Lentate, il sindaco contro la Provincia
È guerra tra enti. Da una parte il Comune di Lentate sul Seveso che vuole portare in Consiglio comunale il Pgt (Piano di governo del territorio) prima della scadenza del mandato, dall’altro la Provincia di Monza e Brianza che ha respinto al mittente il documento allegando un elenco di osservazioni. Il sindaco
Massimo Sasso, alla lettura del fax, è andato su tutte le furie: “Sono sconcertato. Praticamente siamo considerati dei mezzadri. Le osservazioni riguardo lo strumento d...
È guerra tra enti. Da una parte il Comune di Lentate sul Seveso che vuole portare in Consiglio comunale il Pgt (Piano di governo del territorio) prima della scadenza del mandato, dall’altro la Provincia di Monza e Brianza che ha respinto al mittente il documento allegando un elenco di osservazioni. Il sindaco
Massimo Sasso, alla lettura del fax, è andato su tutte le furie: “Sono sconcertato. Praticamente siamo considerati dei mezzadri. Le osservazioni riguardo lo strumento di pianificazione del nostro territorio sono state calate dall'alto senza alcuna concertazione e, soprattutto, senza alcun riguardo per le istanze manifestate in più occasioni all'Assessore (che oggi non ricopre più quell’incarico) alla presenza del suo staff tecnico!Di fronte ai fortissimi vincoli ambientali che ci sono stati imposti, emerge una conclusione: Lentate sembra essere diventato un feudo della Provincia". Sasso non respinge il fatto che entri nel merito del Pgt. “Va però detto che qualunque disegno sovraordinato non può ignorare le specificità dei singoli luoghi, fregandosene in partenza. Questo Piano Provinciale toglie verticisticamente e in modo arrogante alle Amministrazioni locali ogni loro autonomia nel campo della programmazione urbanistica, ignorandone bisogni e potenzialità, con la sola ragione che, nell'insieme, la dimensione provinciale risulta già con un tasso di urbanizzazione troppo elevato”. Eppure, secondo il primo cittadino di Lentate sul Seveso, il suo Comune è tutt’altro che una colata di cemento. “Abbiamo il 64% del territorio ancora verde e quindi non considero proprio un dramma la previsione qualche unità percentuale di nuovo consumo di suolo. Se un’Amministrazione pensa di mettere in gioco porzioni del proprio territorio per attirarvi attività produttive, sta pensando di generare posti di lavoro, quindi di generare reddito, quindi di generare ricchezza per i propri concittadini. Per i propri concittadini prima ancora che per le casse del Comune; anche perché - oggettivamente - solo se i cittadini avranno un reddito prima, potranno anche contribuire alle casse del Comune, poi”.
Massimo Sasso, alla lettura del fax, è andato su tutte le furie: “Sono sconcertato. Praticamente siamo considerati dei mezzadri. Le osservazioni riguardo lo strumento di pianificazione del nostro territorio sono state calate dall'alto senza alcuna concertazione e, soprattutto, senza alcun riguardo per le istanze manifestate in più occasioni all'Assessore (che oggi non ricopre più quell’incarico) alla presenza del suo staff tecnico!Di fronte ai fortissimi vincoli ambientali che ci sono stati imposti, emerge una conclusione: Lentate sembra essere diventato un feudo della Provincia". Sasso non respinge il fatto che entri nel merito del Pgt. “Va però detto che qualunque disegno sovraordinato non può ignorare le specificità dei singoli luoghi, fregandosene in partenza. Questo Piano Provinciale toglie verticisticamente e in modo arrogante alle Amministrazioni locali ogni loro autonomia nel campo della programmazione urbanistica, ignorandone bisogni e potenzialità, con la sola ragione che, nell'insieme, la dimensione provinciale risulta già con un tasso di urbanizzazione troppo elevato”. Eppure, secondo il primo cittadino di Lentate sul Seveso, il suo Comune è tutt’altro che una colata di cemento. “Abbiamo il 64% del territorio ancora verde e quindi non considero proprio un dramma la previsione qualche unità percentuale di nuovo consumo di suolo. Se un’Amministrazione pensa di mettere in gioco porzioni del proprio territorio per attirarvi attività produttive, sta pensando di generare posti di lavoro, quindi di generare reddito, quindi di generare ricchezza per i propri concittadini. Per i propri concittadini prima ancora che per le casse del Comune; anche perché - oggettivamente - solo se i cittadini avranno un reddito prima, potranno anche contribuire alle casse del Comune, poi”.