Il "rapinatore in bici" finisce in carcere
CESANO MADERNO - Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza ha deciso la misura della custodia cautelare in carcere per un uomo di 55 anni residente a Seveso. Arrestato in flagranza il 25 marzo, per i Carabinieri è il "rapinatore in bici".
Era stato arrestato il 25 marzo quando ha provato un nuovo colpo ai danni di un supermercato di Cesano Maderno. Il "rapinatore in bici", un uomo di 55 anni residente a Seveso, rimarrà in carcere. Lo ha deciso il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza che, accogliendo la richiesta dei Carabinieri e valutando la sussistenza dei gravi indizi di
colpevolezza in relazione ad altre rapine, ha applicato la misura restrittiva della
custodia cautelare in carcere.
I militari a conclusione dell’attività investigativa, hanno acquisito univoci e concordanti indizi di reità nei confronti del sevesino, nullafacente e pluripregiudicato, ritenendolo l’autore di tre colpi portati a segno a Cesano Maderno. Sempre nella stessa città era stato poi arrestato in flagranza di reato il 25 marzo, dopo che aveva commesso il quarto colpo in un supermercato di via Trento, ma in seguito al quale, anche grazie alla prontezza dei dipendenti del negozio che avevano attivato tempestivamente l’allarme, non era riuscito a farla franca.
Il copione degli altri colpi sempre lo stesso, un individuo non armato e parzialmente travisato con cappellino e sciarpa, che dietro la minaccia di un cacciavite consumava il 18 marzo una rapina ai danni supermercato “Carrefour Market” di via Trento impossessandosi degli incassi per poi dileguarsi nelle vie adiecenti con la sua bicicletta; il 21 marzo alle 17 in via San Marco, presso il supermercato “Rex” dove faceva irruzione non travisato facendosi consegnare tutti i soldi dalla cassiera, per poi fuggire ancora in bicicletta e, infine, il 24 marzo un altro colpo in via San Benedetto dove, armato di cacciavite e parzialmente travisato con il cappellino, consumava la rapina ai danni dell’“Iperdì” impossessandosi di qualche centinaia di euro, per poi scappare con la solita bici.
Si trattava ormai di un personaggio la cui serialità e sistematicità dei colpi era diventato il “rapinatore in bici” sulle cui tracce gli investigatori di Desio erano già da subito, ma il fatto che dormisse nei posti più svariati, essendo ripetitivo solo nel compiere i reati lo rendeva difficile da individuare. La pervicacia con cui i militari hanno perseguito l’obiettivo di fermarlo ha permesso di interrompere la catena delle rapine.
I militari a conclusione dell’attività investigativa, hanno acquisito univoci e concordanti indizi di reità nei confronti del sevesino, nullafacente e pluripregiudicato, ritenendolo l’autore di tre colpi portati a segno a Cesano Maderno. Sempre nella stessa città era stato poi arrestato in flagranza di reato il 25 marzo, dopo che aveva commesso il quarto colpo in un supermercato di via Trento, ma in seguito al quale, anche grazie alla prontezza dei dipendenti del negozio che avevano attivato tempestivamente l’allarme, non era riuscito a farla franca.
Il copione degli altri colpi sempre lo stesso, un individuo non armato e parzialmente travisato con cappellino e sciarpa, che dietro la minaccia di un cacciavite consumava il 18 marzo una rapina ai danni supermercato “Carrefour Market” di via Trento impossessandosi degli incassi per poi dileguarsi nelle vie adiecenti con la sua bicicletta; il 21 marzo alle 17 in via San Marco, presso il supermercato “Rex” dove faceva irruzione non travisato facendosi consegnare tutti i soldi dalla cassiera, per poi fuggire ancora in bicicletta e, infine, il 24 marzo un altro colpo in via San Benedetto dove, armato di cacciavite e parzialmente travisato con il cappellino, consumava la rapina ai danni dell’“Iperdì” impossessandosi di qualche centinaia di euro, per poi scappare con la solita bici.
Si trattava ormai di un personaggio la cui serialità e sistematicità dei colpi era diventato il “rapinatore in bici” sulle cui tracce gli investigatori di Desio erano già da subito, ma il fatto che dormisse nei posti più svariati, essendo ripetitivo solo nel compiere i reati lo rendeva difficile da individuare. La pervicacia con cui i militari hanno perseguito l’obiettivo di fermarlo ha permesso di interrompere la catena delle rapine.