La Regione Lombardia lancia l'allarme: vaccinazioni in calo, un rischio per la comunità

La copertura vaccinale per malattie gravi (per esempio tetano e poliomielite) è oggi scesa sotto la soglia di sicurezza. E la Regione Lombardia, che ieri ha organizzato un convegno, lancia l'allarme evidenziando che la scelta personale di non vaccinare un bambino ha poi ricadute sociali

In Italia ci si vaccina sempre meno: secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, le coperture vaccinali per malattie come poliomielite, tetano, difterite ed epatite B oggi sono al di sotto del 95% (la soglia di sicurezza) e la copertura scende sotto la soglia dell’86% per morbillo, parotite e rosolia. Perché? Se ne è parlato ieri in occasione del convegno fortemente voluto dalla Commissione Sanità, presieduta da Fabio Rolfi (Lega Nord) e apertosi con l’intervento del Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo.

“Oggi – ha detto Cattaneo – in Lombardia si fanno 3 milioni di vaccini all’anno e 2 milioni e 800 mila di questi riguardano bambini e adolescenti. Si tratta di uno sforzo del sistema sanitario regionale importante, che si aggira sui 55 milioni all’anno. Il calo avuto negli ultimi anni delle vaccinazioni ci deve però fare riflettere – ha proseguito Cattaneo - La scelta di fare o non fare un vaccino non riguarda solo la sfera della libertà di scelta, e dunque la singola persona, ma coinvolge tutta la comunità per gli effetti sulla prevenzione sulle epidemie che, va ricordato, grazie ai vaccini sono quasi scomparse. Le vaccinazioni hanno una ricaduta sociale vastissima. Quando si procede a una vaccinazione infatti non ci si limita ad agire su un bambino e la sua famiglia ma si attiva un processo dal punto di vista preventivo che tocca tutta la comunità. Ecco perché oggi è importante che su un tema così delicato ci sia confronto e soprattutto un’ informazione seria e responsabile”. 

Fabio Rolfi (Lega Nord), Presidente della Commissione Sanità, ha spiegato le ragioni che stanno alla base dell’organizzazione di questo convegno. “Questo tema -ha detto- ha scatenato un ampio dibattito e ci tocca tutti da vicino. La Commissione Sanità ha voluto questo confronto per cercare di portare un po’ di chiarezza sull’argomento, mettendo sul tavolo anche  orientamenti differenti. La Lombardia sta per mettere a punto la terza parte della Riforma sanitaria,  dove si concentreranno anche le tematiche riguardanti prevenzione e vaccinazione. La parola deve essere data alla scienza: è però giunto il momento che medici di base e pediatri svolgano un ruolo pro-attivo nel fornire le corrette informazioni alle famiglie, prevedendo per loro anche degli incentivi. In Italia i vaccini sono sicuri e testati, le teorie anti-vaccinali non hanno fondamenti scientifici: il costo nel nostro Paese è di meno di 4 euro pro-capite, quindi non si tratta nemmeno di un grandissimo business”. 

Nodo cruciale è quello della obbligatorietà delle vaccinazioni. Umberto Ambrosoli, presentatore con il suo gruppo Patto civico di un progetto di legge che propone l’obbligatorietà del vaccino, sottolinea “le responsabilità della politica nel ribadire con fermezza l’efficacia della prevenzione, prendendo le distanze dalla pur legittima pressione dell’opinione pubblica. In tal senso Regione Lombardia dovrebbe facilitare il recepimento dei vaccini da parte di tutti  i genitori,  approfondendo la raccolta  e l’analisi dei dati in suo possesso circa le percentuali di coorti vaccinate. Il Comitato tecnico-scientifico vaccinale è stato fermo per oltre sei anni”.

“L’obbligatorietà può essere ammessa solo come estremo rimedio e comunque è un tema aperto, perché la priorità di Regione Lombardia deve essere la tutela della salute dei nostri cittadini – ha dichiarato Angelo Capelli (Lombardia Popolare), Vice Presidente della Commissione Sanità - L’obiettivo del legislatore deve essere quello di garantire il maggior benessere possibile a tutti i cittadini, verificando scrupolosamente l’attendibilità e l’utilità dei vaccini. E’ innegabile che dietro la produzione dei vaccini ci siano enormi interessi economici, ma prima di tutto è fondamentale l’attendibilità delle notizie: facciamo arrivare ai cittadini le corrette informazioni, senza dividerci in partenza sul tema della obbligatorietà”.

Se al momento in Lombardia pare essere garantita un’adeguata copertura vaccinale, qualche preoccupazione riguarda la tenuta del sistema nei prossimi anni. Secondo i dati forniti dalla dottoressa Maria Gramegna, Dirigente dell’UO Prevenzione di Regione Lombardia, la copertura lombarda per morbillo e rosolia è migliore del dato nazionale (attorno al 93%): era del 95% per esavalente nel 2015 ma il dato è in calo;  in ripresa dopo un picco negativo quelle per meningite e pneumococco e ancora sotto gli obiettivi nazionali del 95% quelle per il papilloma virus nelle ragazze. Record in Lombardia per l’antinfluenzale che arriva al 48% di copertura.    

Novità arriveranno dal nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, per cui verranno aumentate le dosi di vaccino per bambini (15 somministrazioni al posto delle attuali 8)  e per gli over 65. Uno sforzo che impegnerà Regione Lombardia non solo dal punto di vista organizzativo, come già messo in atto a seguito della recente riforma, ma anche dal punto di vista delle risorse: si stima infatti che l’introduzione dei nuovi LEA impegnerà oltre 50 milioni di euro.

Le evidenze scientifiche sull’efficacia dei vaccini come strumento di prevenzione della salute pubblica sono stati illustrati dal professor Alessandro Zanetti, dell’Università degli Studi di Milano  che ha anche ricordato che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno muoiono circa 1 milione 500 mila bambini per la mancata copertura vaccinale.

Più critico sull’utilità dei vaccini l’approccio  del dottor Mario Miedico, che ha messo in correlazione la necessità delle vaccinazioni al mutato contesto socio-sanitario: oggi la qualità media delle condizioni igienico-sanitarie sono ben diverse da quelle degli anni Settanta, che imponevano vaccinazioni di massa per debellare malattie oggi quasi del tutto scomparse.

Posizione anche confermata dalla panoramica dell’esperienze negli altri Paesi, illustrata dalla dottoressa Gabriella Lesmo.

Più comunicazione sui vantaggi dei vaccini e una più precisa indicazione di responsabilità nel caso del dissenso informato, sono stati, invece, caldeggiati dal professore Gian Vincenzo Zuccotti, dell’Ospedale Buzzi di Milano che ha anche sconfessato  alcuni falsi imiti riguardo ai vaccini.

A conclusione dei lavori è intervenuto l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera,  che  ha illustrato le strategie di Regione Lombardi per incentivare il ricorso alle vaccinazioni. “Occorre puntare a una miglior informazione e responsabilizzazione delle famiglie  -ha detto Gallera- La libertà di scelta si deve fondare su un’adeguata conoscenza di dati scientifici che devono essere fruibili e accessibili da parte di tutti i cittadini”. 


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