Lavoro, Unione Artigiani: "Condizioni favorevoli per gli affari con la Svizzera"
“Con lo sganciamento del franco svizzero dall'euro si aprono scenari allettanti per le pmi artigiane milanesi e brianzole che esportano verso il Paese elevetico, oltre a benefici effetti sulle attività commerciali frontaliere e sul turismo, in particolare in vista di Expo. Per non parlare degli investimenti in Italia: attesi quasi 20 miliardi di euro dalla Svizzera, un incremento di almeno il 20% per il 2015”. Il segretario generale dell'Unione Artigiani di Milano e di Monza e Brianza,
Marco Accornero, commenta molto positivamente i repentini mutamenti nei rapporti import-export Italia-Svizzera, scatenati ieri dalla mossa a sorpresa delle Banca centrale svizzera di eliminare il tetto al cambio con la moneta dell'eurozona, fissato a 1,20. “Dal punto di vista economico-commerciale – spiega Accornero -, l'Italia è il secondo partner della Confederazione Elvetica, che continua a rappresentare per tutte le esportazioni italiane il quarto mercato di sbocco a livello mondiale. La Svizzera era, e a maggior ragione da oggi sarà, di gran lunga il maggiore importatore e consumatore mondiale di prodotti italiani.” Secondo una analisi frutto dell'eleborazione di dati della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, nel 2014 l'Italia ha effettuato esportazioni per circa 15 miliardi di euro (circa 18 miliardi di franchi svizzeri, al cambio fisso di 1,20) contro importazioni di poco quasi 12 (circa 14 fr.ch.), con un saldo nettamente positivo di più di 3 miliardi di euro (4 miliardi di franchi). L'interscambio tra i due Paesi si concentra principalmente nel settore dei medicinali e preparati farmaceutici (25% l'export italiano del settore verso la Svizzera, rispetto al totale esportato), seguito da macchinari in generale (12,2%), prodotti agricoli (10,9%), metalli (10%), tessile e abbigliamento (7,4%), gioielleria (7,22%, con saldo import export praticamente alla pari a 1,56 milioni di euro, con esclusione dell'orologeria), veicoli (5,8%), arredamenti (3,8%). Importanti anche gli investimenti svizzeri in Italia. A fine 2013 è stata rilevata una presenza elvetica come principale investitore, con 20 miliardi di franchi svizzeri (16,6 miliardi di euro al cambio di 1,20), capaci dei generare oltre 75mila posti di lavoro, concentrati in gran parte in Lombardia. “Già l'interscambio italo-elvetico degli ultimi anni – spiega il segretario degli artigiani – aveva segnato nel 2013, per alcuni settori, punti di crescita importanti per le esportazioni italiane, in particolare per quelle produzioni tipiche milanesi e soprattutto brianzole legate al legno arredo (+12,4%) e al tessile (+3%). Con il tasso di cambio non più fisso e destinato a scendere a vantaggio delle esportazioni in euro, le attività produttive italiane, in modo particolare le piccole imprese artigiane che da tempo si rivolgono al vicino mercato elvetico come a uno dei principali sbocchi dell'export, non potranno che trarne benefici. Allo stesso modo, le tante attività commerciali e della grande distribuzione limitrofe ai confini, e quindi facilmente raggiungibili dagli svizzeri, saranno favorite. E diventano appetibili pure gli investimenti in Italia, nelle imprese. Su questo versante, ci attendiamo un incremento almeno pari al 20%, con quasi 30 miliardi di euro che potrebbero affluire nel nostro Paese.” “Un ultimo aspetto – rimarca Accornero -, riguarda il turismo. In vista di Expo 2015, la concorrenza della vicina Svizzera che offre pacchetti all-inclusive di soggiorno in territorio elvetico e visita all'Esposizione Universale si era fatta molto vivace. Con questa mutata situazione, il settore ricettivo milanese diventa molto più conveniente rispetto alle soluzioni oltre confine. Insomma lo scenario dei cambi euro-franco svizzero repentinamente cambiato nel giro di poche ore può rappresentare una ghiotta occasione di rilancio per l'economia milanese e brianzola. Certo non converrà più fare benzina in Svizzera, ma con il calo del prezzo del petrolio, alla fine anche su questo versante perderemo ben poco”.