Seregno: in Galleria Mariani le fotografie di Massimo Motta
Momenti di «fermo» e altri in cui il dinamismo si espande ed esplode. Su questo contrasto si sviluppa «Giano bifronte», la mostra del fotografo
Massimo Motta, dal 10 al 18 gennaio in Galleria «Mariani» (via Cavour, 26 – Seregno). «Due mondi vicini e lontani, scrive il curatore Carmelo Strano. Li accomuna lo stile, l'impronta poetica. La distanza, forte, è tutta nel ritmo». Due i soggetti al centro dell’obiettivo di Massimo Motta: le grandi città, Milano, soprattutto, ma...
Momenti di «fermo» e altri in cui il dinamismo si espande ed esplode. Su questo contrasto si sviluppa «Giano bifronte», la mostra del fotografo
Massimo Motta, dal 10 al 18 gennaio in Galleria «Mariani» (via Cavour, 26 – Seregno). «Due mondi vicini e lontani, scrive il curatore Carmelo Strano. Li accomuna lo stile, l'impronta poetica. La distanza, forte, è tutta nel ritmo». Due i soggetti al centro dell’obiettivo di Massimo Motta: le grandi città, Milano, soprattutto, ma anche Londra e Parigi, e i diseredati, gli emarginati che vivono ai bordi delle metropoli. I «cicli» coinvolti in questa personale vanno dal 2012 al 2014. Si tratta di: «Ombre», «Metrò», «Pattern of Media», «Light and Night», «On This Side of Time» (quest'ultimo nelle sue varianti di «Distance» e «Fusion»). Opere fotografiche, secondo i canoni tradizionali, che ricevono il contributo della pittura e in cui l’artista alterna, secondo Carmelo Strano, «una raffigurazione e un'atmosfera generale sostanzialmente statica ad un'altra fortemente dinamica e persino caotica». Massimo Motta, nato nel 1952 a Milano dove vive e lavora, si è laureato in biologia. Dopo un lungo percorso, ha trasferito lo scatto documentario nell'arte dove ha concentrato il suo interesse per la ricerca. Andando oltre «l'effetto estetico - conclude Strano - a favore di rigore e inquietudine nella composizione facendo ovviamente i conti con le provocazioni della tecnica, della tecnologia e della storia della fotografia». La mostra, che sarà inaugurata oggi, sabato 10 gennaio alle 18, potrà essere visitata nei seguito orari: da lunedì a sabato dalle 16 alle 20 e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20. «Giano bifronte» è organizzata da «Mikeroart» con il patrocinio del Comune di Seregno.
Massimo Motta, dal 10 al 18 gennaio in Galleria «Mariani» (via Cavour, 26 – Seregno). «Due mondi vicini e lontani, scrive il curatore Carmelo Strano. Li accomuna lo stile, l'impronta poetica. La distanza, forte, è tutta nel ritmo». Due i soggetti al centro dell’obiettivo di Massimo Motta: le grandi città, Milano, soprattutto, ma anche Londra e Parigi, e i diseredati, gli emarginati che vivono ai bordi delle metropoli. I «cicli» coinvolti in questa personale vanno dal 2012 al 2014. Si tratta di: «Ombre», «Metrò», «Pattern of Media», «Light and Night», «On This Side of Time» (quest'ultimo nelle sue varianti di «Distance» e «Fusion»). Opere fotografiche, secondo i canoni tradizionali, che ricevono il contributo della pittura e in cui l’artista alterna, secondo Carmelo Strano, «una raffigurazione e un'atmosfera generale sostanzialmente statica ad un'altra fortemente dinamica e persino caotica». Massimo Motta, nato nel 1952 a Milano dove vive e lavora, si è laureato in biologia. Dopo un lungo percorso, ha trasferito lo scatto documentario nell'arte dove ha concentrato il suo interesse per la ricerca. Andando oltre «l'effetto estetico - conclude Strano - a favore di rigore e inquietudine nella composizione facendo ovviamente i conti con le provocazioni della tecnica, della tecnologia e della storia della fotografia». La mostra, che sarà inaugurata oggi, sabato 10 gennaio alle 18, potrà essere visitata nei seguito orari: da lunedì a sabato dalle 16 alle 20 e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20. «Giano bifronte» è organizzata da «Mikeroart» con il patrocinio del Comune di Seregno.