Vaccinare i bambini è una soluzione, mai un problema

Il Professor Paolo Tagliabue, capo del dipartimento materno infantile al San Gerardo, interviene sul tema vaccini per fare chiarezza sul dibattito acceso di questi giorni.

Il  recente episodio monzese del bambino malato di leucemia morto per  aver contratto il morbillo deve far  riflettere. Ma soprattutto conoscere ed essere informati sull’importanza
di sottoporre i bambini alle vaccinazioni: non solo per proteggerli dalle malattie, ma anche per proteggere i bambini immunodepressi che non  possono essere vaccinati.

È chiaro e preciso il dottor Paolo Tagliabue:  senza creare allarmismi spiega ai genitori perché è fondamentale sottoporre il bambino al calendario vaccinale, condiviso a livello mondiale.

Un calendario che oggi lasciato alla libera scelta dei genitori ha determinato una situazione allarmante, portando le percentuali di bambini vaccinati contro morbillo, rosolia  e paraotite sotto i valori ottimali, sotto cioè il valore soglia  che assicura l’ immunità di gregge di cui in questi giorni si parla tanto.

Per  assicurare l’immunità di gregge il numero di soggetti  vaccinati  deve essere sopra al 95 per cento della popolazione totale, in Italia siamo scesi al di sotto del 90 per cento.

Questo è l’obiettivo è della OMS;  in tale modo la  diffusione del virus, che potrebbe avere esiti mortali in quei soggetti deboli che non possono sottoporsi alla vaccinazione, viene impedita.

Ma perché è importante vaccinare i nostri bambini, e soprattutto quando bisogna farlo?

“Nel rispetto della crescita neonatale, ci sono le vaccinazioni di base, che vanno fatte a partire dal secondo mese – spiega il dottor Tagliabue – Antidifterica, antipoliomelitica, antitetanica ,  pertossica , contro l’Hemophilus Influenzae e il Pneumococco.  Poi ci sono una serie di vaccinazioni che vanno eseguite intorno al 13esimo mese come quella contro il morbillo, rosolia e parotite.   Oggi è disponibile in associazione  la vaccinazione antivaricella.

Vaccinazioni che vanno fatte molto presto e che, proprio per questo motivo, allarmano i genitori. Ma perché il bambino va vaccinato, contro  alcune patologie, già a partire dal secondo mese?

“Perché in questo modo si raggiunge quell’immunità di gregge fondamentale per debellare certe malattie”, ribadisce il dottor Tagliabue.

Ma alcuni genitori sono restii: hanno paura degli effetti collaterali che in rari casi sono stati particolarmente invalidanti.

“I vaccini utilizzati hanno un  bassissimo rischio di  effetti collaterali – continua lo specialista . I vaccini delle vaccinazioni di base del 1° anno di vita  non utilizzano virus vivi;  i vaccini con virus vivi, come quelli del morbillo,  vengono utilizzati solo dopo l’anno di vita.

I principali effetti collaterali di rilevanza clinica  sono costituiti dalle reazioni di tipo allergico , possibili per tutti i vaccini,  ad insorgenza molto veloce (30-60’ dopo la vaccinazione).  E’ opportuno che i bambini rimangano in osservazione per tale lasso di tempo dopo qualsiasi vaccinazione

Poi, se tutto procede tranquillamente, ritornato a casa il bambino potrebbe avere un po’ di febbre e sensazione di malessere. “Ma i genitori devono stare tranquilli – rassicura – Sono effetti tollerabili”.

Ma non solo il bambino si deve sottoporre al calendario vaccinale: fondamentale che anche la donna in stato di gravidanza si protegga contro l’influenza (nel caso di gestazione durante il periodo autunnale e invernale) e contro la pertosse (nell’ultimo trimestre) perché i bambini nei primi due mesi di vita , prima cioè di essere vaccinati, potrebbero contrarla.

“La pertosse in quella fascia di età è una malattia molto pericolosa – spiega il dottor Tagliabue – Viene trasmessa dagli anziani ed è difficile diagnosticarla. La mortalità in quella fascia di età è elevatissima soprattutto se determina un aumento  marcato  dei globuli bianchi. Non voglio creare allarmismo, ma ribadire che proteggere   i bambini da questa malattia è  fondamentale”.

Quindi un consiglio: informatevi dal vostro medico di famiglia, dal vostro pediatra e per le donne in gravidanza anche dal vostro ginecologo.

Per ulteriori informazioni potete rivolgervi anche al  dottor Paolo Tagliabue (pt@paolotagliabue.it)


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