Seveso: città coinvolta nella prostituzione e immigrazione clandestina
Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. Termini che, da qualche giorno, sono associati anche alla nostra città. Anche Seveso, infatti, fa parte dell'operazione condotta nei giorni scorsi sul territorio nazionale, che ha portato all'arresto di tredici persone. Si tratta in totale di un iraniano, sette cinesi (tutte donne), cinque persone di nazionalità italiana (quattro uomini e una donna) arrestate tra Seveso, Brivio, Calolziocorte e Olginate (nel l...
Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. Termini che, da qualche giorno, sono associati anche alla nostra città. Anche Seveso, infatti, fa parte dell'operazione condotta nei giorni scorsi sul territorio nazionale, che ha portato all'arresto di tredici persone. Si tratta in totale di un iraniano, sette cinesi (tutte donne), cinque persone di nazionalità italiana (quattro uomini e una donna) arrestate tra Seveso, Brivio, Calolziocorte e Olginate (nel lecchese), Milano, Genova, Prato, Senigallia (Ancona). Altre cinque persone, quattro uomini e una donna di nazionalità cinese, sono invece tuttora ricercate. Le indagini erano partite nel febbraio 2013 dopo un po' di segnalazioni raccolte dai Carabinieri di Genova relative a condomini in cui si registrava un notevole flusso di persone in entrata e in uscita tanto da destare sospetti. I militari erano riusciti a scoprire che al centro di tutto c'era l'iraniano, in grado di parlare correttamente la lingua italiana, che affittava gli appartamenti e li dava in uso alle ragazzi cinesi per ricevere i loro clienti. Si occupava inoltre di fare inserzioni sui giornali, cartacei e online, nella voce 'massaggi'. Non agiva però da solo: secondo gli inquirenti altre persone erano coinvolte per intestarsi gli appartamenti, mentre le cinesi avevano il compito di tenere la contabilità e controllare l'attività delle connazionali che ricevevano i clienti. Sembra che il giro fosse ben organizzato: tanto che, spesso, le donne venivano sostituite da altre affinché i clienti - rigorosamente italiani - potessero trovare altre prostitute con cui divertirsi. Pare che, sebbene fossero costrette a un regime molto rigido, alcune di loro lo facessero volontariamente preferendo questa attività a quella di operaie, avendo provato quest'ultima professione nelle fabbriche di Prato. Nonostante gli arresti, le indagini continuano: la Procura sta cercando di capire la posizione dei proprietari degli appartamenti affittati: in particolare per stabilire se questi erano al corrente dell'attività che veniva svolta nelle loro proprietà.