Meda: "Dalla commissione Regolamento la fine della democrazia partecipata"
Distanze incolmabili tra maggioranza e minoranza: nella commissione Regolamento e Statuto la spaccatura ormai è netta. Convocati nella serata di lunedì 9 febbraio per eleggere il nuovo presidente dopo le dimissioni di
Luca Santambrogio, i consiglieri dell'opposizione non hanno partecipato al voto. Il perché ce lo spiega
Alberto Colombo (capogruppo della lista Sinistra e Ambiente), amareggiato per la piega che sta prendendo il confronto tra chi governa la ci...
Distanze incolmabili tra maggioranza e minoranza: nella commissione Regolamento e Statuto la spaccatura ormai è netta. Convocati nella serata di lunedì 9 febbraio per eleggere il nuovo presidente dopo le dimissioni di
Luca Santambrogio, i consiglieri dell'opposizione non hanno partecipato al voto. Il perché ce lo spiega
Alberto Colombo (capogruppo della lista Sinistra e Ambiente), amareggiato per la piega che sta prendendo il confronto tra chi governa la città e le forze di minoranza con scelte e impostazioni che, sempre più, riducono la collaborazione tra i gruppi consiliari.
Continua la telenovela della Commissione Regolamento e Statuto con il tandem Daelli (Pd) e Molteni (Ncd) in piena attività. Il 9 febbraio il sindaco Gianni Caimi ha convocato la Commissione per procedere alle elezioni del nuovo Presidente e del Vicepresidente essendosi Santambrogio dimessosi dalla carica a seguito delle vicende precedentemente relazionate.
Colpo di scena, il voto per l'elezione deve essere segreto, anche se segreto non è poichè le schede distribuite sono "pesate" e quindi riconducibili a chi esercita il voto. Pesate cioè: quella di Daelli (Pd) vale 9, quella per Santambrogio (Lega) vale 3 e tutte le altre, quelle di Sinistra e Ambiente, Meda per Tutti, Lista Buraschi, Ncd e IdV valgono 1.
In pratica è come se il rappresentante del Pd e della Lega, firmassero il loro "voto segreto". Quindi, la segretezza del voto è un puro esercizio di pensiero.
Ma non è finita qui. Santambrogio della Lega non si presenta, Zannin dell'IdV non c'è da tempo e Daelli (Pd) legge una dichiarazione che è una sua autocandidatura alla Presidenza "per la maggioranza" e indica Molteni Ncd (che caso ) per la Vicepresidenza. Viste le premesse poco garantiste, Colombo (Sinistra e Ambiente) e Busnelli (Meda per Tutti) dichiarano di non voler partecipare al voto. Logico quindi porsi il problema della liceità della votazione visto che per il Presidente hanno votato in 2 componenti su 7 e per il Vicepresidente in 3 (è entrata la consigliere Galimberti della Lista Buraschi) componenti su 7. Qualcuno obietterà che per la validità del voto, si considera il voto pesato cioè 9 (Daelli Pd) + 1 (Molteni NcD) ma di fatto, il Regolamento non dice nulla in merito e, ritenere valida una seduta di Commissione con soli 2 componenti su 7, oltretutto con all'ordine del giorno l'elezione di Presidente e Vice, ci pare un azzardo e l'ennesima forzatura.
Ora invece focalizziamoci sulla dichiarazione di Daelli menzionata poco sopra che contiene un ultimatum a nome della "maggioranza" verso tutte "le minoranze" a trovare un accordo tra loro per la nomina della Presidenza altrimenti ...
Una dichiarazione dove si mostra di non aver ancora compreso che è il ruolo di Consigliere Comunale, con le sue attribuzioni, ad essere al centro dell'attività della Commissione, indipendentemente dall'appartenenza ad uno schieramento di "maggioranza" o "minoranza".
Sorgono altresì spontanee alcune domande da rivolgere al rappresentante del Pd: ma di quale "maggioranza" parla?
Quella uscita dalle urne del 2012? Se si, s'è dimenticato di consultare Sinistra e Ambiente. Se la "maggioranza" è altra, qual è la sua composizione? Pd da solo? Pd con Molteni?
