Martedì in Regione si mette ai voti lo stop a Pedemontana

Una mozione per fermare i lavori di realizzazione dell'autostrada Pedemontana. E' presentata dal Movimento 5 Stelle e sarà discussa dal Consiglio regionale nella giornata di martedì prossimo 4 marzo. "Non c'è più tempo da perdere - afferma
Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle -, Pedemontana va fermata subito al Tratto A, in via di ultimazione, con l'immissione del traffico sulla A8 a Lomazzo. La realizzazione del tratto B1, fino all'imbocco della ...

Una mozione per fermare i lavori di realizzazione dell'autostrada Pedemontana. E' presentata dal Movimento 5 Stelle e sarà discussa dal Consiglio regionale nella giornata di martedì prossimo 4 marzo. "Non c'è più tempo da perdere - afferma

Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle -, Pedemontana va fermata subito al Tratto A, in via di ultimazione, con l'immissione del traffico sulla A8 a Lomazzo. La realizzazione del tratto B1, fino all'imbocco della Milano-Meda a Lentate sul Seveso, sarebbe drammatico per tutta la Brianza. La superstrada è già oggi congestionata, l'arrivo di nuovo traffico da Varese, Como e Saranno getterebbe nel caos viabilistico i comuni sull'asse della Milano-Meda (Lentate, Barlassina, Seveso, Cesano, Bovisio Masciago). I Comuni e la Provincia hanno già fatto sentire la loro voce, ora tocca al Consiglio Regionale. Le forze politiche che dovessero votare contro la mozione, se ne assumerebbero la responsabilità di fronte ai cittadini". La mozione - spiega il Movimento 5 Stelle in un comunicato - porta in Regione un no forte e chiaro ad un’opera nata vecchia, immaginata 50 anni fa in condizioni urbanistiche, industriali e ambientali del tutto diverse e che, se realizzata per intero, costerà 5 miliardi di euro. "Sono numerose - aggiunge Corbetta - le criticità dell'opera: tra queste il passaggio su di una zona ancora inquinata dalla diossina di Seveso e l’assenza di una copertura finanziaria per la realizzazione dell’intera infrastruttura. All’incertezza dei tempi di realizzazione si aggiunge l’insostenibilità ambientale della costruzione, la superficie della Provincia di Monza e della Brianza infatti è tra le più urbanizzate d’Italia. Sono poi stati rilevati diversi profili di illegittimità al progetto della tratta B2, quali il cambio del progetto di interramento della tratta stessa, tanto che presso il Tar è depositato un ricorso in attesa di giudizio. Oggi in Regione diamo voce ad una posizione condivisa da molti cittadini, comitati e associazioni ma che non ha mai trovato una sponda politica in Regione. Questo atto costringerà tutti i gruppi politici, con il voto in commissione, a esprimere la loro idea di futuro della Lombardia. Il nostro no a Pedemontana non ha nulla di ideologico ma interpreta perfettamente l’idea della Lombardia nella quale ci piacerebbe vivere: meno traffico non vuol dire più autostrade ma più trasporto pubblico e meno auto. Abbiamo bisogno di un cambio di paradigma culturale: costruire autostrade non è sinonimo di progresso e sviluppo economico. Da questo punto di vista il grande lavoro svolto dai comitati locali è la dimostrazione che come spesso succede i cittadini sono più avanti dei politici".

