Lavoro: solo l'11% dei laureati sceglie la Pubblica amministrazione
Lo dicono le statistiche: abbiamo una Pubblica amministrazione sempre meno qualificata. Nessun riferimento ai politici alla guida dei diversi enti, bensì una semplice constatazione che riguarda che vi lavora. A oggi soltanto l'11% dei laureati (con la specialistica) accede agli uffici della Pubblica amministrazione. Lo rivela l'Agi (Agenzia giornalistica Italia) che riporta i risultati di una ricerca condotta da Anief-Confedir e presentata da Almalaurea. Dati davvero bassi se si considera che...
Lo dicono le statistiche: abbiamo una Pubblica amministrazione sempre meno qualificata. Nessun riferimento ai politici alla guida dei diversi enti, bensì una semplice constatazione che riguarda che vi lavora. A oggi soltanto l'11% dei laureati (con la specialistica) accede agli uffici della Pubblica amministrazione. Lo rivela l'Agi (Agenzia giornalistica Italia) che riporta i risultati di una ricerca condotta da Anief-Confedir e presentata da Almalaurea. Dati davvero bassi se si considera che, al contrario, si dirige verso il settore privato l'83,5% dei laureati, mentre il 5,5% opta per il no profit. Il sogno del cosiddetto "posto sicuro" nell'ente pubblico, insomma, non c'è davvero più. Anche perché, sempre secondo la ricerca, i precari dello Stato sono il 39% mentre quelli del privato sono inferiori con un 28% complessivo. Se i dati possono risultare più accettabili considerando la difficoltà di trovare un primo impiego dopo il titolo accademico, diventano invece estremamente negativi nel lungo periodo: a cinque anni di distanza dalla laurea specialistica l'obiettivo del posto fisso è raggiunto dal 71% di coloro che provano nel privato e da solo il 34% dei "dottori" che hanno scelto la strada dell'ente pubblico. Dal punto di vista di Anief-Confedir la fotografia di questa situazione occupazionale non incentiva i giovani diplomati a intraprendere gli studi accademici. E se l'Europa punta ad avere il 40% della popolazione laureata entro il 2020, qualcuno può sentirsi al sicuro: la Francia ha il 41% dei giovani con titolo accademico, il Regno Unito il 38%. In Italia ci chiediamo perché siamo fermi al 20%.