Lentate, pedofilia in parrocchia e sul web: condannato a 6 anni e 8 mesi
Condannato a 6 anni e 8 mesi per violenza sessuale nonché per produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Pesa come un macigno la sentenza pronunciata da
Alfonsa Ferraro, Gip (Giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Milano nei confronti di
Niccolò Vergani, il ventiduenne residente in paese e da molti conosciuto in quanto educatore all'oratorio Sant'Angelo. Sentenza che fa discutere e che divide l'opinione pubblica: da un lato chi ma...
Condannato a 6 anni e 8 mesi per violenza sessuale nonché per produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Pesa come un macigno la sentenza pronunciata da
Alfonsa Ferraro, Gip (Giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Milano nei confronti di
Niccolò Vergani, il ventiduenne residente in paese e da molti conosciuto in quanto educatore all'oratorio Sant'Angelo. Sentenza che fa discutere e che divide l'opinione pubblica: da un lato chi manifesta solidarietà con un "poverino", dall'altro chi pensa che le poverine, le vittime, siano state le minorenni che alla fine hanno deciso di raccontare la verità. Il giovane era finito sul banco degli imputati con l'accusa di aver filmato le ragazzine nei bagni della parrocchia e negli spogliatoi del teatro con l'utilizzo di microcamere. La sua attività, tuttavia, si era spinta anche su Internet dove, tramite Facebook e Messenger, si metteva in contatto con ragazzine con un falso profilo da dodicenne: minacciando le ragazze, con la scusa di aver inviato un virus nel loro pc, si faceva spedire immagini. Facile per la Polizia postale risalire all'Ip del suo computer per ritrovare le tracce delle foto e i filmati. Vergani, pentito, nelle scorse settimane ha chiesto scusa alle sue vittime e alle loro famiglie annunciando, nel contempo, di voler seguire una terapia. Il Pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 6 anni, il giudice ha aggiunto altri 8 mesi oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto a frequentare attività sociali che possano permettergli di entrare ancora in contatto con minorenni.
Alfonsa Ferraro, Gip (Giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Milano nei confronti di
Niccolò Vergani, il ventiduenne residente in paese e da molti conosciuto in quanto educatore all'oratorio Sant'Angelo. Sentenza che fa discutere e che divide l'opinione pubblica: da un lato chi manifesta solidarietà con un "poverino", dall'altro chi pensa che le poverine, le vittime, siano state le minorenni che alla fine hanno deciso di raccontare la verità. Il giovane era finito sul banco degli imputati con l'accusa di aver filmato le ragazzine nei bagni della parrocchia e negli spogliatoi del teatro con l'utilizzo di microcamere. La sua attività, tuttavia, si era spinta anche su Internet dove, tramite Facebook e Messenger, si metteva in contatto con ragazzine con un falso profilo da dodicenne: minacciando le ragazze, con la scusa di aver inviato un virus nel loro pc, si faceva spedire immagini. Facile per la Polizia postale risalire all'Ip del suo computer per ritrovare le tracce delle foto e i filmati. Vergani, pentito, nelle scorse settimane ha chiesto scusa alle sue vittime e alle loro famiglie annunciando, nel contempo, di voler seguire una terapia. Il Pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 6 anni, il giudice ha aggiunto altri 8 mesi oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto a frequentare attività sociali che possano permettergli di entrare ancora in contatto con minorenni.