Cesano M., impianto depurazione ex Snia: la Commissione regionale ribadisce il no
La Commissione regionale “Ambiente e protezione civile” presieduta da Giosuè Frosio (Lega Nord) chiede alla Giunta regionale di verificare le condizioni per bloccare l’ampliamento del depuratore dell’ex Snia sul territorio comunale di Cesano Maderno, Limbiate e Bovisio Masciago in Brianza. “Convocheremo la Provincia di Monza e Brianza e gli uffici legislativi regionali –hanno spiegato i Consiglieri regionali brianzoli
Giuseppe Civati (PD),
Antonio Romeo<...
La Commissione regionale “Ambiente e protezione civile” presieduta da Giosuè Frosio (Lega Nord) chiede alla Giunta regionale di verificare le condizioni per bloccare l’ampliamento del depuratore dell’ex Snia sul territorio comunale di Cesano Maderno, Limbiate e Bovisio Masciago in Brianza. “Convocheremo la Provincia di Monza e Brianza e gli uffici legislativi regionali –hanno spiegato i Consiglieri regionali brianzoli
Giuseppe Civati (PD),
Antonio Romeo (PdL) e
Massimiliano Romeo (Lega Nord) - e insieme cercheremo di capire quali sono gli strumenti disponibili per impedire la realizzazione di tale intervento. Le posizioni politiche sono chiare e univoche da parte di tutti a ogni livello: ora cercheremo di trovare il modo più opportuno e formalmente ineccepibile per bloccare l’ampliamento del depuratore ex Snia”. Oggi i tecnici regionali dell’Assessorato all’Ambiente, interrogati in riferimento al decreto di compatibilità ambientale emanato in data 23 ottobre 2006, hanno evidenziato come non esista alcun provvedimento o parere negativo ufficiale rilasciato dalla Regione in merito alla realizzazione dell’impianto, e che le perplessità sollevate a suo tempo in sede di confronto tecnico erano state poi superate dalle integrazioni fatte pervenire dalla società richiedente l’autorizzazione. Antonio Romeo (PdL), ripercorrendo in dettaglio l’iter storico della vicenda, si è dichiarato a questo punto perplesso su come gli uffici tecnici competenti non abbiano in alcun modo ritenuto di dover prendere in considerazione le univoche posizioni contrarie espresse dalle amministrazioni locali. “Ora siamo di fronte anche a un contenzioso giudiziario – ha sottolineato Romeo - e ognuno dovrà prendersi carico delle proprie responsabilità per quanto di propria competenza”. Dopo le proteste dei residenti, le raccolte di firme, il ricorso al Tar delle amministrazioni coinvolte risalente ormai a 5 anni fa, anche la Provincia di Monza e Brianza a febbraio aveva espresso parere contrario a trasformare l’impianto di depurazione situato in via Groane, realizzato più di trent’anni fa al servizio dell’allora Snia. La Provincia ha infatti annunciato a Bte Srl, società che aveva avanzato la richiesta, l’intenzione di respingere la concessione dell’Aia, Autorizzazione integrata ambientale, necessaria all’impianto. I Sindaci di Cesano Maderno, di Limbiate e di Bovisio Masciago avevano già espresso motivi di preoccupazione per il fatto che l’attività di gestione dell’impianto deve essere avviata in un area ricompresa nell’ambito dei confini del Parco delle Groane, il cui Ptc è preclusivo all’insediamento di nuovi impianti di rifiuti. Inoltre la vicinanza di un Sic (Sito di interesse comunitario) e il pregiudizio che potrebbe derivarne al Torrente Garbogera, nonché la presenza su area limitrofa di un’oasi naturalistica e gli impatti negativi di eventuali emissioni maleodoranti e dannose sugli insediamenti abitati di Mombello e Villaggio Snia, sono tutti ulteriori aspetti che secondo i rappresentanti brianzoli in Regione rendono inattuabile l’ampliamento di tale impianto.
Antonio Romeo (PdL) e
Massimiliano Romeo (Lega Nord) - e insieme cercheremo di capire quali sono gli strumenti disponibili per impedire la realizzazione di tale intervento. Le posizioni politiche sono chiare e univoche da parte di tutti a ogni livello: ora cercheremo di trovare il modo più opportuno e formalmente ineccepibile per bloccare l’ampliamento del depuratore ex Snia”. Oggi i tecnici regionali dell’Assessorato all’Ambiente, interrogati in riferimento al decreto di compatibilità ambientale emanato in data 23 ottobre 2006, hanno evidenziato come non esista alcun provvedimento o parere negativo ufficiale rilasciato dalla Regione in merito alla realizzazione dell’impianto, e che le perplessità sollevate a suo tempo in sede di confronto tecnico erano state poi superate dalle integrazioni fatte pervenire dalla società richiedente l’autorizzazione. Antonio Romeo (PdL), ripercorrendo in dettaglio l’iter storico della vicenda, si è dichiarato a questo punto perplesso su come gli uffici tecnici competenti non abbiano in alcun modo ritenuto di dover prendere in considerazione le univoche posizioni contrarie espresse dalle amministrazioni locali. “Ora siamo di fronte anche a un contenzioso giudiziario – ha sottolineato Romeo - e ognuno dovrà prendersi carico delle proprie responsabilità per quanto di propria competenza”. Dopo le proteste dei residenti, le raccolte di firme, il ricorso al Tar delle amministrazioni coinvolte risalente ormai a 5 anni fa, anche la Provincia di Monza e Brianza a febbraio aveva espresso parere contrario a trasformare l’impianto di depurazione situato in via Groane, realizzato più di trent’anni fa al servizio dell’allora Snia. La Provincia ha infatti annunciato a Bte Srl, società che aveva avanzato la richiesta, l’intenzione di respingere la concessione dell’Aia, Autorizzazione integrata ambientale, necessaria all’impianto. I Sindaci di Cesano Maderno, di Limbiate e di Bovisio Masciago avevano già espresso motivi di preoccupazione per il fatto che l’attività di gestione dell’impianto deve essere avviata in un area ricompresa nell’ambito dei confini del Parco delle Groane, il cui Ptc è preclusivo all’insediamento di nuovi impianti di rifiuti. Inoltre la vicinanza di un Sic (Sito di interesse comunitario) e il pregiudizio che potrebbe derivarne al Torrente Garbogera, nonché la presenza su area limitrofa di un’oasi naturalistica e gli impatti negativi di eventuali emissioni maleodoranti e dannose sugli insediamenti abitati di Mombello e Villaggio Snia, sono tutti ulteriori aspetti che secondo i rappresentanti brianzoli in Regione rendono inattuabile l’ampliamento di tale impianto.