2 commenti

ERMENEGILDO :
L'altra sera, alla riunione del COMITATO AMBIENTE in Bovisio Masciago, ove era prevista la proiezione del film di cui all'allegato LINK e gli interventi dei Dottori PAOLO MASCAGNI e ARTURO BAJ dell'Ospedale di Desio, il mio intervento è stato il seguente: LA PEDEMONTANA FALSA E LA DIOSSINA VERA "La Signora Stefania fa capire che se i responsabili regionali abitassero in questa zona non avrebbero derogato alle norme di sicurezza varate dalle Autorità dopo il disastro del 10 luglio 1976 per la tutela della salute dei cittadini, che abitano in zone inquinate, ma mai bonificate. La Signora Stefania, inoltre, invoca un minimo di rispetto per la sofferenza delle persone e per la storia. I cittadini di Baruccana chiedono ad alta voce che non si muova il terreno inquinato. La Signora Laura, dopo la cronistoria delle sue patologie, i decessi per tumore dei suoi cari e di tanti suoi concittadini, tra l’altro dice che per continuare a vivere, l’interessante è non sentirsi malati… Alla domanda se ha paura, risponde che non è questione di paura, ma di disonestà, che è più brutta, perché la paura la vinci, la disonestà… invece… hai le persone di fronte che lavorano sulla tua pelle e sono solo disoneste. Aggiunge: “Lo sapevano che c’erano queste cose… che non hanno curato prima e adesso buttano tutto per aria… poi ci saranno nuovi morti e si chiederanno: perché?” Il Dott. Raffaele Cattaneo, nel filmato, dice: “Io credo che la Pedemontana sia l’opera più importante tra quelle che stiamo facendo in questi anni per il potenziamento della rete stradale in Lombardia. E’ la prima opera che collega la fascia prealpina da ovest a est, evitando il grave difetto storico viabilistico, che è quello radiale verso Milano. Ma la Pedemontana è anche un simbolo: un grande progetto di ridisegno non solo della mobilità, ma anche del tessuto urbano in quella che probabilmente è l’area più densamente popolata di tutta la Lombardia.” La sola cosa vera che dice il Dottor Cattaneo è che questa “probabilmente è l’area più densamente popolata di tutta la Lombardia.” Il resto sarebbe come dice lui se il tracciato fosse davvero ai piedi dei monti, da cui deriva il nome Pedemontana. La deviazione di Cermenate per sovrapporsi alla Milano Meda sa tanto di bramosia di pedaggio e non di risoluzione del problema viabilistico: nel 1950 si parlava di Pedemontana Biella Bergamo lunga circa 130 Km. Ottima idea, ma poi nulla si fece e nulla più si disse fino al 2000, quando si sortì con la Varese Bergamo, distanza in linea d’aria di circa 70 Km, ma ben 157 Km di tracciato definitivo, con deviazioni, curve e controcurve, zigzagando qua e là, in Brianza, al fine di toccare le buone fonti di pedaggio. Quindi, l’opera non tange affatto la radialità delle strade, che dai monti vanno verso Milano, ma è una deviazione per saziare la bramosia di guadagno dei devoti della greppia! La Regione Lombardia pare che ami immensamente la nostra zona: agli inizi anni ’70, col CRIAL di Zambetti, omise di intervenire per far cessare la produzione di triclorofenolo all’ICMESA: omissione di atti d’ufficio, quindi, arrivò il 10 luglio; nell’anno 1983, prima che iniziasse il processo penale a Monza contro l’ICMESA per delitto ambientale colposo, incamerò 62 miliardi di lire dalla Givaudan con la transazione per i danni subiti in misura maggiore dai Sevesini, ma per i Sevesini non ha speso una lira; nel 2008, deroga alle norme di sicurezza sulla diossina, dicendo che dopo la bonifica non ci sono più rischi, dimenticando, o fingendo di dimenticare, che la zona B, ex A, non è mai stata bonificata. Ho già detto che negli anni ’70, il CRIAL, oggi ARPA, nulla fece per impedire che all’ICMESA si producesse triclorofenolo tra Meda e Seveso; quando nel 1983, in Tribunale a Monza, durante la celebrazione del processo penale per il delitto del 10 luglio, il Presidente chiese al responsabile ICMESA perché il triclorofenolo non fosse stato prodotto in Svizzera, egli rispose: "In Svizzera non potevamo produrre quella sostanza senza mettere a repentaglio la salute dei cittadini.” In BRIANZA, sì! La BONIFICA? Tanti ne parlano, ma non ritengo sia cosa facile per l’immane costo dell’enorme quantità di terreno da asportare. Dopo il 10 luglio fu relativamente facile bonificare vaste zone inquinate perché il tossico era in superficie, le persone evacuate. Bastava aspirare pochi centimetri di terra per portar via anche la diossina: oggi, è a trenta, quaranta, cinquanta centimetri di profondità, a causa delle piogge. Inoltre, nelle adiacenze, abitano persone! La Regione Lombardia, per “giustificare” la deroga alle norme di sicurezza, ha mentito sui reali rischi, che corre la popolazione con la movimentazione del terreno inquinato dalla diossina. Cattaneo, braccio destro di Formigoni, e forse azionista della falsa Pedemontana, dice che i nostri timori sono un aspetto psicologico, rispettabili, ma non hanno riscontro coi rischi reali. Di analoga opinione il presidente della falsa Pedemontana e qualche altro… Anche gli amministratori comunali di Seveso del tempo della deroga sono responsabili: il desiderio di gestire i fondi delle c.d. compensazioni li aveva accecati, assordati, drogati. Il sindaco per giustificare il suo assenso alla politica regionale sul disastro Icmesa, spesso diceva: “DI DIOSSINA NON E’ MORTO NESSUNO!” Secondo i ricercatori, I tipi di diossine sono ben 210. La diossina sprigionata dall’incidente ICMESA è la più pericolosa in circolazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito questo tossico “cancerogeno di prima classe”. Quindi, è un tossico speciale, tanto speciale quanto pericoloso, poiché è fuor di dubbio che produce effetti nefasti anche in minime dosi: PICOGRAMMI. In queste condizioni è chiaro che il silente ed invisibile mostro DEVE essere lasciato lì, dov’è, immobile, finché il tempo e madre natura non lo avranno reso innocuo. Si faccia la Pedemontana, come la chiamano loro, ma ai piedi dei monti: un tracciato autostradale di 157 chilometri in pianura per una distanza di meno di 70 chilometri in linea d’aria, è illogico, irrazionale, tortuoso… e dannoso, almeno per noi che viviamo in zona. Grazie!" http://la1.rsi.ch/_dossiers/player.cfm?uuid=5bc1be1c-5624-4118-b3ee-45a82e8cea89 | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi
ERMENEGILDO :
CONSIGLIO REGIONE LOMBARDIA. LA MAGGIORANZA HA RESPINTO LA MOZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE IN MERITO ALLA PSEUDO PEDEMONTANA. DA DOMATTINA, NEL SITO DELLA REGIONE, SARA' DISPONIBILE PER LA LETTURA LA DELIBERA. VEDREMO QUALI MOTIVAZIONI HA ADDOTTO LA MAGGIORANZA, SE TOTALMENTE, OPPURE CON QUALCHE EMENDAMENTO. | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi