Lissone: oggi i primi due profughi iniziano a fare volontariato sul territorio
Primo giorno di 'lavoro' oggi, lunedì 13 aprile, per i primi due richiedenti asilo, ospitati al Centro sociale Botticelli di Lissone, che hanno aderito alla proposta del Comune di prestare volontariamente la loro opera per lavori di pubblica utilità. Un gruppo di «richiedenti asilo» volontari ha frequentato nei giorni scorsi un incontro formativo di base nei locali del magazzino comunale in via Leopardi e lunedì due di loro inizieranno la loro attività gratuita, integrati nelle squadre di ope...
Primo giorno di 'lavoro' oggi, lunedì 13 aprile, per i primi due richiedenti asilo, ospitati al Centro sociale Botticelli di Lissone, che hanno aderito alla proposta del Comune di prestare volontariamente la loro opera per lavori di pubblica utilità. Un gruppo di «richiedenti asilo» volontari ha frequentato nei giorni scorsi un incontro formativo di base nei locali del magazzino comunale in via Leopardi e lunedì due di loro inizieranno la loro attività gratuita, integrati nelle squadre di operai comunali e impegnati soprattutto in lavori di verniciatura e piccola manutenzione del verde pubblico. Il cammino burocratico per arrivare a tale risultato non è stato semplice, ma ha anche aperto la strada ad altre esperienze del genere in Brianza: dopo la delibera della Giunta Monguzzi, che il 17 dicembre scorso aveva approvato la proposta anche allo scopo di facilitare l'integrazione nel tessuto sociale dei migranti ospiti, è stato preparato un apposito protocollo d'intesa con la Prefettura, la Provincia, i Comuni di Mb e i sindacati, mentre il Consorzio Comunità Brianza- che gestisce il centro Botticelli - ha stipulato un'apposita assicurazione per eventuali danni da infortuni. Quasi tutti i comuni dell' ambito di Carate sottoscrivono il protocollo. Ora i primi due volontari (in seguito presteranno attività di volontariato altri giovani stranieri), muniti dell'attrezzatura e del materiale comunale - unica spesa prevista per la collettività -, potranno mettersi all'opera, sviluppando un servizio certamente utile, ma anche partecipando a un progetto educativo nel quale diventano essi stessi protagonisti e responsabili di una prima formazione professionale, e sviluppando un percorso di integrazione in cui in un certo senso «restituiscono», con il loro impegno, l'aiuto economico e sociale ricevuto dall'Italia e dai suoi cittadini attraverso i canali del ministero dell'Interno.