Povertà: nel 38,7 per cento dei casi è dovuta al gioco d'azzardo
Il dato è davvero preoccupante, ma è diffuso da una fonte più che attendibile, ovvero da Eurispes: 38,7 italiani su 100 credono che la causa del loro stato di povertà sia da attribuire al gioco d'azzardo. La Regione annuncia un nuovo bando da 2 milioni contro la ludopatia
"Un dato grave e preoccupante che ci spinge a essere ancor più decisi e determinati nel contrasto alla ludopatia". Lo afferma Viviana Beccalossi, assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana della Regione Lombardia, nel commentare il 'Rapporto Italia 2017' dell'Eurispes secondo cui tra le maggiori cause di povertà degli italiani c'è 'la dipendenza da gioco d'azzardo'. Coloro che dichiarano di 'sentirsi poveri' hanno infatti indicato tra le cause principali la perdita del lavoro (76,7%), la una separazione o un divorzio (50,6%), una malattia propria o di un familiare (39,4%) e, appunto, la dipendenza dal gioco d'azzardo (38,7%).
"La brutta fotografia portata all'attenzione dall'Erispes - prosegue Viviana Beccalossi - corrisponde con gli indicatori in nostro possesso. In Lombardia il 60% dei giovani delle scuole superiori ha già provato a giocare e il 15,5% di essi lo fa almeno una volta alla settimana. Il fenomeno, inoltre, coinvolge uno studente su tre già fin dalle medie".
Lo si evince da uno studio effettuato, su un campione di circa 15.000 giovani, da 'Semi di melo', centro per la formazione e la ricerca sull'infanzia e l'adolescenza, di cui fanno parte le Onlus 'Casa del giovane' di Pavia e Fondazione Exodus di Milano, in collaborazione con Università Bicocca e Regione Lombardia.
"Solo il 3% dei ragazzi intervistati - spiega ancora Beccalossi - considera il gioco d'azzardo un divertimento, mentre il 40,8% lo associa alla parola 'rischio' e il 38,4% a 'malattia'. Pensate poi, che per la maggior parte di essi (62%) la motivazione principale che spinge le persone a giocare è quella di arricchirsi. Una falsa speranza che purtroppo in tanti di loro causa dipendenza".
Lo si evince da uno studio effettuato, su un campione di circa 15.000 giovani, da 'Semi di melo', centro per la formazione e la ricerca sull'infanzia e l'adolescenza, di cui fanno parte le Onlus 'Casa del giovane' di Pavia e Fondazione Exodus di Milano, in collaborazione con Università Bicocca e Regione Lombardia.
"Solo il 3% dei ragazzi intervistati - spiega ancora Beccalossi - considera il gioco d'azzardo un divertimento, mentre il 40,8% lo associa alla parola 'rischio' e il 38,4% a 'malattia'. Pensate poi, che per la maggior parte di essi (62%) la motivazione principale che spinge le persone a giocare è quella di arricchirsi. Una falsa speranza che purtroppo in tanti di loro causa dipendenza".
"Questi dati - commenta l'assessore regionale - ci fanno credere ancora di più nel nostro lavoro che si rivolge soprattutto alle nuove generazioni. Non a caso, dei 68 progetti fin qui finanziati con 3 milioni di euro dalla Giunta Maroni in tutto il territorio regionale, con il coinvolgimento di oltre 700 Comuni, ben 58 di questi hanno previsto azioni nei confronti dei giovani, che hanno interessato oltre 93.000 ragazzi lombardi. Ma c'è di più: entro fine febbraio, sarà disponibile un nuovo bando da 2 milioni per finanziare altre azioni mirate al contrasto della ludopatia anche e soprattutto con il coinvolgimento diretto delle scuole, grazie a un accordo con direttore regionale scolastico Delia Campanelli".
"Uno Stato civile come il nostro - conclude Beccalossi - deve affrontare con forza e determinazione questa piaga dilagante. Non si può far finta di niente, facendo prevalere un gettito fiscale di 9 miliardi di euro, frutto ogni anno dalla tassazione sul gioco, a scapito di migliaia di famiglie che sempre più vengono distrutte dal vizio delle scommesse, dei 'gratta e vinci' e delle slot machine".
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