Cesano M., moschea: per il Tar poche persone che pregano, non è luogo di culto

Tutto rimandato al 5 giugno. Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) ha deciso di rinviare alla fine della primavera ogni decisione sulla vicenda 'moschea' nel quartiere Villaggio Snia. Lunedì 12 gennaio, infatti, è stata ufficialmente depositata l'ordinanza che sospende la diffida inviata dall'amministrazione comunale all'Associazione Culturale Islamica di Cesano Maderno. Dopo il polverone sollevato dalla presenza del centro culturale, con molti residenti disposti a giurare che lì, in qu...

Tutto rimandato al 5 giugno. Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) ha deciso di rinviare alla fine della primavera ogni decisione sulla vicenda 'moschea' nel quartiere Villaggio Snia. Lunedì 12 gennaio, infatti, è stata ufficialmente depositata l'ordinanza che sospende la diffida inviata dall'amministrazione comunale all'Associazione Culturale Islamica di Cesano Maderno. Dopo il polverone sollevato dalla presenza del centro culturale, con molti residenti disposti a giurare che lì, in quel locale di via Udine 34, quotidianamente vi fossero numerose persone dedite alla preghiera, l'amministrazione comunale aveva cercato di prendere posizione: diffidando l'Associazione Culturale Islamica a trasformare quello spazio in luogo di culto visto che il Piano di Governo del Territorio prevede una destinazione d'uso differente. In modo parallelo anche il condominio stava poi percorrendo una strada analoga per fare rispettare quello che è il regolamento in vigore. L'Associazione Culturale Islamica aveva però deciso di opporsi alla diffida del dirigente dell'area Servizi del Territorio Ambiente e Imprese. Si è era affidata all'avvocato Luca Bauccio di Milano per rivolgersi al Tar e far valere le sue ragioni. Il Tar ha deciso di rinviare ogni decisione al 5 giugno. Aggiungendo una nota già piuttosto significativa: "Considerato il ricorso, seppure ad un primo sommario esame e salvi i necessari approfondimenti in sede di merito, meritevole di accoglimento, in quanto non appare dimostrato da parte del Comune l’effettivo svolgimento di attività di culto all’interno dell’immobile di cui è causa, non parendo sufficiente la presenza di poche persone intente a pregare, come nel caso di specie". Insomma per il Tar il Comune non è effettivamente in grado di dimostrare l'attività di culto alla Snia e, sempre secondo il Tar, poche persone che pregano non sono sufficienti per dire che si tratti di una moschea. Salvo sorprese, la sentenza di giugno sembra già scritta.