Andiamo avanti. Nella dichiarazione di Daelli c'è la volontà del Pd (tutto?) o meglio, dell'esecutivo a trazione Caimi e con supporter Molteni, di concretizzare finalmente il tanto agognato controllo su tutte le commissioni, Recita l'ultimo capoverso: "Verranno a costituirsi, se approvate, nuove commissioni con la rappresentanza di tutti i gruppi consiliari, con conseguente e successiva elezione dei presidenti e vicepresidenti". Intendendo che la configurazione di tutte le commissioni, quindi anche delle 4 permanenti sarà "pesata", come da emendamento proposto da Molteni nella seduta del 27 gennaio. Così, si realizzerà l'obiettivo dell'esecutivo di Caimi: avere commissioni dove il Presidente è possibilmente espressione del Pd e dove, comunque, i numeri sono tali dal garantirsi da qualsivoglia sorpresa rispetto ai pareri, pur non vincolanti, della commissione su argomenti di delibera.
Avremo Commissioni "svuotate" delle loro potenzialità di interazione e di elaborazione propositiva, senza la facoltà di chiedere approfondimenti su argomenti specifici importanti e quindi assise "pesantemente blindate" e di finta consultazione solo su delibere consiliari definite dalla giunta. Eh si, perchè solo su questo l'esecutivo vuole che siano convocate le commissioni, con buona pace della tanto sbandierata trasparenza e del tanto richiamato coinvolgimento. Certo, nell'attività amministrativa medese esistono problemi più concreti da affrontare, ma sono le regole che, di comune accordo, ci si da che definiscono metodo e luoghi ove trattare anche questi problemi, per evitare che argomenti "importanti" che determinano il destino della nostra città - Variante al PGT, Ambiti di Trasformazione, Urbanistica, Infrastrutture, Viabilità, Ambiente, restino di esclusiva proprietà di pochi, senza possibilità di condivisione. Questa si chiama oligarchia ed è il metodo che stanno applicando gli attuali amministratori medesi.
Luca Santambrogio, i consiglieri dell'opposizione non hanno partecipato al voto. Il perché ce lo spiega
Alberto Colombo (capogruppo della lista Sinistra e Ambiente), amareggiato per la piega che sta prendendo il confronto tra chi governa la città e le forze di minoranza con scelte e impostazioni che, sempre più, riducono la collaborazione tra i gruppi consiliari.
Continua la telenovela della Commissione Regolamento e Statuto con il tandem Daelli (Pd) e Molteni (Ncd) in piena attività. Il 9 febbraio il sindaco Gianni Caimi ha convocato la Commissione per procedere alle elezioni del nuovo Presidente e del Vicepresidente essendosi Santambrogio dimessosi dalla carica a seguito delle vicende precedentemente relazionate.
Colpo di scena, il voto per l'elezione deve essere segreto, anche se segreto non è poichè le schede distribuite sono "pesate" e quindi riconducibili a chi esercita il voto. Pesate cioè: quella di Daelli (Pd) vale 9, quella per Santambrogio (Lega) vale 3 e tutte le altre, quelle di Sinistra e Ambiente, Meda per Tutti, Lista Buraschi, Ncd e IdV valgono 1.
In pratica è come se il rappresentante del Pd e della Lega, firmassero il loro "voto segreto". Quindi, la segretezza del voto è un puro esercizio di pensiero.
Ma non è finita qui. Santambrogio della Lega non si presenta, Zannin dell'IdV non c'è da tempo e Daelli (Pd) legge una dichiarazione che è una sua autocandidatura alla Presidenza "per la maggioranza" e indica Molteni Ncd (che caso ) per la Vicepresidenza. Viste le premesse poco garantiste, Colombo (Sinistra e Ambiente) e Busnelli (Meda per Tutti) dichiarano di non voler partecipare al voto. Logico quindi porsi il problema della liceità della votazione visto che per il Presidente hanno votato in 2 componenti su 7 e per il Vicepresidente in 3 (è entrata la consigliere Galimberti della Lista Buraschi) componenti su 7. Qualcuno obietterà che per la validità del voto, si considera il voto pesato cioè 9 (Daelli Pd) + 1 (Molteni NcD) ma di fatto, il Regolamento non dice nulla in merito e, ritenere valida una seduta di Commissione con soli 2 componenti su 7, oltretutto con all'ordine del giorno l'elezione di Presidente e Vice, ci pare un azzardo e l'ennesima forzatura.
