua di falda. Lì, purtroppo, possiamo solo lavorare con le elettropompe".