Lavoro: in Brianza 370 piccole e medie imprese cinesi
Sono quasi 370 le micro e pmi individuali con titolare di origine cinese che hanno sede a Monza e Brianza, e rappresentano il 4,2% dell'intera Lombardia, lo 0,8% in Italia. Da settembre 2013 a settembre 2014 hanno registrato un aumento pari al 16,4%, più del doppio della crescita lombarda. Ammontano infatti a circa 9mila le imprese individuali con titolare cinese in tutta la regione, cresciute di più del 7% in un anno e addirittura di quasi il 140% nel decennio 2004-2014. La Cina è in questi ...
Sono quasi 370 le micro e pmi individuali con titolare di origine cinese che hanno sede a Monza e Brianza, e rappresentano il 4,2% dell'intera Lombardia, lo 0,8% in Italia. Da settembre 2013 a settembre 2014 hanno registrato un aumento pari al 16,4%, più del doppio della crescita lombarda. Ammontano infatti a circa 9mila le imprese individuali con titolare cinese in tutta la regione, cresciute di più del 7% in un anno e addirittura di quasi il 140% nel decennio 2004-2014. La Cina è in questi giorni protagonista mondiale degli scenari economici con il vertice Asia-Pacifico, Apec, in corso a Pechino e la presenza imprenditoriale cinese in Italia, ed in particolare in Lombardia e in Brianza, torna al centro dell’attenzione, soprattutto le micro e piccole aziende con un titolare dell’estremo oriente. In una analisi redatta dall’Unione Artigiani della Provincia di Monza-Brianza su dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano, risultano ormai quasi 9mila (8756) le imprese individuali con a capo un cinese attive in Lombardia a settembre 2014, e pesano un quinto del totale delle ditte cinesi presenti in Italia (45mila). Crescono in maniera vigorosa soprattutto in Lombardia, dove si registra un +7,1% nell’arco di un anno e del 139,2 in 10 anni, dal 2004 a oggi. Resta comunque la Toscana la regione italiana con maggiore concentrazione di imprese cinesi con il 21%, mentre la Lombardia segue a poca distanza (19,4%). Molto più distanziate le altre regioni: Veneto (11,2%); Emilia-Romagna (9,1%); Lazio (7,6%); Campania (6,1%). Sono soprattutto attive nei settori manifatturieri, del commercio e della ristorazione, ma pesano anche le attività di servizi alla persona, oggi salite al 14,7% del totale. Gli imprenditori cinesi sono più giovani della media, tanto che il 30,4% ha meno di 35 anni, contro una media che si attesta al 14,2%, e vantano una maggiore presenza femminile (quasi un titolare su due, il 46,9%, è donna contro una media di poco più di una su cinque, 22,4%). In Lombardia le imprese cinesi si concentrano a Milano e provincia, che da sola ospita il 53,3% delle ditte individuali attive in regione (4668 su un totale di 8756) e il 10,3% di quelle nazionali, e vede raddoppiare di netto queste imprese nel giro di un triennio (+100,5%). Seguono le provincie di Brescia (11,5%, 1005 imprese cinesi) e di Mantova (8,7%, 762 aziende in totale). Nell’ultimo anno, è stata la provincia di Lodi, con un + 21% (ma sono solo 75 le ditte che hanno sede nel lodigiano), a registrare il maggior incremento percentuale in regione, seguita da Monza-Brianza (+16,4%, 369 aziende totali) e Como (+13,7%, 216 imprese in tutto). “Si tratta evidentemente di crescite esponenziali – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani di Monza-Brianza,
Marco Accornero -, che testimoniano la forte vitalità e la spiccata attitudine degli immigrati cinesi all’imprenditorialità. L’impresa artigiana di origine straniera nel complesso sta contribuendo in maniera determinante a sopperire al drastico calo di micro e piccole aziende brianzole e questo appare come un fattore positivo. Di contro, va segnalato come spesso alcune attività risultino in parte o del tutto estranee alle regole normative e fiscali del nostro Paese, generando una forma di concorrenza sleale, oltre che illegale, che pesa sulle imprese storiche locali e ne determina la crisi se non la cessazione delle attività. Su questo fronte ribadiamo la necessità di controlli e interventi più incisivi, come del resto fa scrupolosamente la Cina quando un nostro imprenditore si affaccia sul suo mercato.”
Marco Accornero -, che testimoniano la forte vitalità e la spiccata attitudine degli immigrati cinesi all’imprenditorialità. L’impresa artigiana di origine straniera nel complesso sta contribuendo in maniera determinante a sopperire al drastico calo di micro e piccole aziende brianzole e questo appare come un fattore positivo. Di contro, va segnalato come spesso alcune attività risultino in parte o del tutto estranee alle regole normative e fiscali del nostro Paese, generando una forma di concorrenza sleale, oltre che illegale, che pesa sulle imprese storiche locali e ne determina la crisi se non la cessazione delle attività. Su questo fronte ribadiamo la necessità di controlli e interventi più incisivi, come del resto fa scrupolosamente la Cina quando un nostro imprenditore si affaccia sul suo mercato.”