Desio, più forti della crisi: l'impegno per la rinascita della Beretta Carlo Italia
Un'altra importante realtà industriale del territorio che attraversa un momento di difficoltà: ieri il sindaco
Roberto Corti ha incontrato i rappresentanti sindacali del gruppo "Beretta Carlo Italia" . Una società che, a fronte di una situazione di crisi che ha portato alla richiesta di fallimento, si è impegnata nella ristrutturazione aziendale nel tentativo di ridare speranza a decine di lavoratori in difficoltà. Al termine dell'incontro il primo cittadino e i rappresentan...
Un'altra importante realtà industriale del territorio che attraversa un momento di difficoltà: ieri il sindaco
Roberto Corti ha incontrato i rappresentanti sindacali del gruppo "Beretta Carlo Italia" . Una società che, a fronte di una situazione di crisi che ha portato alla richiesta di fallimento, si è impegnata nella ristrutturazione aziendale nel tentativo di ridare speranza a decine di lavoratori in difficoltà. Al termine dell'incontro il primo cittadino e i rappresentanti sindacali hanno diffuso un comunicato stampa.
Il gruppo industriale Beretta Carlo Desio (BCD) da oltre 40 anni si occupa dello stampaggio lamiere principalmente nel settore automotive avendo tra i propri clienti primari gruppi mondiali del settore.
Dal 2002 la società ha dovuto affrontare successive fasi di difficoltà economica e finanziaria con relative ristrutturazioni aziendali che l’hanno costretta a fare ampio utilizzo degli ammortizzatori sociali, riducendo nel tempo in modo significativo il numero degli addetti impiegati. Dagli oltre 200 addetti all’inizio del 2000 oggi siamo a poco meno di 100.
Nel 2009, causa anche la crisi generale del sistema industriale, la situazione si complica ulteriormente e la società chiede ed ottiene il concordato preventivo al fine d’evitare il fallimento.
Nello stesso anno, anche per garantire la continuità operativa della società con rispetto degli impegni verso i clienti ed i lavoratori nasce Beretta Carlo Italia (BCI) che rileva le attività e tutti i lavoratori da BCD con la formula dell’affitto di ramo d’azienda.
Le cose purtroppo non migliorano, il settore automotive continua ad essere in crisi con riduzioni pesanti dei volumi produttivi, che comportano per BCI la richiesta di fallimento, che viene sancita dal tribunale di Benevento nel marzo 2013.
A fronte del fallimento, il tribunale fallimentare, su richiesta della proprietà e nominati i curatori, concede a BCI l’esercizio provvisorio per un massimo di 24 mesi, anche per far fronte alle richieste del cliente principale AUDI.
Nello stesso mese di marzo, grazie al buon esito delle trattative tra commissari e parti sociali che prevedono, da parte dei lavoratori, l’accettazione della sospensione degli accordi integrativi aziendali per la durata dell’esercizio provvisorio, si creano i presupposti perché la società possa riprendere la sua attività industriale, accedendo ad ulteriori 12 mesi di CIGS.
Nello stesso mese vengono realizzati investimenti importanti per la messa in sicurezza di alcuni impianti produttivi che permettono nell’aprile 2013 la ripresa della produzione con un sistema di CIGS a rotazione che permette di impiegare stabilmente almeno 50 dipendenti. Tutto questo, bisogna ribadirlo, grazie al sostegno di AUDI, all’impegno dei commissari e dei lavoratori ed alla sensibilità del giudice delegato.
Oggi la società BCI, con queste condizioni e garanzie è in grado di coprire i propri costi garantendo una discreta marginalità a garanzia dei creditori della stessa. Si è quindi concretamente dimostrato che l’azienda, se ben gestita, è in grado di soddisfare egregiamente i propri clienti garantendo un significativo livello occupazionale.
Questo fatto è supportato anche dall’interessamento che diversi gruppi industriali nazionali ed europei stanno oggi dimostrando nel valutare la possibilità di rilevare le attività industriali della società. Tale prospettiva è secondo le parti sociali e l’amministrazione desiana l’unica strada percorribile, per garantire la continuità aziendale permettendo a numerose famiglie un reddito certo.
I firmatari di questo comunicato ritengono, altresì, che soluzioni differenti da quelle prospettate sarebbero da considerare una gravissima sconfitta per tutti gli attori che sono stati coinvolti nella vicenda e che si sono fortemente impegnati per il raggiungimento dello stato attuale in quanto la sostenibilità economica della società è ormai una certezza.
