Meda, forno inceneritore: Sinistra e Ambiente boccia il piano industriale
Si avvicina l'assemlea dei soci e aumentano le voci al coro dei no che boccia la revisione del piano industriale di Bea (Brianza Energia Ambiente). In vista dell'appuntamento di venerdì 8 novembre che vedrà coinvolti numerosi sindaci della Brianza sul tema della gestione dei rifiuti e dell'incenerimento, da più parti vengono sottolineate le criticità del nuovo piano proposto dall'azienda. Tra gli scontenti, dopo aver raccolto il parere della maggioranza desiana, anche Sinistra e Ambiente che ...
Si avvicina l'assemlea dei soci e aumentano le voci al coro dei no che boccia la revisione del piano industriale di Bea (Brianza Energia Ambiente). In vista dell'appuntamento di venerdì 8 novembre che vedrà coinvolti numerosi sindaci della Brianza sul tema della gestione dei rifiuti e dell'incenerimento, da più parti vengono sottolineate le criticità del nuovo piano proposto dall'azienda. Tra gli scontenti, dopo aver raccolto il parere della maggioranza desiana, anche Sinistra e Ambiente che ci ha inviato un comunicato in cui spiega diffusamente perché nutre forti perplessità nei confronti del documento che i primi cittadini dovranno discutere.
Si torna a parlare del forno inceneritore di Desio e del Piano Industriale di Bea (Brianza Energia Ambiente). Venerdì 8/11/013 si terrà infatti l'Assemblea dei Soci, cui partecipano i Sindaci (o loro delegati) dei 12 Comuni facenti parte del Consorzio e aventi una quota in Bea (vedi a fianco).
Sarà una riunione atta a decidere sul Piano Industriale presentato da Bea, rivisto rispetto alla precedente versione su cui alcuni Comuni del Consorzio avevano sollevato contrarietà e perplessità. Tra le 4 soluzioni previste da Bea, pare che vada per la maggiore quella ove gli aggiustamenti sono relativi agli investimenti strutturali per 15 milioni di euro (a fronte dei 25 previsti nel precedente Piano) da cui rientrare in 15 anni (anziché in 20 come previsto nel precedente). I rifiuti da incenerire salirebbero fino a 88 mila tonnellate annue. Il tutto garantirebbe – secondo quanto elaborato da Bea – riduzioni nelle tariffe per i Comuni: di 12 euro a tonnellata nel 2014 e di 25 euro a tonnellata dal 2020. I lavori di adeguamento riguarderebbero il potenziamento del trattamento fumi, l’efficientamento elettrico e termico. Al momento attuale, il forno inceneritore opera su di un volume di 56mila t/a di rifiuti solidi bruciati, pari a circa il 71% della sua capacità annua. Siamo quindi ben lontani dalle 88mila tonnellate previste con il potenziamento. Ancora una volta, pur prendendo atto che le modifiche introdotte sono sicuramente migliorative rispetto al Piano Industriale originario, non possiamo far altro che evidenziare le nostre perplessità rispetto ad alcuni punti critici. Primo fra tutti, la mancata correlazione rispetto a quello che si prevede con quanto stabilito nella deliberazione della Giunta Regionale lombarda X/497. La Lombardia, nel campo degli inceneritori, risulta già ampiamente oltre la soglia di autosufficienza. Negli 11 impianti presenti in regione, si rileva anzi un surplus pari a 112mila tonnellate. Vi vengono trattate 2.408.731 t a fronte di una capacità potenziale di 2.521.600 t. Oltretutto, dal 2010, è stata registrata una stabilizzazione del volume di rifiuti prodotti con una tendenza ad una riduzione pari al -2%. Quindi, il potenziamento previsto nella scenario n° 4 che si prospetta nel piano Bea, è poco aderente alla realtà territoriale, ma esclusivamente legato alla compatibilità economica. Allora perché questo potenziamento (a 88mila t) quando il bacino di utenza dei 12 Comuni consorziati arriva solo a 56mila t ? Dove si reperirà il quantitativo mancante ? Si vuole ampliare il bacino di utenza ? Si vuole entrare in competizione con gli altri inceneritori lombardi ? In questo caso lo "spegnimento" e la riconversione dell'inceneritore desiano non sarebbe evidentemente un opzione considerabile nel breve/medio termine, anzi.
Anche l'apertura di Bea ad un partner privato è un altro aspetto critico poiché si rischia di dare preminenza al solo aspetto economico sulla partita rifiuti. Il privato avrà evidentemente quale priorità, il solo guadagno. Questo a discapito di valutazioni e pianificazioni atte al superamento della tecnica d'incenerimento.
Nel Piano Industriale in oggetto, manca, purtroppo, uno scenario che preveda e quantifichi tempi, costi e tecnologie per una graduale dismissione dell'impianto d'incenerimento, attuato con l'implementazione di altre tecnologie per il recupero spinto di tutte le frazioni differenziabili e recuperabili.
Vogliamo però anche essere chiari rispetto a posizioni atte a semplificare o a malcelate volontà che porterebbero inevitabilmente ad una situazione di rischio determinato da mancati adeguamenti (sottolineiamo adeguamenti, non potenziamenti) dell'impianto di Desio. Non vogliamo correre il rischio di una deregulation di fatto nella gestione del ciclo dei rifiuti regionale. Non fare adeguamenti tecnici, (dettati anche da obblighi normativi) comporterebbe nel breve termine la chiusura del forno di Desio, prima che sia pronto e avviato qualsiasi progetto di recupero dei rifiuti trattati, alternativo all'incenerimento. Ne conseguirebbe il trasporto dei rifiuti altrove, dando fiato al business della movimentazione del rifiuto, con problemi sul controllo della filiera e "scarico" su altri impianti d'incenerimento del "prodotto" del consorzio brianzolo. Insomma, una non soluzione, atta ad aprire alla "privatizzazione" del trasporto e delle piattaforme di raccolta, con tanto di messa in gara di crescenti pezzi del settore gestione rifiuti. Una strada pericolosa che, serpeggia sottotraccia in Regione Lombardia. Dietro le scelte del Piano Industriale di BEA vi sono quindi aspetti molto complessi e delicati che meritano adeguati approfondimenti. In alcuni Comuni del Consorzio vi sono stati alcuni momenti di approfondimento e dibattito. A Cesano Maderno, Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) aveva posto in votazione una mozione (respinta) sul tema. Sono seguiti incontri d'approfondimento in Commissione Urbanistica (l'ultimo in data 4/11/013). A Desio è in atto un dibattito acceso che coinvolge sia la maggioranza sia la minoranza. I gruppi di maggioranza hanno addirittura formalizzato un documento e una mozione d'indirizzo per il Cons. Comunale del 07/11/013.
E a Meda? A Meda, (quota del 7,34% in Bea) nonostante le nostre sollecitazioni, come gruppo consigliare di Sinistra e Ambiente, si continua a non dare la corretta rilevanza e trasparenza pubblica alla vicenda e ai suoi contenuti. La Giunta Caimi giustifica il mancato dibattito/confronto adducendo di aver già il mandato decisionale determinato da una delibera del 19/12/2011 (con delega al Sindaco per gli adempimenti conseguenti). Alla sopracitata delibera ne seguì una successiva in data 29/5/2013 per chiedere un sospensiva del precedente piano industriale in attesa di una nuova versione, che tenesse conto di alcune criticità . Entrambe le delibere erano espressione della maggioranza di Taveggia. Il nuovo Consiglio Comunale non è stato quindi minimamente investito della facoltà di valutare ed esprimere un parere. Il richiamo alle delibere, ci pare una giustificazione molto debole, una giustificazione che non può esautorare chi amministra dai corretti e opportuni passaggi di discussione e confronto sia tra tutte le forze della coalizione di maggioranza sia verso il Consiglio Comunale. Oltretutto, nel Piano Industriale di Bea sono previste 4 possibilità di scelta e quindi, non c'è nemmeno stato un passaggio che definisse su quale scenario attestarsi nell'espressione di voto in sede di Assemblea dei Soci. Evidentemente, un'illustrazione posteriore all'approvazione del Piano Industriale, avrebbe il sapore di sola e pura informazione.
Si torna a parlare del forno inceneritore di Desio e del Piano Industriale di Bea (Brianza Energia Ambiente). Venerdì 8/11/013 si terrà infatti l'Assemblea dei Soci, cui partecipano i Sindaci (o loro delegati) dei 12 Comuni facenti parte del Consorzio e aventi una quota in Bea (vedi a fianco).
Sarà una riunione atta a decidere sul Piano Industriale presentato da Bea, rivisto rispetto alla precedente versione su cui alcuni Comuni del Consorzio avevano sollevato contrarietà e perplessità. Tra le 4 soluzioni previste da Bea, pare che vada per la maggiore quella ove gli aggiustamenti sono relativi agli investimenti strutturali per 15 milioni di euro (a fronte dei 25 previsti nel precedente Piano) da cui rientrare in 15 anni (anziché in 20 come previsto nel precedente). I rifiuti da incenerire salirebbero fino a 88 mila tonnellate annue. Il tutto garantirebbe – secondo quanto elaborato da Bea – riduzioni nelle tariffe per i Comuni: di 12 euro a tonnellata nel 2014 e di 25 euro a tonnellata dal 2020. I lavori di adeguamento riguarderebbero il potenziamento del trattamento fumi, l’efficientamento elettrico e termico. Al momento attuale, il forno inceneritore opera su di un volume di 56mila t/a di rifiuti solidi bruciati, pari a circa il 71% della sua capacità annua. Siamo quindi ben lontani dalle 88mila tonnellate previste con il potenziamento. Ancora una volta, pur prendendo atto che le modifiche introdotte sono sicuramente migliorative rispetto al Piano Industriale originario, non possiamo far altro che evidenziare le nostre perplessità rispetto ad alcuni punti critici. Primo fra tutti, la mancata correlazione rispetto a quello che si prevede con quanto stabilito nella deliberazione della Giunta Regionale lombarda X/497. La Lombardia, nel campo degli inceneritori, risulta già ampiamente oltre la soglia di autosufficienza. Negli 11 impianti presenti in regione, si rileva anzi un surplus pari a 112mila tonnellate. Vi vengono trattate 2.408.731 t a fronte di una capacità potenziale di 2.521.600 t. Oltretutto, dal 2010, è stata registrata una stabilizzazione del volume di rifiuti prodotti con una tendenza ad una riduzione pari al -2%. Quindi, il potenziamento previsto nella scenario n° 4 che si prospetta nel piano Bea, è poco aderente alla realtà territoriale, ma esclusivamente legato alla compatibilità economica. Allora perché questo potenziamento (a 88mila t) quando il bacino di utenza dei 12 Comuni consorziati arriva solo a 56mila t ? Dove si reperirà il quantitativo mancante ? Si vuole ampliare il bacino di utenza ? Si vuole entrare in competizione con gli altri inceneritori lombardi ? In questo caso lo "spegnimento" e la riconversione dell'inceneritore desiano non sarebbe evidentemente un opzione considerabile nel breve/medio termine, anzi.
