Cesano M.: l'arte di Adriana Filippi per inaugurare la Festa della donna
L'inaugurazione della mostra Impressioni di
Adriana Filippi aprirà le celebrazioni per la Giornata Internazionale della Donna, alle 18 di domani, venerdì 8 marzo, in sala Aurora di palazzo Arese Borromeo. La rassegna di opere dell’artista piemontese è stata messa a disposizione dal comune di Boves: 150 lavori tra olii, pastelli e disegni che ritraggono scene e personaggi della guerra di liberazione della valle Colla e della stessa cittadina. Successivamente all’inaugurazione...
L'inaugurazione della mostra Impressioni di
Adriana Filippi aprirà le celebrazioni per la Giornata Internazionale della Donna, alle 18 di domani, venerdì 8 marzo, in sala Aurora di palazzo Arese Borromeo. La rassegna di opere dell’artista piemontese è stata messa a disposizione dal comune di Boves: 150 lavori tra olii, pastelli e disegni che ritraggono scene e personaggi della guerra di liberazione della valle Colla e della stessa cittadina. Successivamente all’inaugurazione ed agli eventi previsti per la giornata dell’8 marzo, la mostra resterà aperta ad ingresso libero nei due week end seguenti, ossia sabato 9 e domenica 10 marzo, e sabato 16 e domenica 17 marzo, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Scheda di Adriana Filippi - La pittrice Adriana Filippi nasce a Torino il 25 settembre 1909 e muore a Roma il 3 marzo 1982. Appena diplomata all’Accademia Fiorentina delle Belle Arti, lascia la residenza torinese perché già sotto i bombardamenti e si trasferisce con la madre a S.Giacomo di Boves, ultimo villaggio alpino verso la cima della Bisalta, sovrastante l’altipiano di Cuneo. Sopravvenuta la guerra, mamma e figlia rimangono in quella località isolata e così l’11 settembre del 1943 vedono giungere i primi sbandati; il 19 settembre assistono all’eccidio di Boves, prima rappresaglia nazista contro la presenza nei dintorni montani di gran parte della IV Armata. Adriana Filippi, dal settembre 1943 all’aprile 1945, raffigura con 150 opere il periodo cruciale della vita bovesana: la resistenza partigiana. La si può definire come un reporter di guerra con cavalletto e pennello: nei suoi quadri sono colte le scene più umane, cariche d’amore ma anche di pericolo. Durante questo periodo Adriana Filippi, insieme alla madre, cerca di aiutare e portare conforto ai partigiani: la loro modesta casa viene trasformata in un piccolo ospedale ed ambulatorio, improvvisandosi infermiere, avvalendosi di mezzi di fortuna e ricorrendo anche all’uncinetto per estrarre schegge dalle ferite. Inevitabilmente si viene a trovare al centro della vicenda partigiana.
Sandro Pertini sulle opere di Adriana Filippi - Nel novembre del 1978 Sandro Pertini, in qualità di Presidente della Repubblica, visitò la città di Boves - nelle vallate del cuneese - che ospita la mostra permanente di Adriana Filippi, artista e maestra di quel paese che visse a contatto con la realtà partigiana della valle dove, il 19 settembre del 1943, ebbe luogo la prima strage di rappresaglia ad opera dei tedeschi dopo l'armistizio dll'8 settembre. Le parole di Pertini: “...ciò che balza agli occhi è, per così dire, il suo tessuto narrativo. Il romanzo che la Filippi è andata scrivendo della Resistenza nella zona di Boves, la pazienza amorevole con cui è venuta annotando episodi e protagonisti di quella vicenda. E’ un grande affresco di storia popolare che balza fuori dai ritratti, dalle scene di guerra, dai quadri di ambiente; è la testimonianza migliore, resa senza un briciolo di enfasi o di retorica, della realtà di un movimento che nacque dalla rivolta di uomini semplici, usciti da ogni classe sociale, animati dalle ideologie più diverse, mossi esclusivamente da un’esigenza di libertà e di giustizia, dall’odio per il nazifascismo, dall’amore per la patria calpestata…”.
Adriana Filippi aprirà le celebrazioni per la Giornata Internazionale della Donna, alle 18 di domani, venerdì 8 marzo, in sala Aurora di palazzo Arese Borromeo. La rassegna di opere dell’artista piemontese è stata messa a disposizione dal comune di Boves: 150 lavori tra olii, pastelli e disegni che ritraggono scene e personaggi della guerra di liberazione della valle Colla e della stessa cittadina. Successivamente all’inaugurazione ed agli eventi previsti per la giornata dell’8 marzo, la mostra resterà aperta ad ingresso libero nei due week end seguenti, ossia sabato 9 e domenica 10 marzo, e sabato 16 e domenica 17 marzo, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Scheda di Adriana Filippi - La pittrice Adriana Filippi nasce a Torino il 25 settembre 1909 e muore a Roma il 3 marzo 1982. Appena diplomata all’Accademia Fiorentina delle Belle Arti, lascia la residenza torinese perché già sotto i bombardamenti e si trasferisce con la madre a S.Giacomo di Boves, ultimo villaggio alpino verso la cima della Bisalta, sovrastante l’altipiano di Cuneo. Sopravvenuta la guerra, mamma e figlia rimangono in quella località isolata e così l’11 settembre del 1943 vedono giungere i primi sbandati; il 19 settembre assistono all’eccidio di Boves, prima rappresaglia nazista contro la presenza nei dintorni montani di gran parte della IV Armata. Adriana Filippi, dal settembre 1943 all’aprile 1945, raffigura con 150 opere il periodo cruciale della vita bovesana: la resistenza partigiana. La si può definire come un reporter di guerra con cavalletto e pennello: nei suoi quadri sono colte le scene più umane, cariche d’amore ma anche di pericolo. Durante questo periodo Adriana Filippi, insieme alla madre, cerca di aiutare e portare conforto ai partigiani: la loro modesta casa viene trasformata in un piccolo ospedale ed ambulatorio, improvvisandosi infermiere, avvalendosi di mezzi di fortuna e ricorrendo anche all’uncinetto per estrarre schegge dalle ferite. Inevitabilmente si viene a trovare al centro della vicenda partigiana.
Sandro Pertini sulle opere di Adriana Filippi - Nel novembre del 1978 Sandro Pertini, in qualità di Presidente della Repubblica, visitò la città di Boves - nelle vallate del cuneese - che ospita la mostra permanente di Adriana Filippi, artista e maestra di quel paese che visse a contatto con la realtà partigiana della valle dove, il 19 settembre del 1943, ebbe luogo la prima strage di rappresaglia ad opera dei tedeschi dopo l'armistizio dll'8 settembre. Le parole di Pertini: “...ciò che balza agli occhi è, per così dire, il suo tessuto narrativo. Il romanzo che la Filippi è andata scrivendo della Resistenza nella zona di Boves, la pazienza amorevole con cui è venuta annotando episodi e protagonisti di quella vicenda. E’ un grande affresco di storia popolare che balza fuori dai ritratti, dalle scene di guerra, dai quadri di ambiente; è la testimonianza migliore, resa senza un briciolo di enfasi o di retorica, della realtà di un movimento che nacque dalla rivolta di uomini semplici, usciti da ogni classe sociale, animati dalle ideologie più diverse, mossi esclusivamente da un’esigenza di libertà e di giustizia, dall’odio per il nazifascismo, dall’amore per la patria calpestata…”.