Invitano ed esortano proprietà, tribunale fallimentare e curatori, a continuare ad essere parte attiva perché questa situazione di crisi si tramuti in una storia positiva che possa essere d’esempio e di riferimento per altre analoghe situazioni.
Roberto Corti ha incontrato i rappresentanti sindacali del gruppo "Beretta Carlo Italia" . Una società che, a fronte di una situazione di crisi che ha portato alla richiesta di fallimento, si è impegnata nella ristrutturazione aziendale nel tentativo di ridare speranza a decine di lavoratori in difficoltà. Al termine dell'incontro il primo cittadino e i rappresentanti sindacali hanno diffuso un comunicato stampa.
Il gruppo industriale Beretta Carlo Desio (BCD) da oltre 40 anni si occupa dello stampaggio lamiere principalmente nel settore automotive avendo tra i propri clienti primari gruppi mondiali del settore.
Dal 2002 la società ha dovuto affrontare successive fasi di difficoltà economica e finanziaria con relative ristrutturazioni aziendali che l’hanno costretta a fare ampio utilizzo degli ammortizzatori sociali, riducendo nel tempo in modo significativo il numero degli addetti impiegati. Dagli oltre 200 addetti all’inizio del 2000 oggi siamo a poco meno di 100.
Nel 2009, causa anche la crisi generale del sistema industriale, la situazione si complica ulteriormente e la società chiede ed ottiene il concordato preventivo al fine d’evitare il fallimento.
Nello stesso anno, anche per garantire la continuità operativa della società con rispetto degli impegni verso i clienti ed i lavoratori nasce Beretta Carlo Italia (BCI) che rileva le attività e tutti i lavoratori da BCD con la formula dell’affitto di ramo d’azienda.
Le cose purtroppo non migliorano, il settore automotive continua ad essere in crisi con riduzioni pesanti dei volumi produttivi, che comportano per BCI la richiesta di fallimento, che viene sancita dal tribunale di Benevento nel marzo 2013.
A fronte del fallimento, il tribunale fallimentare, su richiesta della proprietà e nominati i curatori, concede a BCI l’esercizio provvisorio per un massimo di 24 mesi, anche per far fronte alle richieste del cliente principale AUDI.
Nello stesso mese di marzo, grazie al buon esito delle trattative tra commissari e parti sociali che prevedono, da parte dei lavoratori, l’accettazione della sospensione degli accordi integrativi aziendali per la durata dell’esercizio provvisorio, si creano i presupposti perché la società possa riprendere la sua attività industriale, accedendo ad ulteriori 12 mesi di CIGS.
Nello stesso mese vengono realizzati investimenti importanti per la messa in sicurezza di alcuni impianti produttivi che permettono nell’aprile 2013 la ripresa della produzione con un sistema di CIGS a rotazione che permette di impiegare stabilmente almeno 50 dipendenti. Tutto questo, bisogna ribadirlo, grazie al sostegno di AUDI, all’impegno dei commissari e dei lavoratori ed alla sensibilità del giudice delegato.
Oggi la società BCI, con queste condizioni e garanzie è in grado di coprire i propri costi garantendo una discreta marginalità a garanzia dei creditori della stessa. Si è quindi concretamente dimostrato che l’azienda, se ben gestita, è in grado di soddisfare egregiamente i propri clienti garantendo un significativo livello occupazionale.
Questo fatto è supportato anche dall’interessamento che diversi gruppi industriali nazionali ed europei stanno oggi dimostrando nel valutare la possibilità di rilevare le attività industriali della società. Tale prospettiva è secondo le parti sociali e l’amministrazione desiana l’unica strada percorribile, per garantire la continuità aziendale permettendo a numerose famiglie un reddito certo.
I firmatari di questo comunicato ritengono, altresì, che soluzioni differenti da quelle prospettate sarebbero da considerare una gravissima sconfitta per tutti gli attori che sono stati coinvolti nella vicenda e che si sono fortemente impegnati per il raggiungimento dello stato attuale in quanto la sostenibilità economica della società è ormai una certezza.
Invitano ed esortano proprietà, tribunale fallimentare e curatori, a continuare ad essere parte attiva perché questa situazione di crisi si tramuti in una storia positiva che possa essere d’esempio e di riferimento per altre analoghe situazioni.