Anche l'apertura di Bea ad un partner privato è un altro aspetto critico poiché si rischia di dare preminenza al solo aspetto economico sulla partita rifiuti. Il privato avrà evidentemente quale priorità, il solo guadagno. Questo a discapito di valutazioni e pianificazioni atte al superamento della tecnica d'incenerimento.
Nel Piano Industriale in oggetto, manca, purtroppo, uno scenario che preveda e quantifichi tempi, costi e tecnologie per una graduale dismissione dell'impianto d'incenerimento, attuato con l'implementazione di altre tecnologie per il recupero spinto di tutte le frazioni differenziabili e recuperabili.
Vogliamo però anche essere chiari rispetto a posizioni atte a semplificare o a malcelate volontà che porterebbero inevitabilmente ad una situazione di rischio determinato da mancati adeguamenti (sottolineiamo adeguamenti, non potenziamenti) dell'impianto di Desio. Non vogliamo correre il rischio di una deregulation di fatto nella gestione del ciclo dei rifiuti regionale. Non fare adeguamenti tecnici, (dettati anche da obblighi normativi) comporterebbe nel breve termine la chiusura del forno di Desio, prima che sia pronto e avviato qualsiasi progetto di recupero dei rifiuti trattati, alternativo all'incenerimento. Ne conseguirebbe il trasporto dei rifiuti altrove, dando fiato al business della movimentazione del rifiuto, con problemi sul controllo della filiera e "scarico" su altri impianti d'incenerimento del "prodotto" del consorzio brianzolo. Insomma, una non soluzione, atta ad aprire alla "privatizzazione" del trasporto e delle piattaforme di raccolta, con tanto di messa in gara di crescenti pezzi del settore gestione rifiuti. Una strada pericolosa che, serpeggia sottotraccia in Regione Lombardia. Dietro le scelte del Piano Industriale di BEA vi sono quindi aspetti molto complessi e delicati che meritano adeguati approfondimenti. In alcuni Comuni del Consorzio vi sono stati alcuni momenti di approfondimento e dibattito. A Cesano Maderno, Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) aveva posto in votazione una mozione (respinta) sul tema. Sono seguiti incontri d'approfondimento in Commissione Urbanistica (l'ultimo in data 4/11/013). A Desio è in atto un dibattito acceso che coinvolge sia la maggioranza sia la minoranza. I gruppi di maggioranza hanno addirittura formalizzato un documento e una mozione d'indirizzo per il Cons. Comunale del 07/11/013.
E a Meda? A Meda, (quota del 7,34% in Bea) nonostante le nostre sollecitazioni, come gruppo consigliare di Sinistra e Ambiente, si continua a non dare la corretta rilevanza e trasparenza pubblica alla vicenda e ai suoi contenuti. La Giunta Caimi giustifica il mancato dibattito/confronto adducendo di aver già il mandato decisionale determinato da una delibera del 19/12/2011 (con delega al Sindaco per gli adempimenti conseguenti). Alla sopracitata delibera ne seguì una successiva in data 29/5/2013 per chiedere un sospensiva del precedente piano industriale in attesa di una nuova versione, che tenesse conto di alcune criticità . Entrambe le delibere erano espressione della maggioranza di Taveggia. Il nuovo Consiglio Comunale non è stato quindi minimamente investito della facoltà di valutare ed esprimere un parere. Il richiamo alle delibere, ci pare una giustificazione molto debole, una giustificazione che non può esautorare chi amministra dai corretti e opportuni passaggi di discussione e confronto sia tra tutte le forze della coalizione di maggioranza sia verso il Consiglio Comunale. Oltretutto, nel Piano Industriale di Bea sono previste 4 possibilità di scelta e quindi, non c'è nemmeno stato un passaggio che definisse su quale scenario attestarsi nell'espressione di voto in sede di Assemblea dei Soci. Evidentemente, un'illustrazione posteriore all'approvazione del Piano Industriale, avrebbe il sapore di sola e pura informazione.