Seveso: è scontro tra Butti e i dipendenti della farmacia
Era uno dei nodi più spinosi da affrontare nella vicenda Aspes, non è stato ancora risolto: il sindaco
Paolo Butti e i dipendenti della farmacia comunale sono su posizioni molto distanti per quanto riguarda la salvaguardia del posto di lavoro. Il primo cittadino, durante un incontro che si è svolto nei giorni scorsi in municipio, ha garantito tre anni di occupazione lavorativa. Ma non è stato sufficiente per i dipendenti che chiedono maggiori garanzie. Butti, al termine dell...
Era uno dei nodi più spinosi da affrontare nella vicenda Aspes, non è stato ancora risolto: il sindaco
Paolo Butti e i dipendenti della farmacia comunale sono su posizioni molto distanti per quanto riguarda la salvaguardia del posto di lavoro. Il primo cittadino, durante un incontro che si è svolto nei giorni scorsi in municipio, ha garantito tre anni di occupazione lavorativa. Ma non è stato sufficiente per i dipendenti che chiedono maggiori garanzie. Butti, al termine dell'incontro, ha scritto una lettera aperta ai cittadini, che ha diffuso alla stampa e che ha pubblicato sul sito Internet del Comune per spiegare la situazione.
Mercoledì scorso 28 maggio si è tenuto nel mio studio un incontro a cui hanno partecipato oltre a me il rappresentante sindacale dei dipendenti della farmacia comunale, il direttore della farmacia Dott. Colombo ed il liquidatore della società Aspes.
In tale occasione ho ribadito che, così come deliberato dal consiglio comunale, nel bando in fase di definizione per la concessione della Farmacia sono previste importanti garanzie per il personale dipendente tra le quali quella del mantenimento del posto di lavoro per tre anni e dei medesimi livelli retributivi nonché dei diritti sindacali previsti dal contratto collettivo che verrà adottato.
La controparte non ha accettato le condizioni da noi proposte, richiedendo in tale sede ulteriori garanzie riguardanti il mantenimento del posto di lavoro relativamente all'art. 18, come per le aziende sopra i 15 dipendenti. Inoltre è stata ferma la richiesta di invito al bando solo per aziende pubbliche e non quindi a società private. Entrambe queste due ultime proposte non sono state accettate in quanto troppo vincolanti per un esito positivo del bando.
E' sempre stata affermata da parte dell'amministrazione la volontà di tutelare i lavoratori per quanto possibile ma nello stesso tempo è nostro impegno sanare le attività in essere e la farmacia sotto questo aspetto e con le prospettive indicate nel bando avrà importanti opportunità di rilancio.
Oltre al fatto che la proprietà rimarrà comunque comunale, l'Amministrazione attraverso le indicazioni e richieste inserite nel contratto di servizio, avrà la possibilità di definire l'indirizzo di gestione dell'attività nell'interesse dei cittadini. Il rispetto del contratto di servizio e del canone annuo previsto, saranno le garanzie che permetteranno al Comune di vigilare sulla gestione, pubblica o privata che sia. D'altronde qualora i farmacisti attuali intendessero rilevare l'attività, non lo farebbero forse come privati?
Penso sia il caso di andare oltre le logiche di tutela di posizione a prescindere. Chiedere oggi la garanzia di un posto di lavoro per 25 anni non è oggettivamente serio. Garantire un futuro al proprio posto di lavoro vuol dire anche creare le condizioni perché l'attività venga gestita da persone e società competenti, siano esse pubbliche o private.
Questo è l'obiettivo dell'amministrazione attraverso il bando in uscita, per tutelare un bene dei cittadini e anche a tutela del futuro dei lavoratori.
Pur comprendendo la preoccupazione del personale di fronte ad un cambiamento, auspico che prevalga la considerazione degli aspetti positivi che il lavoro che stiamo svolgendo potrà avere per il futuro della farmacia comunale ed anche dei lavoratori. Paolo Butti
Paolo Butti e i dipendenti della farmacia comunale sono su posizioni molto distanti per quanto riguarda la salvaguardia del posto di lavoro. Il primo cittadino, durante un incontro che si è svolto nei giorni scorsi in municipio, ha garantito tre anni di occupazione lavorativa. Ma non è stato sufficiente per i dipendenti che chiedono maggiori garanzie. Butti, al termine dell'incontro, ha scritto una lettera aperta ai cittadini, che ha diffuso alla stampa e che ha pubblicato sul sito Internet del Comune per spiegare la situazione.
Mercoledì scorso 28 maggio si è tenuto nel mio studio un incontro a cui hanno partecipato oltre a me il rappresentante sindacale dei dipendenti della farmacia comunale, il direttore della farmacia Dott. Colombo ed il liquidatore della società Aspes.
In tale occasione ho ribadito che, così come deliberato dal consiglio comunale, nel bando in fase di definizione per la concessione della Farmacia sono previste importanti garanzie per il personale dipendente tra le quali quella del mantenimento del posto di lavoro per tre anni e dei medesimi livelli retributivi nonché dei diritti sindacali previsti dal contratto collettivo che verrà adottato.
La controparte non ha accettato le condizioni da noi proposte, richiedendo in tale sede ulteriori garanzie riguardanti il mantenimento del posto di lavoro relativamente all'art. 18, come per le aziende sopra i 15 dipendenti. Inoltre è stata ferma la richiesta di invito al bando solo per aziende pubbliche e non quindi a società private. Entrambe queste due ultime proposte non sono state accettate in quanto troppo vincolanti per un esito positivo del bando.
E' sempre stata affermata da parte dell'amministrazione la volontà di tutelare i lavoratori per quanto possibile ma nello stesso tempo è nostro impegno sanare le attività in essere e la farmacia sotto questo aspetto e con le prospettive indicate nel bando avrà importanti opportunità di rilancio.
Oltre al fatto che la proprietà rimarrà comunque comunale, l'Amministrazione attraverso le indicazioni e richieste inserite nel contratto di servizio, avrà la possibilità di definire l'indirizzo di gestione dell'attività nell'interesse dei cittadini. Il rispetto del contratto di servizio e del canone annuo previsto, saranno le garanzie che permetteranno al Comune di vigilare sulla gestione, pubblica o privata che sia. D'altronde qualora i farmacisti attuali intendessero rilevare l'attività, non lo farebbero forse come privati?
Penso sia il caso di andare oltre le logiche di tutela di posizione a prescindere. Chiedere oggi la garanzia di un posto di lavoro per 25 anni non è oggettivamente serio. Garantire un futuro al proprio posto di lavoro vuol dire anche creare le condizioni perché l'attività venga gestita da persone e società competenti, siano esse pubbliche o private.
Questo è l'obiettivo dell'amministrazione attraverso il bando in uscita, per tutelare un bene dei cittadini e anche a tutela del futuro dei lavoratori.
Pur comprendendo la preoccupazione del personale di fronte ad un cambiamento, auspico che prevalga la considerazione degli aspetti positivi che il lavoro che stiamo svolgendo potrà avere per il futuro della farmacia comunale ed anche dei lavoratori. Paolo Butti
Mr x :
In pratica queste persone passano da un contratto di lavoro a tempo indeterminato (se così' non fosse sarebbero già a casa) ad un contratto a tempo determinato di tre anni. Questo è iil nocciolo della questione mi pare di capire. Anche io sarei incavolato nero! Mi sembra che i temi dove l'amministrazione deve crescere e migliorare sono sempre gli stessi, lavoro, famiglia e tasse in generale... | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi