Seveso, Briantea84: nulla da fare, la Coppa Italia resta a Roma
Anche questa volta, come un anno fa, è il Santa Lucia a sollevare la Coppa Italia, la numero 12 nel suo palmares. Una vittoria quasi facile quella contro la UnipolSai, mai veramente in partita e troppo arrendevole per poter dire la sua. Infatti finisce addirittura 82-61 per i padroni di casa. Il quintetto di Carlo di Giusto, ridotto ai minimi termini anche per l’assenza di Giulio Sanna, ha fatto la differenza con una difesa che non ha lasciato spazio a nessuno. Grazie alla vittoria del primo ...
Anche questa volta, come un anno fa, è il Santa Lucia a sollevare la Coppa Italia, la numero 12 nel suo palmares. Una vittoria quasi facile quella contro la UnipolSai, mai veramente in partita e troppo arrendevole per poter dire la sua. Infatti finisce addirittura 82-61 per i padroni di casa. Il quintetto di Carlo di Giusto, ridotto ai minimi termini anche per l’assenza di Giulio Sanna, ha fatto la differenza con una difesa che non ha lasciato spazio a nessuno. Grazie alla vittoria del primo trofeo stagionale, il Santa Lucia avrà anche il vantaggio del campo nella serie scudetto contro la UnipolSai: si inizia il 9 maggio a Roma. Cantù contro Roma, non è una partita. È la partita. Mai uguale, una ripetizione con infinite variabili. C’è solo una costante: il batticuore. Dal primo secondo, dal primo sguardo feroce, è subito una battaglia. Senza preliminari. Fa storia già prima di cominciare. Ma non è una recita di solisti. Non basta Brian Bell, pur con i suoi 28 punti. Non può un uomo solo, soprattutto se addosso ha uno come Sofyane Mehiaoui. Non basta neppure Gaz Choudhry, che è una pallida copia del giocatore che potrebbe essere. La UnipolSai ha interrotto la scia vincente di 18 partite, sbattendo contro lo stesso muro di sei mesi fa in Supercoppa. “Troppe individualità non fanno un buon gioco contro una squadra forte come il Santa Lucia – è la sentenza del capitano Ian Sagar -. Non siamo stati in grado di esprimere un gioco fluido, è stata una partita difficile in casa dei nostri avversari: loro erano molto più organizzati di noi, che invece eravamo più solitari. Così è un suicidio ogni volta. Dovremo rivedere tante volte questa partita perché giocheremo molte volte ancora contro di loro, in momenti cruciali, quindi dovremo imparare come passare la palla, come fare press. Speriamo che che questa sconfitta sia positiva per trovare le soluzioni e affrontare meglio lo scudetto”. “Alla fine la retina è restata a Roma – ha ammesso un laconico Malik Abes -. Non siamo mai entrati veramente in partita, abbiamo faticato molto a trovare le conclusioni, a volte non le abbiamo neanche cercate. Il Santa Lucia, bisogna essere onesti, ha giocato una grandissima partita davanti al suo pubblico. Noi abbiamo sbagliato troppo anche i tiri liberi, magari anche la stanchezza fisica di Gaz che è al terzo ciclo di antibiotici in un mese. I nostri avversari hanno fatto un vero press sui nostri tre terminali, Ruiz compreso. Hanno vinto anche per questo”. Pronti via, Berdun ci prova due volte dall’arco ma il ferro lo respinge. Ci pensa Mehiaoui con una delle sue famigerate bombe a punire i biancoblu: due bombe e Roma butta avanti la testa, portandosi sull’8-4. Choudhry rimette in parità (10-10), ma sul 16-10 per i capitolini firmato da Rossetti, arriva il time out di Malik Abes. Il primo quarto c’è Roma a dettare legge: il vantaggio di 6 punti non si sgretola, neppure sotto le bordate di Choudhry e Bell. Cavagnini trova sempre la mattonella giusta e la retina lo ringrazia. Bell accorcia a -4 e Schiera butta disinnesca l’ultima palla utile prima della sirena (22-18). Il basket in carrozzina è uno sport di non contatto? Servirebbe vedere questa partita per rendersi conto che non è così. Mehiaoui incatena Bell e gli impedisce qualunque iniziativa solitaria, ma anche di cercare i compagni. Sagar accorcia a -2 (22-20), ma Berdun – prima dall’area e poi in contropiede – rialza di nuovo il muro (26-20). La UnipolSai spreca molto, mentre l’italo-argentino non ne sbaglia una: è 32-22 per il Santa Lucia. Dopo aver lottato come una pantera, Bell riesce a sfilarsi dalla morsa e guadagna tiro più fallo, i biancoblu tornano a 25-32. Carossino, con 3 penalità addosso, mette nelle mani di Rossetti un biglietto che vale 3 punti e, col contropiede di Mahiaoui, i gialloblu volano a + 12 (37-25), quando mancano ancora 3’37’’ prima della pausa lunga. Ormai gioca solo Roma: la tripla del francese decreta il 42-25. È buio profondo dalle parti della UnipolSai. L’ultima azione del secondo periodo è il canestro dello statunitense, Roma ci prova non riesce ad allungare a salire il gradino del +20. A riposo si va sul 42-27 per il Santa Lucia, con un parziale di 20-9 che dice molte cose su chi sta giocando e chi no. L’intervallo produce un effetto: la UnipolSai torna a giocare. Il distacco con il Santa Lucia è sempre pesante, ma i palloni di Bell iniziano a piegare la difesa romana. Dalla lunetta i biancoblu non capitalizzano come dovrebbero, ma intanto Mehiaoui si fa carico del quarto fallo personale: coach Di Giusto lo risparmia per i momenti che contano e la sua assenza si nota. Pur con tutti gli sforzi, sempre e comunque 15 sono le lunghezze che separano la UnipolSai da un aggancio. Il terzo quarto si chiude sul 61-46 per i gialloblu. Se anche Roma smettesse di tirare a canestro per qualche minuto, cosa del tutto impossibile in questa gara avvelenata, ci vorrebbe anche che il quintetto di Malik Abes migliorasse la sua continuità e ritrovasse la fiducia con la palla: a 4’ dalla fine dei giochi, Berdun infila il canestro del 71-54. La prima tripla di Brian Bell arriva dopo 37’ di gioco per segnare il 71-57, ormai troppo tardi. La totale assenza della UnipolSai dalla distanza è stata il drammatico asso nella manica dei capitolini, che hanno concluso gli ultimi minuti di gioco in una ormai assenza di contraddittorio.