Meda: l'ambulanza donata dall'Avis è in Libano

Il primo iscritto all’Avis di Meda per l’anno 2014 potrebbe essere proprio lui:
Nabil Michael Khalaf, nato il 27 gennaio 1990 a Bab Touma Damasco e all’inizio della guerra nel suo Paese, riesce a trovare lavoro presso il centro ospedaliero di Bahanes, al nord di Bejrut come braccio destro – e a volte anche sinistro – di Suor Sophie. Autista, segretario, contabile, meccanico, guardarobiere, giardiniere, esperto informatico, elettricista, idraulico, sacrestano, aiuto infermier...

Il primo iscritto all’Avis di Meda per l’anno 2014 potrebbe essere proprio lui:

Nabil Michael Khalaf, nato il 27 gennaio 1990 a Bab Touma Damasco e all’inizio della guerra nel suo Paese, riesce a trovare lavoro presso il centro ospedaliero di Bahanes, al nord di Bejrut come braccio destro – e a volte anche sinistro – di Suor Sophie. Autista, segretario, contabile, meccanico, guardarobiere, giardiniere, esperto informatico, elettricista, idraulico, sacrestano, aiuto infermiere, ‘consolatore’ degli afflitti. Sarà lui l’autista dell’ambulanza che l’Avis’ di Meda ha donato e appena questa è arrivata, è stato ‘amore’ a prima vista. Subito indossata la mitica divisa dell’associazione medese, inviata anch’essa, si è posto al volante e con cura e delicatezza ne ha provato tutte le caratteristiche: tutto rispondeva ai comandi,motore, gomme, interni, esterno, tutto era a posto, bello, funzionante e non mancavano neppure le catene da montare in caso di eventuale ‘neve’: ‘Tutto ok, tutto ok, tutto ok’. L’entusiasmo è stato condiviso anche dalle due suore che gestiranno questo mezzo quanto mai necessario in questo periodo: ci raccontano che essendo le strutture di assistenza sanitaria private, non è un caso che si debba aspettare ore, parecchie, dopo la chiamata. L’ultima volta sono trascorse più di 10 ore. Nel centro di assistenza per persone anziane e abbandonate, l’arrivo di questo strumento è stato considerato come un miracolo, e certamente verrà utilizzato anche per i profughi siriani che quotidianamente giungono e chiedono assistenza. "Il cuore grande e generoso di questa nostra Meda - spiegano le volontarie che sono andate in Libano per la consegna del mezzo - continua a ben rappresentarci e, alla nostra partenza, siamo accompagnate da alcune richieste che ovviamente portiamo in patria: la casa dove sono ospitate le persone abbandonate necessita di grandi interventi di riqualificazione, dai bagni alle prese d’aria e per questo, la forza di Suor Sophie farà pervenire, tramite noi, una richiesta di intervento al Prefetto della congregazione delle chiese orientali, Cardinale Leonardo Sandri. Ma se nel frattempo qualche volonteroso volesse aggiungersi, la cosa sarebbe ovviamente gradita. Inoltre necessitano di letti assistiti, quelli con comandi elettrici da ospedale, per capirci meglio e anche un’auto medica per spostamenti più celeri. Se poi qualche persona con esperienza infermieristica, pensionata, disoccupata o anche giovane con la voglia di mettersi in gioco e di condividere parte del suo tempo presso questo posto così bello ma così travagliato, le porte di Suor Sophie sono aperte e noi vi potremo indicare la strada per arrivarci: provate, ne vale davvero la pena".