Seveso: a lezione per combattere il gioco d'azzardo
Tutti a scuola per conoscere da vicino il gioco d'azzardo, più in generale il problema della ludopatia, e imparare come combattere il fenomeno: mercoledì 21 maggio, nell'aula magna della scuola media di via De Gasperi, si è svolto un incontro dal titolo: "Giocati dall'azzardo tra mafie, illusioni e povertà", promosso dall'amministrazione comunale attraverso gli assessorati all'Istruzione e alla Cultura. E' proseguito in questo modo dopo lo slot mob di sabato 17 maggio presso Il Massimo caffè ...
Tutti a scuola per conoscere da vicino il gioco d'azzardo, più in generale il problema della ludopatia, e imparare come combattere il fenomeno: mercoledì 21 maggio, nell'aula magna della scuola media di via De Gasperi, si è svolto un incontro dal titolo: "Giocati dall'azzardo tra mafie, illusioni e povertà", promosso dall'amministrazione comunale attraverso gli assessorati all'Istruzione e alla Cultura. E' proseguito in questo modo dopo lo slot mob di sabato 17 maggio presso Il Massimo caffè di piazza Leonardo da Vinci il percorso per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dei rischi del gioco d'azzardo. Durante la serata è intervenuta
Cristina Perilli, psicoterapeuta esperta in dipendenza, che sta promuovendo la campagna Mettiamoci in gioco campagna contro i rischi del gioco d'azzardo. La relatrice ha iniziato precisando che il termine ludopatia indichi solo il malessere da un gioco generico e che è più corretto utilizzare gioco d'azzardo patologico (Gap), che esprime meglio la malattia in questione. Una dipendenza che si è potuta diffondere grazie alla crescita vertiginosa dalla metà degli anni 90' di giochi specie quelli sul web e soprattutto alla presenza di campagne marketing sempre più persuasive. Per comprendere la portata del fenomeno basti sapere che solo nel 2013 in Italia sono state introdotte 438 mila slot machines e 51 mila postazioni di vlt, video lottery. Il gioco d'azzardo è ormai diventato un problema sociale di grandi dimensioni che ha forti ripercussioni anche sui famigliari e su tutte le persone care, ma è stato riconosciuto come malattia solo nel 2012 con il Decreto Balduzzi e da poco viene anche affrontato anche nei SerT delle Asl. Alla serata ha partecipato un piccolo gruppo di cittadini. Erano presenti inoltre
Roberta Miotto, assessore alla Cultura,
Luigia Caria, assessore all'Istruzione,
Andrea Formenti, assessore alla Polizia locale e
Giorgio Garofalo, presidente del Consiglio comunale.
Cristina Perilli, psicoterapeuta esperta in dipendenza, che sta promuovendo la campagna Mettiamoci in gioco campagna contro i rischi del gioco d'azzardo. La relatrice ha iniziato precisando che il termine ludopatia indichi solo il malessere da un gioco generico e che è più corretto utilizzare gioco d'azzardo patologico (Gap), che esprime meglio la malattia in questione. Una dipendenza che si è potuta diffondere grazie alla crescita vertiginosa dalla metà degli anni 90' di giochi specie quelli sul web e soprattutto alla presenza di campagne marketing sempre più persuasive. Per comprendere la portata del fenomeno basti sapere che solo nel 2013 in Italia sono state introdotte 438 mila slot machines e 51 mila postazioni di vlt, video lottery. Il gioco d'azzardo è ormai diventato un problema sociale di grandi dimensioni che ha forti ripercussioni anche sui famigliari e su tutte le persone care, ma è stato riconosciuto come malattia solo nel 2012 con il Decreto Balduzzi e da poco viene anche affrontato anche nei SerT delle Asl. Alla serata ha partecipato un piccolo gruppo di cittadini. Erano presenti inoltre
Roberta Miotto, assessore alla Cultura,
Luigia Caria, assessore all'Istruzione,
Andrea Formenti, assessore alla Polizia locale e
Giorgio Garofalo, presidente del Consiglio comunale.