Ora invece focalizziamoci sulla dichiarazione di Daelli menzionata poco sopra che contiene un ultimatum a nome della "maggioranza" verso tutte "le minoranze" a trovare un accordo tra loro per la nomina della Presidenza altrimenti ...
Una dichiarazione dove si mostra di non aver ancora compreso che è il ruolo di Consigliere Comunale, con le sue attribuzioni, ad essere al centro dell'attività della Commissione, indipendentemente dall'appartenenza ad uno schieramento di "maggioranza" o "minoranza".
Sorgono altresì spontanee alcune domande da rivolgere al rappresentante del Pd: ma di quale "maggioranza" parla?
Quella uscita dalle urne del 2012? Se si, s'è dimenticato di consultare Sinistra e Ambiente. Se la "maggioranza" è altra, qual è la sua composizione? Pd da solo? Pd con Molteni?
Andiamo avanti. Nella dichiarazione di Daelli c'è la volontà del Pd (tutto?) o meglio, dell'esecutivo a trazione Caimi e con supporter Molteni, di concretizzare finalmente il tanto agognato controllo su tutte le commissioni, Recita l'ultimo capoverso: "Verranno a costituirsi, se approvate, nuove commissioni con la rappresentanza di tutti i gruppi consiliari, con conseguente e successiva elezione dei presidenti e vicepresidenti". Intendendo che la configurazione di tutte le commissioni, quindi anche delle 4 permanenti sarà "pesata", come da emendamento proposto da Molteni nella seduta del 27 gennaio. Così, si realizzerà l'obiettivo dell'esecutivo di Caimi: avere commissioni dove il Presidente è possibilmente espressione del Pd e dove, comunque, i numeri sono tali dal garantirsi da qualsivoglia sorpresa rispetto ai pareri, pur non vincolanti, della commissione su argomenti di delibera.
Avremo Commissioni "svuotate" delle loro potenzialità di interazione e di elaborazione propositiva, senza la facoltà di chiedere approfondimenti su argomenti specifici importanti e quindi assise "pesantemente blindate" e di finta consultazione solo su delibere consiliari definite dalla giunta. Eh si, perchè solo su questo l'esecutivo vuole che siano convocate le commissioni, con buona pace della tanto sbandierata trasparenza e del tanto richiamato coinvolgimento. Certo, nell'attività amministrativa medese esistono problemi più concreti da affrontare, ma sono le regole che, di comune accordo, ci si da che definiscono metodo e luoghi ove trattare anche questi problemi, per evitare che argomenti "importanti" che determinano il destino della nostra città - Variante al PGT, Ambiti di Trasformazione, Urbanistica, Infrastrutture, Viabilità, Ambiente, restino di esclusiva proprietà di pochi, senza possibilità di condivisione. Questa si chiama oligarchia ed è il metodo che stanno applicando gli attuali amministratori medesi.
Sinistra e Ambiente Meda :
Solo una precisazione rispetto alla premessa dell'articolo: non è un problema di "distanze incolmabili tra maggioranza e minoranza" visto che PER VOLONTA' degli elettori e non di Caimi, Sinistra e Ambiente è nella Coalizione che lo elesse. Il problema è la mancanza di trasparenza e l'autoritarismo, in stile oligarchia che l'esecutivo di Caimi pratica per limitare le prerogative di TUTTI i Consiglieri Comunali. Purtroppo, il gruppo consiliare del PD di Meda, continua ad ignorare questo fatto, non avendo ancora compreso il loro ruolo. Sinistra e Ambiente - Meda | martedì 05 maggio 2015 12:00 Rispondi