Bovisio M.: l'agente parcheggia male per un caffè, il comandante chiede scusa

Un rimprovero fatto in modo bonario da un cittadino che assiste alla scena e che ci invia foto e lettera, il comandante interpellato che chiede scusa a nome di tutta la Polizia locale e racconta di aver già 'strigliato' il responsabile del gesto. Succede tutto nella giornata di mercoledì 28, all'incirca verso le 9 del mattino, in corso Milano. Un cittadino vede un agente che entra in un esercizio pubblico per bere un caffè e, pochi istanti dopo, nota che il collega al volante lascia l'auto in...

Un rimprovero fatto in modo bonario da un cittadino che assiste alla scena e che ci invia foto e lettera, il comandante interpellato che chiede scusa a nome di tutta la Polizia locale e racconta di aver già 'strigliato' il responsabile del gesto. Succede tutto nella giornata di mercoledì 28, all'incirca verso le 9 del mattino, in corso Milano. Un cittadino vede un agente che entra in un esercizio pubblico per bere un caffè e, pochi istanti dopo, nota che il collega al volante lascia l'auto in sosta nell'area riservata al carico e scarico merci per raggiungerlo per quei pochi istanti di pausa. Il cittadino, un po' indignato, scatta la foto con il cellulare e ci invia due righe scritte in modo simpatico. Con una premessa: "Nessuno vieta durante il periodo invernale, per ripararsi dal freddo, di entrare in un negozio e scambiare un saluto con i titolari, entrare in una chiesa di qualsiasi fede per un momento di riflessione, tanto meno entrare in un bar e bersi un buon caffè caldo, e meglio ancora se già all’interno del bar vi è un collega in attesa. E trovo anche del tutto irrilevante quanto tempo possano essere poi rimasti nel bar. E' l'azione che non è giusta". L'azione a cui fa riferimento è l'aver parcheggiato lì la vettura: "Indossare una divisa - scrive il cittadino - non significa che tutto è dovuto. Compreso lasciare l'auto in sosta dove non si può con tanto di cartello ben visibile. Il mio non vuol essere un gesto di accanimento, ma trovo che durante l'attività di servizio possano parcheggiare dov'è più opportuno, ma quando si concedono giustamente un caffè rispettino le regole come facciamo tutti. Di solito chi va nelle scuole a parlare di educazione stradale, deve poi essere un esempio rispettando quanto ha insegnato". Il comandante

Paolo Borgotti, interpellato dopo aver ricevuto la lettera, non cerca scuse: "Il cittadino ha pienamente ragione. Mi scuso io per l'accaduto a nome del collega che ha lasciato l'auto dove non doveva. Anch'io quella mattina, rientrando al comando dopo un sopralluogo sul territorio, ho notato l'auto dei miei uomini: quando anche loro sono arrivati in sede ho provveduto a richiamarli affinché non si ripetano gesti simili".