Lazzate: Comune e parrocchia parlano attraverso gli avvocati

E' già stata ribattezzata come la nuova storia tra don Camillo e Peppone: una questione che le due istituzioni devono risolvere per l'utilizzo della piazza e che, stando agli ultimi sviluppi, sembra che debba concludersi con l'intervento degli avvocati. Non si sa ancora se tutti seduti al tavolo, magari borbottando come avrebbero fatto i due protagonisti dei romanzi di Guareschi, o se tutto finirà in un'aula giudiziaria. Staremo a vedere. "La vicenda - spiega l'assessore
Andrea Monti...

E' già stata ribattezzata come la nuova storia tra don Camillo e Peppone: una questione che le due istituzioni devono risolvere per l'utilizzo della piazza e che, stando agli ultimi sviluppi, sembra che debba concludersi con l'intervento degli avvocati. Non si sa ancora se tutti seduti al tavolo, magari borbottando come avrebbero fatto i due protagonisti dei romanzi di Guareschi, o se tutto finirà in un'aula giudiziaria. Staremo a vedere. "La vicenda - spiega l'assessore

Andrea Monti - è già nota ai paesani: il parroco di Lazzate, negli ultimi tempi sempre più insofferente e infastidito dai numerosi momenti in cui la piazza è animata da feste e mercatini (organizzati ormai da oltre un decennio), si è imbarcato in una battaglia fatta di carte e lettere con l’amministrazione comunale, che a tratti è sembrata quasi ossessiva, come se si volesse cercare lo scontro a tutti i costi. Abbiamo cercato di reagire come ogni cristiano dovrebbe: porgendo l’altra guancia. Ma non è bastato Ha iniziato con il contestare la riqualificazione del muro che delimitava la piazza, che ha visto anche la realizzazione di un blocco servizi con annessa terrazza ad uso pubblico da cui si gode di un discreto scorcio sul centro cittadino. Successivamente ha iniziato a contestare l’apertura di un bagno pubblico ad uso esclusivo dei disabili, che invade la proprietà privata e creerebbe delle difficoltà nel passaggio dal cancello carraio. Dal canto nostro non abbiamo mai pensato che l’apertura di un bagno per disabili, da utilizare solo in occasione delle feste, potesse rappresentare un fastidio così grande. Ma tant’è". Stando a quanto racconta l'assessore, le lettere continuavano a arrivare in Comune in una vera e propria escalation. "Una volta si contestava l’organizzazione della festa della Lega, poi si contestava l’invadenza del tendone della “Sagra della Patata”, finendo poi per prendersela con il mercato settimanale, reo di invadere la proprietà della parrocchia con due bancarelle e di disturbare con la sua presenza i fedeli, costringendoli a una gimcana tra salumi e biancheria intima. Ricordo che il mercato settimanale si svolge nel solo pomeriggio del mercoledì, che i cristiani non hanno nessun problema con i salumi e che passare davanti ad un paio di calze o mutande non credo offenda il pudore di nessuno. Ma tant’è, prendiamone atto". Secondo Monti l'amministrazione comunale non ha mai cercato lo scontro: "Anzi, abbiamo sempre cercato di minimizzare la questione, di rifuggire lo scontro ad ogni costo, di non esacerbare gli animi. Insomma abbiamo cercato di reagire come ogni cristiano dovrebbe: porgere l’altra guancia. Ma non è bastato. Le lettere che il parroco recapitava in comune continuavano, fino ad arrivare a dichiarare, unilateralmente, che a detta loro la convenzione tra comune e parrocchia, che da svariati decenni regolava l’utilizzo di una piccola porzione della piazza di Lazzate, era da considerarsi non più valida. Si tratta di una piccola striscia di terreno, che divide la piazza dal lato Nord della chiesa e che è da sempre in uso a tutta la cittadinanza. Il comune ne ha curato la riqualificazione, ne cura l’illuminazione, la pulizia ed il controllo. Insomma, per tutti è sempre stata una piazza. I rapporti erano regolati appunto da una convenzione, che non ha mai creato nessun particolare problema in tutti questi decenni, almeno fino ad oggi". Problemi che, in fin dei conti, non sembrano impensierire l'assessore e non sembrano nemmeno insormontabili. Sono quelle questioni che, di solito, si risolvono in due minuti quanto entrambe le parti coinvolte utilizzano un po' di buon senso. Ciò che Monti non digerisce, però, è il fatto che secondo alcuni sia stata l'amministrazione comunale a mettere in campo gli avvocati: "Noi abbiamo sempre cercato di tenere un basso profilo, consci del rispetto che va dovuto alla parrocchia, alla sua tradizione e in generale a tutta la comunità cattolica di Lazzate. Questo lo abbiamo continuato a fare anche dopo che i contenuti di un incontro tra noi e alcuni rappresentanti della parrocchia, furono oggetto pochi giorni dopo, di una pretestuosa polemica politica mossa dalle nostre opposizioni. È stato invece don Aldo Ceriani, in una delle sue ultime lettere (datata 22 settembre), a richiederci espressamente di incontrarlo accompagnati dal nostro avvocato. Il Comune è stato costretto ad avvalersi di un legale, su precisa richiesta del Parroco, dopo mesi di lettere". L'assessore, tuttavia, tende la mano alla controparte: "Durante l’incontro, abbiamo capito quale fosse l’equivoco che ha evidentemente generato tutta questa diatriba: il parroco era (o forse lo è ancora?) convinto che la citata convenzione non regolasse il solo utilizzo della piccola porzione di piazza di proprietà della parrocchia, bensì che fosse sottoposta a convenzione l’intera piazza Papa Giovanni XXIII. Quindi, seguendo i paletti posti dalla convenzione, il comune non avrebbe potuto organizzare sulla piazza nessuna festa, nessun mercatino, nessun momento di ritrovo civico, se non espressamente autorizzato dal parroco. In realtà la piazza è proprietà della nostra comunità e nessuno, nemmeno il parroco di Lazzate può pensare di privarci di questo diritto. Di più: non avrebbe potuto organizzare il mercato settimanale nel borgo di Lazzate, tanto apprezzato dai cittadini e tantomeno avrebbe potuto dare autorizzazione per organizzare feste di partito né i comizi elettorali, come da anni si svolgono in piazza. Insomma, i cittadini rischiano di perdere il diritto al completo utilizzo della loro piazza, e davanti a questo rischio non possiamo che rispondere con decisione e fermezza, affermando e rivendicando un semplice ed elementare principio: la piazza è di tutti i lazzatesi".