Cesano M.: altri due in manette per l'assalto al portavalori
Il 4 novembre i Carabinieri erano riusciti ad arrestare a Caronno Pertusella quattro rapinatori che l'1 agosto, armati di kalashnikov, avevano assaltato il portavalori delle Poste nel pieno centro della città. Sabato 29, al termine di un'altra brillante operazione, i militari sono riusciti a consegnare alla giustizia gli altri due componenti della banda. Dal lungo lavoro di indagini che avevano svolto, infatti, i Carabinieri erano certi che con il blitz a Caronno non era stata smantellata l'i...
Il 4 novembre i Carabinieri erano riusciti ad arrestare a Caronno Pertusella quattro rapinatori che l'1 agosto, armati di kalashnikov, avevano assaltato il portavalori delle Poste nel pieno centro della città. Sabato 29, al termine di un'altra brillante operazione, i militari sono riusciti a consegnare alla giustizia gli altri due componenti della banda. Dal lungo lavoro di indagini che avevano svolto, infatti, i Carabinieri erano certi che con il blitz a Caronno non era stata smantellata l'intera banda. Hanno lasciato calmare un po' le acque mentre continuavano a raccogliere elementi utili per poter risalire ai rapinatori rimasti ancora in libertà. Il Nucleo investigativo di Monza ha svolto numerosi servizi di appostamento e pedinamento aiutati anche da dispositivi tecnici: un lavoro meticoloso che li ha portati a scoprire anche le abitudini di vita, le amicizie, gli ambienti frequentati, dai due. Così, nella convinzione che essendo disoccupati avrebbero messo a segno un altro colpo, i Carabinieri hanno iniziato a studiare tutti i potenziali obiettivi della provincia di Monza e di quella di Milano: centri commerciali, distributori di carburante. Anche altri furgoni portavalori, ovviamente, anche se l'idea è stata poi scartata perché i due non erano più in possesso di armi adeguate per un nuovo assalto. L'intuizione e il lavoro di indagine hanno presto avuto una risposta: nella mattinata di sabato 29 novembre i due hanno deciso di rapinare il punto Snai di Paderno Dugnano. Con volto coperto da passamontagna, armati di due pistole, si sono fatti consegnare tutti i soldi presenti in cassa. Un bottino da 16 mila euro. Poi sono fuggiti con un'auto rubata a Lainate. Si sono divisi il bottino e si sono separati. I carabinieri di Monza, Desio e Paderno Dugnano in pochi minuti hanno bloccato e arrestato Claudio Masiero, 51 anni di Limbiate, mentre era ancora in possesso dei suoi soldi e di una pistola Beretta calibro 40 con caricatore e munizioni. In pochi minuti sono riusciti a raggiungere anche l'altro: Stessa sorte è toccata a Maurizio Gigliotti, 52 anni, anche lui di Limbiate e pluripregiudicato. Lo hanno intercettato in strada ma lui, compresa la situazione, ha speronato i militari ed è fuggito imboccando un senso vietato e ingaggiando un pericolosissimo inseguimento con le pattuglie dell’Arma giunte in supporto. Ormai, però, non aveva scampo: i Carabinieri, che ormai sapevano tutto delle sue abitudini e delle sue frequentazioni, hanno ritrovato in via Monte Grappa a Rovellasca l’Audi utilizzata per la fuga, nelle immediate vicinanze dell’abitazione di un suo conoscente. Sapendo che non aveva più possibilità di scappare, i militari hanno organizzato il blitz per scovarlo: con il supporto di personale della stazione Carabinieri di Turate e del Nucleo radiomobile di Cantù. In più con un elicottero dell’Arma per monitorare dall’alto eventuali tentativi di fuga fatto giungere apposta per l’occasione da Bergamo. Gigliotti ha aperto dopo mezz’ora di trattativa e solo dopo la minaccia di far abbattere la porta dai vigili del fuoco. Aveva ancora con sé la refurtiva e il passamontagna utilizzato. Nell’abitazione del terzo uomo, identificato ma irreperibile, è stata ritrovata l’altra parte della refurtiva, una pistola Ruger calibro 9 con matricola abrasa e un passamontagna. Alla fine sono stati recuperati la refurtiva, le armi, gli accessori per il mascheramento e diverse fascette per il sequestro di eventuali vittime, scanner per l’intercettazione delle comunicazioni delle forze di polizia, numerosi cellulari, chiavi di auto, rilevatori di microspie. I due sono stati trasportati nelle case circondariali di Monza e Como a disposizione dell’Autorità giudiziaria.