Lentate: emozione in villa Cenacolo per Giulio Del Pero

Se n’è andato vent’anni fa: ma sono in tanti, venerdì sera, che l’hanno rivisto in mezzo al pubblico. O, meglio, in mezzo alla gente così come ha sempre fatto durante tutta la sua vita.
Giulio Del Pero, per una sera, è stato nuovamente ricoperto d’affetto da parte dei suoi amati concittadini lentatesi. Ce n’erano davvero tanti venerdì in villa Cenacolo, almeno un centinaio,  per la presentazione del libro “La bottega del senatore”, scritto da
Valentina Lietti

Se n’è andato vent’anni fa: ma sono in tanti, venerdì sera, che l’hanno rivisto in mezzo al pubblico. O, meglio, in mezzo alla gente così come ha sempre fatto durante tutta la sua vita.

Giulio Del Pero, per una sera, è stato nuovamente ricoperto d’affetto da parte dei suoi amati concittadini lentatesi. Ce n’erano davvero tanti venerdì in villa Cenacolo, almeno un centinaio,  per la presentazione del libro “La bottega del senatore”, scritto da

Valentina Lietti, nipote e giornalista, raccogliendo le testimonianze di chi l’ha conosciuto e frequentato durante la sua esistenza. “L’anno scorso – spiega l’autrice – mi sono accorta che ormai erano trascorsi vent’anni dalla sua scomparsa. Io lo conoscevo da nipote, ma erano tante le persone che in strada mi parlavano di lui. Piano piano ho iniziato a raccogliere tutte le testimonianze: un po’ per conoscerlo meglio dal punto di vista “pubblico” e un po’ per cercare di trasmettere a tutti l’emozione che prova ancora chi mi parla di lui”. Ed erano in tanti l’altra sera a ricordarlo con gli occhi lucidi. Dal moderatore dell’incontro

Edgardo Zilioli (“Ha fatto di Lentate il senso della sua vita. Viveva per la politica, non di politica. Viveva del suo, del lavoro della sua bottega, ma era sempre pronto a occuparsi delle necessità degli altri”), a

Paolo Vaghi (ex sindaco di Cesano Maderno e figlio di quell’onorevole Mario Vaghi arrivato in Parlamento grazie all’impegno e al sostegno di Del Pero). “Per me – ha dichiarato Vaghi – era come uno zio. Alla luce di quanto è accaduto in questi ultimi anni mi colpisce molto pensare che negli anni ’60 era capace di guardare oltre i confini del suo paese e di parlare già di Brianza. Ora molti si definiscono padri della nuova Provincia, ma uno dei primi promotori del riconoscimento di questa realtà è stato proprio lui”. Dalla serata è uscito il ritratto di una persona umile ma allo stesso potente: vicina ai politici che contano, ma in qualità di gregario, non di protagonista. Uno che sapeva rallegrarsi per il successo altrui senza provare invidia. “Aveva la dignità del senatore – così ha spiegato

Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza – è l’umiltà dell’uomo di bottega”. Tutti hanno esaltato la capacità che aveva Del Pero dia mediare, dialogare: da

Sergio Cazzaniga (ex assessore regionale) a

Pierluigi Catozzi (ex amministratore comunale lentatese), fino a

don Augusto Meroni che  ha sottolineato quanto era stimolante il rapporto con lui anche per un religioso: “Non era un cattolico facile, chiedeva un confronto anche su questi temi. Ma era un punto di riferimento anche per i giovani sacerdoti che si affacciavano alla finestra della sua bottega per chiedere consigli”. Tutti annuivano tra il pubblico. C’era gente che sorrideva ripensando ai rapporti avuti con Del Pero, altri avevano gli occhi un po’ più lucidi. Qualcuno, forse, in quella serata di emozioni e di ricordi, ha udito perfino la sua voce.

Il libro è stampato da Bellavite. Il ricavato sarà devoluto alla sezione lentatese dell’Aido (Associazione italiana donatori organi).

AUDIO: VALENTINA LIETTI PRESENTA IL SUO LIBRO (CLICCA QUI)