Excelsior: l'Amleto riapre il sipario di via San Carlo
CESANO MADERNO - Domani quarto appuntamento della stagione al teatro Excelsior di via San Carlo. In scena, con il primo spettacolo del 2017, Daniele Pecci e Maddalena Crippa con l'Amleto di William Shakespeare
Il teatro Excelsior riapre il sipario. Domani, giovedì 19 con inizio alle 21, sul palco di Cesano Maderno vanno in scena Daniele Pecci e Maddalena Crippa con l'Amleto di William Shakespeare. Un'opera del passato per una nuova stagione che guarda verso il futuro.
Ma ad avvertire il pubblico è lo stesso Pecci, nella doppia veste di attore e di regista: nessuna opera è più attuale dell'Amleto, così capace di scandagliare l'animo umano. "E' il testo teatrale più importante dell’era moderna - afferma Pecci -. Vi è in esso un’analisi profonda dell’umano sentire, in rapporto alle problematicità del vivere quotidiano. Meglio di chiunque altro, e soprattutto per primo, Shakespeare è riuscito a raccontare le infinite contraddizioni dell’essere umano, di fronte all’impegno che questo deve assumersi per poter anche semplicemente stare al mondo; affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la perdita ecc. In esso sono ben dosate le rappresentazioni del mondo grande, lo stato, i grandi destini e temi dell’umanità, e il microcosmo familiare dei sentimenti più intimi e segreti".
In scena, naturalmente, una versione rivisitata del testo ("Altrimenti - spiega Pecci - durerebbe più di quattro ore") ma fedele, non alterato, e con una traduzione atta a esaltarne tutte le possibilità poetiche, ma in una prosa semplice, scorrevole, di facile comprensione, e con una messa in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al nostro mondo, senza simbolismi e sovrastrutture che si frappongano fra i 14 attori sul palcoscenico ed il pubblico.
Biglietti in vendita a partire da 18 euro. Direttamente al botteghino prima dello spettacolo o attraverso il sito www.excelsiorcesano.it
Val.Ca.
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Ma ad avvertire il pubblico è lo stesso Pecci, nella doppia veste di attore e di regista: nessuna opera è più attuale dell'Amleto, così capace di scandagliare l'animo umano. "E' il testo teatrale più importante dell’era moderna - afferma Pecci -. Vi è in esso un’analisi profonda dell’umano sentire, in rapporto alle problematicità del vivere quotidiano. Meglio di chiunque altro, e soprattutto per primo, Shakespeare è riuscito a raccontare le infinite contraddizioni dell’essere umano, di fronte all’impegno che questo deve assumersi per poter anche semplicemente stare al mondo; affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la perdita ecc. In esso sono ben dosate le rappresentazioni del mondo grande, lo stato, i grandi destini e temi dell’umanità, e il microcosmo familiare dei sentimenti più intimi e segreti".
In scena, naturalmente, una versione rivisitata del testo ("Altrimenti - spiega Pecci - durerebbe più di quattro ore") ma fedele, non alterato, e con una traduzione atta a esaltarne tutte le possibilità poetiche, ma in una prosa semplice, scorrevole, di facile comprensione, e con una messa in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al nostro mondo, senza simbolismi e sovrastrutture che si frappongano fra i 14 attori sul palcoscenico ed il pubblico.
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