Il Prosecco tira l'export: 124 milioni di bottiglie nel primo semestre 2016
In forte aumento l'export del vino italiano nel mondo. Ma individuare la causa è molto semplice: si chiama Prosecco. Dei 2,5 miliardi di fatturato del periodo gennaio-giugno, il 90 per cento arriva infatti da qui. Stabile la vendita dei fini sfusi, in calo quella degli altri vini in bottiglia
Va sempre più giù nello stomaco di chi apprezza il vino, va sempre più su nei grafici: il Prosecco nel primo semestre del 2016 fa volare l'export del vino italiano. Raggiunta la quota record di 2,5 miliardi di euro, di cui il 90 per cento ottenuto proprio grazie al Prosecco.
Lo rivela l'Ovse, Osservatorio economico dei vini effervescenti, spiegando che il Prosecco già di suo ha stabilito un record arrivando a un export di 124 milioni di bottiglie nel primo semestre, con un incremento del 12 per cento rispetto all'anno precedente. Ed è un dato che fa riflettere, visto che nei primi sei mesi, di solito, il dato risulta inferiore a quello del secondo semestre maggiormente "esaltato" dalle festività.
Il Prosecco, di fatto, risulta essere la prima bollicina importata in Francia, ma ha trovato anche negli Stati Uniti, nella Gran Bretagna e nel Giappone ottimi mercati in cui espandersi.
A fronte di questo exploit del Prosecco, però, bisogna registrare anche il calo degli altri vini (stabili quelli sfusi, diminuiti del 2,1 per cento quelli in bottiglia).
Fa invece riflettere la contrazione dei consumi nel nostro mercato interno: si potrebbe arrivare a fine anno, per la prima volta, con un consumo medio inferiore ai 30 litri pro capite. Tradotto significa che una persona beve in media un calice di vino ogni venti giorni. Per essere l'Italia uno dei maggiori produttori al mondo, in termini di quantità e qualità, è un dato che certamente colpisce.
Lo rivela l'Ovse, Osservatorio economico dei vini effervescenti, spiegando che il Prosecco già di suo ha stabilito un record arrivando a un export di 124 milioni di bottiglie nel primo semestre, con un incremento del 12 per cento rispetto all'anno precedente. Ed è un dato che fa riflettere, visto che nei primi sei mesi, di solito, il dato risulta inferiore a quello del secondo semestre maggiormente "esaltato" dalle festività.
Il Prosecco, di fatto, risulta essere la prima bollicina importata in Francia, ma ha trovato anche negli Stati Uniti, nella Gran Bretagna e nel Giappone ottimi mercati in cui espandersi.
A fronte di questo exploit del Prosecco, però, bisogna registrare anche il calo degli altri vini (stabili quelli sfusi, diminuiti del 2,1 per cento quelli in bottiglia).
Fa invece riflettere la contrazione dei consumi nel nostro mercato interno: si potrebbe arrivare a fine anno, per la prima volta, con un consumo medio inferiore ai 30 litri pro capite. Tradotto significa che una persona beve in media un calice di vino ogni venti giorni. Per essere l'Italia uno dei maggiori produttori al mondo, in termini di quantità e qualità, è un dato che certamente colpisce.
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