Alluvione bis: la Brianza schiuma di rabbia

Città ferite ancora una volta. Sommerse dall'acqua nei loro punti più vitali e centrali. E, tutt'intorno, nelle strade esterne periferiche a grande scorrimento, un grande silenzio. Non è il consueto sabato brianzolo quello del 15 novembre. Il divertimento sarà per un'altra volta: ora c'è solo gente disperata e rabbiosa che si ritrova con la casa o con la sua attività commerciale ancora rovinata dall'acqua a distanza di soli quattro mesi dall'ultima volta. Abbiamo fatto un giro per tutti i Com...

Città ferite ancora una volta. Sommerse dall'acqua nei loro punti più vitali e centrali. E, tutt'intorno, nelle strade esterne periferiche a grande scorrimento, un grande silenzio. Non è il consueto sabato brianzolo quello del 15 novembre. Il divertimento sarà per un'altra volta: ora c'è solo gente disperata e rabbiosa che si ritrova con la casa o con la sua attività commerciale ancora rovinata dall'acqua a distanza di soli quattro mesi dall'ultima volta. Abbiamo fatto un giro per tutti i Comuni, ripercorrendo ciò che il Seveso (con i suoi affluenti) aveva già fatto prima di noi lasciando segni evidenti del suo passaggio. In molti casi segni ancora peggiori di quanti già erano già stati notati e subiti in occasione dell'esondazione dell'8 luglio. Una cosa ci ha colpito in particolare: la rabbia dei cittadini. Quattro mesi fa, colti alla sprovvista, dopo l'incredulità e la paura iniziale, erano stati animati soprattutto dalla voglia di tornare alla normalità. Stavolta l'alluvione bis è difficile da accettare: non solo perché significa che anche la Brianza è diventata territorio vulnerabile, ma anche perché tutti lamentano la mancanza di interventi da parte delle istituzioni per scongiurare questa eventualità. A Lentate, dove forse risiede il gruppo di persone più attivo sul fronte del controllo del fiume Seveso, ancora una volta è stata pesantemente colpita la zona di via Tintoretto. Subito si è sparsa la voce e, con questa, la catena di solidarietà. Sul territorio in azione i volontari della Croce Rossa, i Vigili del Fuoco. I residenti segnalano l'arrivo di una trentina di cittadini che hanno accettato di calarsi nel fango per dare una mano, rimuovere le lamiere che ostruivano il ponte e facevano salire il livello dell'acqua, spalare. Tra loro anche l'assessore Iolanda Negri e il consigliere comunale Massimiliano Costantin. A Barlassina disagio più limitato. Nonostante nel pomeriggio la situazione fosse ancora tranquilla, il sindaco Piermario Galli verso le 17.30 ha disposto l'evacuazione dell'Albatros, la casa alloggio dei ragazzi disabili: nell'eventualità di una inondazione, vista la presenza di qualche persona con difficoltà motorie, sarebbe stato un disastro. Sono stati trasferiti alla vicina Oasi 2 con brandine portate dai volontari della Croce Rossa. L'acqua, tuttavia, è debordata soltanto dopo le 20 allagando la zona del ponte di via Marconi. Chiusa la strada, così come le rampe di accesso e di uscita della superstrada Milano-Meda. Situazione tornata alla normalità dopo mezzanotte. A Meda l'immagine del disastro. Centro storico -  compresa la piazza del municipio - davvero invaso dall'acqua del Tarò con i problemi maggiori riscontrati in via Luigi Rho dove il livello in strada si è alzato paurosamente. Sul posto, a dar man forte ai volontari della Protezione civile e ai Vigili del fuoco, anche gli uomini della Protezione civile di Seregno. C'era forte preoccupazione per le conseguenze che l'esondazione potesse avere sulla casa di riposo, ma non ci risulta che l'acqua sia entrata all'interno dell'edificio. Almeno gli anziani hanno potuto dormire sonni tranquilli. In strada, invece, la situazione surreale era ulteriormente appesantita dalla rabbia dei cittadini. A Seveso già nel pomeriggio la Polizia locale si era attrezzata per la chiusura delle strade. Il livello del fiume che continuava a salire era costantemente monitorato. Purtroppo, a parte questo, non si è potuto fare granché per evitare che il Certesa ancora una volta decidesse di invadere il territorio in prossimità della Caserma dei Carabinieri. Quello il punto più critico, senza grossi disagi tuttavia alla circolazione in corso Isonzo. Certesa esondato anche sulla via vignazzola ma lì, forse anche a causa della pendenza della strada, soltanto una grossa pozzanghera sebbene non segnalata. Ma il personale di soccorso, tuttavia, era impegnato in altre situazioni di maggiore disagio. A Cesano Maderno un film già visto. Fiume Comasinella che esonda alla Snia e si riversa sulla Nazionale dei Giovi creando disagi alla circolazione e invadendo le abitazioni. Questo già a partire dal pomeriggio, con cittadini arrabbiati perché a loro modo di vedere il problema non è stato affrontato in modo adeguato dalle istituzioni. Qui, però, ci corre l'obbligo di segnalare un bell'esempio di altruismo: è dato dal gruppo di Facebook "Sei di Cesano Maderno se..." che, attraverso Simone Toninato si mette al servizio del territorio riuscendo a reclutare una trentina di volontari. A Bovisio Masciago l'alluvione bis è stata ancora devastante. L'amministrazione comunale nel pomeriggio aveva chiesto ai cittadini di non uscire dalle abitazioni. Il fiume, anche stavolta, è esondato in piazza Mozart che diventa pertanto a tutti gli effetti il punto più critico del paese. I sacchi di sabbia che il Comune aveva sistemato durante l'estate a protezione del condominio, non sono serviti a nulla. L'acqua si è riversata negli scantinati ma, almeno stavolta, i cittadini già preparati avevano badato a lasciare liberi i garage. L'acqua, a causa della pendenza, si è poi diretta verso la Monza-Saronno ancora allagata. Su Facebook c'è chi racconta di essere passato dalla rotatoria della bindella con acqua a metà portiera dell'auto. A Varedo tanto spavento, via Sant'Aquilino allagata, ma pochi disagi rispetto agli altri Comuni: l'esondazione di Bovisio Masciago, probabilmente, si rivela sempre provvidenziale per 'salvare' l'abitato della città da guai ben peggiori. [gallery ids="20959,20957,20958"]