Mi-Meda chiusa: "Pedemontana non è alle porte, è entrata dalla finestra"

Dopodomani, ovvero venerdì 3 ottobre,
chiude la superstrada Milano-Meda all'altezza di Lentate sul Seveso per favorire i lavori di realizzazione di Pedemontana. Un provvedimento di carattere temporaneo, si tratta soltanto di pochi giorni pare per spostare le reti dal sottosuolo, ma crea disagi e genera polemiche. Nella schiera di chi fa sentire la propria voce c'è anche il coor...

Dopodomani, ovvero venerdì 3 ottobre,

chiude la superstrada Milano-Meda all'altezza di Lentate sul Seveso per favorire i lavori di realizzazione di Pedemontana. Un provvedimento di carattere temporaneo, si tratta soltanto di pochi giorni pare per spostare le reti dal sottosuolo, ma crea disagi e genera polemiche. Nella schiera di chi fa sentire la propria voce c'è anche il coordinamento di "Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile", da sempre particolarmente attento alla vicenda dell'autostrada Pedemontana, che una volta di più cerca di mettere in guardia i sindaci e l'intero territorio riguardo ai rischi che stiamo per correre e all'atteggiamento finora dimostrato dalle parti in causa. La lettera, com'è nostro costume, qui di seguito in versione integrale.




Con la chiusura della Milano–Meda a partire dal 3 ottobre p.v. – in orario notturno, – sappiamo ancora un po’ di più la dura verità: la Pedemontana non è alle porte, è entrata decisamente dalla finestra mentre la porta era ancora chiusa. Che dire al riguardo se non richiamare all’attenzione pubblica come il modo di lavorare di chi ha ricevuto l’incarico dalla Regione Lombardia è ben lontano dal fornire le necessarie e promesse garanzie di tutela del territorio? Già nello scorso luglio era stata data la notizia della limitazione della circolazione nella tratta di carreggiata interessata dagli interventi dal giorno 11 agosto, dopo un precedente annuncio che limitava la chiusura ad una sola settimana nello stesso mese di agosto

Il mancato rispetto del calendario dei lavori, peraltro attinenti il solo al nastro d'asfalto senza opere connesse, mitigazioni ne tantomeno compensazioni ambientali, preoccupa ancor di più per la prospettiva che l'opera oltre a creare un enorme danno ambientale e un incredibile disagio agli utenti, risulti incompleta e non funzionale rispetto agli stessi obiettivi di Pedemontana.

Dal 2007 il coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile osserva l’avanzare dell’autostrada Pedemontana. Contrari sin da subito all’opera che ritengono inutile e devastante, i gruppi e le associazioni che compongono il coordinamento ambientalista hanno deciso di agire e di esplicitare il proprio dissenso anche attraverso la conoscenza puntuale del progetto e del suo iter attuativo. In questo modo è stato possibile cogliere aspetti drammaticamente pericolosi, quali il passaggio del tracciato autostradale nella zona contaminata da diossina che – ahinoi – si sta per verificare nella tratta che va da Meda a Desio. Ora l’autostrada è per una parte compiuta e si affaccia alle porte dei paesi dove insistono alcuni dei gruppi più attivi del coordinamento – Sinistra e Ambiente di Meda, Associazione La Puska di Lentate sul Seveso, Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, WWF Groane, Comitato per il Parco Regionale della Brughiera - che è proprio la zona inquinata da diossina.

Pedemontana si affaccia con l’atteggiamento di chi intende minimizzare anche le problematiche ambientali legate alla presenza di diossina nei terreni che saranno interessati dal suo passaggio, tentando di aggirare gli adempimenti di legge in materia di caratterizzazione del suolo contaminato da TCDD e conseguente bonifica delle zone da essa attraversate, temendo evidentemente costi aggiuntivi difficilmente sostenibili per il proprio Piano Economico Finanziario.

L’autostrada si affaccia sulla Milano – Meda con ritardo: un ritardo che riguarda sia l’esecuzione dei lavori, sia l’iter procedurale.

Per chi governa la Regione Lombardia non ha importanza che i suoi abitanti siano costretti a peripezie senza fine per andare al lavoro : la Milano – Meda avrebbe dovuto essere chiusa in agosto e lo sarà invece in ottobre, ma non importa! Non importa che i lavori siano partiti prima che il Ministero avvallasse il progetto, che prendesse visione delle prescrizioni del CIPE e della loro ottemperanza (o mancata ottemperanza).

Non importa se per raggiungere l’obiettivo – la realizzazione dell’autostrada – nella tratta B2 e C, sarà movimentata la terra contaminata da diossina.  L’essenziale è procedere, muovere il denaro promesso, evitare di affrontare la verità del tempo presente che con la crisi che ci attanaglia chiede non già il cosiddetto sviluppo ma innovazione e cambiamento degli stili di vita, chiede coraggio di trasformazione e mutamento.

Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile non si dà per vinta e continua a dire e a chiedere che si dica la verità. I tempi stringono e il pericolo incombe su di noi. Chiediamo attenzione massima da parte delle istituzioni locali e ai nostri Sindaci, che devono essere attenti e consapevoli, chiediamo anche alle altre cittadine e cittadini di non lasciarci soli in questa partita. In questo momento la salute di questo territorio è fortemente minacciata, abbiamo bisogno di stringerci di nuovo in un abbraccio che faccia sentire a chi ci governa che il bene comune e più alto di ogni altro interesse.

Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile