Cesano M.: 36 lapidi ai raggi "X"

Le scultura ai raggi “X”. Per procedere al restauro delle 36 lapidi del parco Borromeo è ora necessaria l’analisi di laboratorio. Lo ha accertato
Davide Cereda, dirigente dell’area Servizi al territorio, ambiente e imprese, che ha disposto l’ulteriore perizia con lo scopo di intervenire nel modo corretto. Meglio uno scrupolo in più, del resto, considerando che si tratta di statue in arenaria di quattro secoli fa e che, appartenendo al patrimonio del Palazzo Borromeo Arese, s...

Le scultura ai raggi “X”. Per procedere al restauro delle 36 lapidi del parco Borromeo è ora necessaria l’analisi di laboratorio. Lo ha accertato

Davide Cereda, dirigente dell’area Servizi al territorio, ambiente e imprese, che ha disposto l’ulteriore perizia con lo scopo di intervenire nel modo corretto. Meglio uno scrupolo in più, del resto, considerando che si tratta di statue in arenaria di quattro secoli fa e che, appartenendo al patrimonio del Palazzo Borromeo Arese, sono sottoposte al vincolo storico e artistico. La scelta di intervenire su questi 36 elementi era già stata definita dal commissario straordinario

Adriana Sabato che, alla fine di novembre, aveva approvato un progetto preliminare di intervento. Con la fine del mese di gennaio tutte le prestazioni considerate indispensabili per il restauro conservativo sono state aggiudicate al raggruppamento temporaneo di professionisti guidati dall’architetto Amedeo Bellini di Bergamo. Ora, tuttavia, si è considerato necessario fare analisi di laboratorio per determinare in modo completo le caratteristiche della materia che caratterizza le 36 lapidi e l’attuale stato di degrado. Il Comune non ha comunque perso tempo: in pochi giorni ha richiesto un preventivo e affidato l’incarico a uno studio specializzato, “Csg Palladio Srl” di Vicenza per un importo di circa 6 mila euro. Una somma che già rientra nel quadro economico complessivo dell’opera per un totale complessivo di 205 mila euro. Nello specifico si tratterà di vedere ora in laboratorio l’aspetto “biologico” delle statue, la loro alterazione o degrado, nonché classificare la roccia individuandone ove possibile la zona di provenienza e lo stato di conservazione.