Corruzione internazionale per lavori in Kazakistan: la Finanza sequestra 7 milioni di euro
CESANO MADERNO - La Tenenza di Seveso della Guardia di Finanza, al termine di indagini coordinate dal sostituto procuratore Walter Mapelli, ha sequestrato conti bancari per 7 milioni di euro a un consorzio di imprese che ha sede in città. L'ipotesi di reato è quella di corruzione internazionale per aggiudicarsi lavori nel giacimento petrolifero di Kashagan in Kazakistan.
Un maxi sequestro da 7 milioni di euro su conti bancari intestati a un consorzio di imprese con sede a Cesano Maderno. La Procura, al termine delle indagini svolte dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Seveso, ipotizza il reato di corruzione internazionale.
Coordinate dal sostituto procuratore Walter Mapelli, le Fiamme Gialle avrebbero infatti rilevato responsabilità penali a carico del gruppo di imprese "in relazione a un rilevante fenomeno di corruzione transnazionale" con lo scopo di aggiudicarsi l'appalto per la realizzazione di impianti elettronici nel giacimento petrolifero di Kashagan nel Kazakistan.
Secondo le ricostruzioni della Guardia di Finanza sarebbero nove le persone coinvolte, con funzioni diverse, nel pagamento dei funzionari governativi kazaki per ottenere il lavoro milionario. Il meccanismo individuato per ottenere i fondi da versare sotto forma di mazzette era quello di registrare false fatture emesse da società cipriote, quali pezze giustificative di servizi di consulenza in realtà mai prestati.
Durante le indagini la Finanza ha eseguito una verifica fiscale nei confronti del consorzio rilevando una sottrazione di base imponibile per circa 15 milioni di euro per gli anni di imposta 2009-2011, per una evasione fiscale di circa 5 milioni di euro.
Coordinate dal sostituto procuratore Walter Mapelli, le Fiamme Gialle avrebbero infatti rilevato responsabilità penali a carico del gruppo di imprese "in relazione a un rilevante fenomeno di corruzione transnazionale" con lo scopo di aggiudicarsi l'appalto per la realizzazione di impianti elettronici nel giacimento petrolifero di Kashagan nel Kazakistan.
Secondo le ricostruzioni della Guardia di Finanza sarebbero nove le persone coinvolte, con funzioni diverse, nel pagamento dei funzionari governativi kazaki per ottenere il lavoro milionario. Il meccanismo individuato per ottenere i fondi da versare sotto forma di mazzette era quello di registrare false fatture emesse da società cipriote, quali pezze giustificative di servizi di consulenza in realtà mai prestati.
Durante le indagini la Finanza ha eseguito una verifica fiscale nei confronti del consorzio rilevando una sottrazione di base imponibile per circa 15 milioni di euro per gli anni di imposta 2009-2011, per una evasione fiscale di circa 5 milioni di euro.