Arrestati i ladri acrobati: avevano sede nel pieno centro di Cesano Maderno
CESANO MADERNO - Un banale inseguimento per il tentativo di furto di lamette da barba al supermercato ha permesso ai Carabinieri di fare irruzione in una casa nel centro cittadino: non era altro che un deposito di merce rubata dai "ladri acrobati" che si calavano dal tetto per rubare materiale elettronico e capi di abbigliamento dai centri commerciali.
Nella loro abitazione nascondevano ancora 132 personal computer, 704 capi di abbigliamento, borse, cinture, portafogli e scarpe, nonché un centinaio di capi di vestiario griffati: cinque ladri acrobati sono stati scovati dai Carabinieri della Tenenza di Cesano Maderno. Tre di loro sono finiti alla casa circondariale di Monza, due minorenni sono stati invece denunciati a piede libero con l'accusa di ricettazione.
La brillante operazione è avvenuta nella serata di venerdì quando i militari sono intervenuti in un supermercato per un episodio banale: il tentato furto di lamette da barba da parte di tre clienti. Questi, per evitare il controllo, alla vista dei Carabinieri, si sono affrettati a pagare la merce, ma uno non ha retto alla tensione del momento ed ha tentato la fuga. E’ stato prontamente inseguito, sino a quando, ritenendo di essere riuscito a seminare gli uomini dell’Arma, è entrato in un'abitazione del centro città. Aveva fatto male i suoi conti: i militari, ancora alle sue calcagna, hanno fatto irruzione trovandolo in compagnia di altri due complici.
La sorpresa maggiore, però, è arrivata con la perquisizione domiciliare: l'abitazione era un vero e proprio deposito di merce rubata. In cantina sono stati scoperti attrezzi da scasso del genere più disparato, un kit di funi e moschettoni da arrampicata, utilizzato dai malviventi per penetrare nelle fabbriche calandosi agilmente dai tetti, nonché dispostivi costituiti da chiodi metallici saldati tra loro, utilizzati per bucare le gomme delle auto in caso di inseguimento, noti nel gergo della malavita come “chiodi a zampa di corvo”.
Tra la refurtiva rinvenuta, oltre 132 personal computer, rubati lo scorso 17 febbraio a Forlì, 704 capi di abbigliamento, borse, cinture, portafogli e scarpe, asportati il 23 febbraio scorso a Limena (PD), nonché 93 capi di vestiario di varie importanti marche.
La brillante operazione è avvenuta nella serata di venerdì quando i militari sono intervenuti in un supermercato per un episodio banale: il tentato furto di lamette da barba da parte di tre clienti. Questi, per evitare il controllo, alla vista dei Carabinieri, si sono affrettati a pagare la merce, ma uno non ha retto alla tensione del momento ed ha tentato la fuga. E’ stato prontamente inseguito, sino a quando, ritenendo di essere riuscito a seminare gli uomini dell’Arma, è entrato in un'abitazione del centro città. Aveva fatto male i suoi conti: i militari, ancora alle sue calcagna, hanno fatto irruzione trovandolo in compagnia di altri due complici.
La sorpresa maggiore, però, è arrivata con la perquisizione domiciliare: l'abitazione era un vero e proprio deposito di merce rubata. In cantina sono stati scoperti attrezzi da scasso del genere più disparato, un kit di funi e moschettoni da arrampicata, utilizzato dai malviventi per penetrare nelle fabbriche calandosi agilmente dai tetti, nonché dispostivi costituiti da chiodi metallici saldati tra loro, utilizzati per bucare le gomme delle auto in caso di inseguimento, noti nel gergo della malavita come “chiodi a zampa di corvo”.
Tra la refurtiva rinvenuta, oltre 132 personal computer, rubati lo scorso 17 febbraio a Forlì, 704 capi di abbigliamento, borse, cinture, portafogli e scarpe, asportati il 23 febbraio scorso a Limena (PD), nonché 93 capi di vestiario di varie importanti marche.
La “gang” dei malviventi si compone di due moldavi di 25 e 26 anni, di un rumeno di 30 anni e di due minorenni moldavi, rispettivamente di 16 e 17 anni. I maggiorenni sono stati accompagnati alla casa circondariale di Monza, mentre i due giovanissimi ladri sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Milano.
Indagini in corso, ora, per vedere se la banda può aver commesso altri colpi oltre a quelli già accertati.
Indagini in corso, ora, per vedere se la banda può aver commesso altri colpi oltre a quelli già accertati.