Falso profilo su Facebook per attirare le ragazze, poi la minaccia: il rapporto sessuale o la divulgazione delle foto hot

CESANO MADERNO - Un albanese di 40 anni, spacciandosi per tale Emanuele di 17 anni con fisico statuario, è riuscito a costringere alcune ragazze al rapporto sessuale: dopo avere ottenuto foto hot, o averne modificate alcune di suo, scattava la minaccia

Con una falsa identità adescava le minorenni su Facebook. Poi, una volta entrato in confidenza con loro e dopo avere ottenuto materiale compromettente, le costringeva ad avere rapporti sessuali minacciandole di divulgare quanto era in suo possesso.

Nei guai un albanese di 40 anni irregolare sul territorio italiano, con dimora a Peschiera Borromeo. Questo non mondo reale. Perché su Facebook era per tutte Emanuele, diciassettenne con fisico statuario, modi gentili, e grande latin lover. Con quel modo di fare c'è chi non ha dubitato della sua identità e delle sue intenzioni, facendogli avere qualche scatto un po' hot. Da lì, secondo gli inquirenti, iniziava poi il dramma della minaccia e del rapporto sessuale forzato.

Il suo trucco era già stato scoperto mesi fa. Nel marzo 2016 l'extracomunitario era stato arrestato dopo che una ragazzina di Solaro, sotto pressione e in lacrime, aveva confessato tutto ai genitori che si erano rivolti subito ai Carabinieri. L'albanese era stato arrestato per violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico.

In questi mesi, però, i Carabinieri della Compagnia di Desio sono riusciti a estendere le indagini arrivando ad accertare l'esistenza di altri tre casi. Uno riguarda una ragazza di Cesano Maderno, ora maggiorenne ma aveva 17 anni quando lui, in un paio di occasioni, l'ha costretta ad avere rapporti sessuali. Un altro caso riguarda una ventunenne di Milano, pare che tra i due ci sia stato un solo rapporto sessuale. E poi, addirittura, una ragazza di 17 anni residente in provincia di Napoli, che in almeno tre occasioni ha dovuto accettare il rapporto sessuale con l'albanese.

Il lungo lavoro d'indagini ha permesso di accertare che l'extracomunitario era in possesso di numerose fotografie o video di ragazze nude. In alcuni casi anche prese dai profili Facebook delle ragazze e successivamente modificate ad arte con fotomontaggi per ricavarne immagini "spinte" con cui minacciare le sue vittime. O il rapporto sessuale o l'invio delle foto ai genitori, agli amici, ai compagni di scuola.


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