Riforma sociosanitaria: dalla Regione più risorse per la prevenzione

La Regione Lombardia stanzierà più risorse per la prevenzione nell'ambito sociosanitario: così ha deciso ieri la Commissione, fissando ad almeno il 5% del fondo sanitario regionale i fondi da destinare a questo aspetto. In soldi si tratta di circa 1 milione 800 mila euro in più all'anno

Via libera a maggioranza in Commissione Sanità alla parte dedicata alla prevenzione inserita all’interno del cosiddetto progetto di legge n.228 TER che completa la riforma sociosanitaria e che contiene anche i capitoli dedicati al diabete, che saranno oggetto dell’esame della Commissione nelle prossime settimane (relatore il capogruppo di Lombardia Popolare e Vice Presidente Angelo Capelli).

“Con questo provvedimento – ha spiegato il Presidente della Commissione Fabio Rolfi (Lega Nord) - introduciamo principi innovativi che danno finalmente un giusto peso alle politiche di prevenzione, senza le quali nessun sistema sanitario oggi può più reggere davanti al peso crescente delle cronicità. Investiamo di più sulla prevenzione con risorse certe e aumentate di quasi 2 milioni di euro all’anno, per diminuire i costi e la ricorrenza delle cronicità”.

Il testo approvato ieri stabilisce che Regione Lombardia dovrà versare almeno il 5% del fondo sanitario regionale per le politiche di prevenzione: oggi ne versa quasi il 4%, con aumento di risorse annue che sarà quindi pari ad almeno un milione e 800 mila euro, nel rispetto peraltro anche delle indicazioni e delle direttive fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“Vengono inoltre declinati espressamente gli obiettivi – ha aggiunto il Presidente Rolfi - individuati nella ricerca di uno stile di vita corretto, nella lotta al tabagismo e alle dipendenze, nell’adozione di una alimentazione sana e corretta e nel contrasto alle malattie infettive, tra cui anche quelle a trasmissione sessuale”.

Attenzione particolare viene dedicata alle malattie attribuibili alla sfera dell’igiene ambientale con il coinvolgimento diretto di ARPA e delle ATS nei compiti di sorveglianza attiva sulle esposizioni ambientali. Infine il provvedimento declina in modo esplicito la promozione dell’attività e dell’esercizio fisico finalizzato al contrasto alle patologie croniche, anche mediante prescrizione medica.


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