Seveso: Baruccana in lutto per don Agostino, il prete del sorriso
E' stato il faro di una comunità in cerca di una sua identità. In modo semplice, senza troppi proclami, soltanto con l'esempio e con la sua dolcezza.
Don Agostino Meroni, parroco storico di Baruccana, si è spento l'altro giorno all'età di 80 anni al termine di una lunga malattia, ma circondato dall'affetto di quei cittadini che l'hanno tanto stimato e che ora gli stanno mostrando riconoscenza e gratitudine. Ha guidato la comunità in periodi difficili. Primo tra tutti quello ...
E' stato il faro di una comunità in cerca di una sua identità. In modo semplice, senza troppi proclami, soltanto con l'esempio e con la sua dolcezza.
Don Agostino Meroni, parroco storico di Baruccana, si è spento l'altro giorno all'età di 80 anni al termine di una lunga malattia, ma circondato dall'affetto di quei cittadini che l'hanno tanto stimato e che ora gli stanno mostrando riconoscenza e gratitudine. Ha guidato la comunità in periodi difficili. Primo tra tutti quello della diossina che, sebbene abbia toccato la frazione soltanto in modo marginale, ha comunque segnato la gente ed è stato un bel momento di sbandamento per tutti tra preoccupazioni, incertezze, rabbia. Lui non si è mai tirato indietro, vivendo il suo sacerdozio in mezzo alla gente, sempre presente, con una parola gentile per tutti. Don Agostino è stato il parroco che ha dato speranza a tutti, dandosi da fare in modo silente per la crescita di un'intera comunità che negli anni, grazie a lui, ha avvertito la consapevolezza di non essere il degrado del territorio cittadino, bensì di essere capace di avere qualcosa da dare alla realtà sevesina. Ha unito tutti, i residenti storici con gli immigrati: dai calabresi, ai veneti, ai quali è stato vicino nel lungo e faticoso lavoro di abbellimento della chiesetta del Meredo attorno a cui si stringevano anche i comunisti più convinti e anticlericali, ma in cerca di un punto di riferimento. Lo ricordiamo per la sua semplicità, per il suo sorriso stampato sul volto, per le parole di conforto ma anche per la sua presenza: ha fatto crescere un oratorio, ha dato linfa alla scuola materna. Poi, quando è stato trasferito ad Agrate Brianza (ironia della sorte: con il novello sacerdote sampietrino
don Marco Crippa), il legame con Baruccana non si è mai spezzato: tanto che qui ha fatto ritorno, affrontando la sua malattia con coraggio, dignità, serenità. Saputo della sua scomparsa, anche il baruccanese
don Massimo Donghi ha voluto ricordarlo pubblicamente: "Grazie al tuo essere prete e al tuo sorriso, don Agostino, sono diventato prete! Nei momenti più significativi del mio cammino sei stato guida e riferimento. Il "mio" essere prete... dipende anche da te. Ora che sei in Paradiso, nella comunione dei santi, accompagnami. Un forte abbraccio, carico di emozione e di gioia, come nel giorno della mia Prima Messa. Riposa in pace e portami nel tuo cuore".
Don Agostino Meroni, parroco storico di Baruccana, si è spento l'altro giorno all'età di 80 anni al termine di una lunga malattia, ma circondato dall'affetto di quei cittadini che l'hanno tanto stimato e che ora gli stanno mostrando riconoscenza e gratitudine. Ha guidato la comunità in periodi difficili. Primo tra tutti quello della diossina che, sebbene abbia toccato la frazione soltanto in modo marginale, ha comunque segnato la gente ed è stato un bel momento di sbandamento per tutti tra preoccupazioni, incertezze, rabbia. Lui non si è mai tirato indietro, vivendo il suo sacerdozio in mezzo alla gente, sempre presente, con una parola gentile per tutti. Don Agostino è stato il parroco che ha dato speranza a tutti, dandosi da fare in modo silente per la crescita di un'intera comunità che negli anni, grazie a lui, ha avvertito la consapevolezza di non essere il degrado del territorio cittadino, bensì di essere capace di avere qualcosa da dare alla realtà sevesina. Ha unito tutti, i residenti storici con gli immigrati: dai calabresi, ai veneti, ai quali è stato vicino nel lungo e faticoso lavoro di abbellimento della chiesetta del Meredo attorno a cui si stringevano anche i comunisti più convinti e anticlericali, ma in cerca di un punto di riferimento. Lo ricordiamo per la sua semplicità, per il suo sorriso stampato sul volto, per le parole di conforto ma anche per la sua presenza: ha fatto crescere un oratorio, ha dato linfa alla scuola materna. Poi, quando è stato trasferito ad Agrate Brianza (ironia della sorte: con il novello sacerdote sampietrino
don Marco Crippa), il legame con Baruccana non si è mai spezzato: tanto che qui ha fatto ritorno, affrontando la sua malattia con coraggio, dignità, serenità. Saputo della sua scomparsa, anche il baruccanese
don Massimo Donghi ha voluto ricordarlo pubblicamente: "Grazie al tuo essere prete e al tuo sorriso, don Agostino, sono diventato prete! Nei momenti più significativi del mio cammino sei stato guida e riferimento. Il "mio" essere prete... dipende anche da te. Ora che sei in Paradiso, nella comunione dei santi, accompagnami. Un forte abbraccio, carico di emozione e di gioia, come nel giorno della mia Prima Messa. Riposa in pace e portami nel tuo cuore".