Cfp Terragni, là dove il legno ritrova la sua anima e il suo splendore
Il viaggio nella Brianza meravigliosa di Fabrizio Delmati questa settimana fa tappa a Meda, al Cfp "Giuseppe Terragni", dove un sapiente restauro ci restituisce tesori che non conoscevamo o non eravamo più in grado di apprezzare. Il risultato, del fotografo e dei restauratori, è strepitoso
L'Italia è piena di tesori. Li vediamo fin da piccoli e, forse, non sempre crescendo ci rendiamo conto qual è l'immenso patrimonio culturale che ci accompagna nel corso della nostra esistenza. Ma c'è un solo centro in tutta Italia, forse nel mondo, dove i tesori in legno in stato di degrado tornano a nuova vita: è il Centro di formazione professionale "Giuseppe Terragni" di Meda.
Chiedetelo alla Soprintendenza, che di queste cose se ne intende, o andate a dare un'occhiata in giro per l'Italia a tutto ciò che era inaccessibile, avremmo detto "da buttare via", e che invece ora risplende.
L'artista ha creato le opere, anche secoli fa. I ragazzi del corso di "Tecnico del Restauro dei Beni culturali in legno", ai quali viene affidato ciò che ormai sembra perso, ci fanno rivivere quelle atmosfere. Nella Cappella del Doge a Venezia in piazza San Marco, al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, alla Villa Reale di Monza. O, ancora, recuperando dal mare o dal fango i tesori dispersi alle Cinque Terre flagellate dall'alluvione.
Per tutti sono gli "angeli", quelli che nella patria del mobile, hanno scelto sì la strada del legno, con una missione: restituire un'anima a ciò che capita sotto le loro mani affinché tutti, chissà, almeno una volta possiamo accorgerci del bello che ci circonda.
Chiedetelo alla Soprintendenza, che di queste cose se ne intende, o andate a dare un'occhiata in giro per l'Italia a tutto ciò che era inaccessibile, avremmo detto "da buttare via", e che invece ora risplende.
L'artista ha creato le opere, anche secoli fa. I ragazzi del corso di "Tecnico del Restauro dei Beni culturali in legno", ai quali viene affidato ciò che ormai sembra perso, ci fanno rivivere quelle atmosfere. Nella Cappella del Doge a Venezia in piazza San Marco, al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, alla Villa Reale di Monza. O, ancora, recuperando dal mare o dal fango i tesori dispersi alle Cinque Terre flagellate dall'alluvione.
Per tutti sono gli "angeli", quelli che nella patria del mobile, hanno scelto sì la strada del legno, con una missione: restituire un'anima a ciò che capita sotto le loro mani affinché tutti, chissà, almeno una volta possiamo accorgerci del bello che ci circonda.