Fulvio Bracco, uno dei grandi imprenditori italiani del dopoguerra

CESANO MADERNO - Ha fondato un'azienda, l'ha trasformata in un colosso che ora è conosciuto in tutto il mondo. Fulvio Bracco, da sabato, proprio vicino allo stabilimento, ha una strada che porta il suo nome

Nella giornata di sabato l'amministrazione comunale di Cesano Maderno ha voluto intitolare una strada a Fulvio Bracco. Uno degli industriali che hanno contribuito a rendere grande la città a cui è sempre rimasto legato. Ecco un ritratto dell'uomo che ha costruito un impero ma è sempre stato vicino alla gente.

Pioniere, capitano d’industria, Fulvio Bracco (1909-2007) è stato uno dei grandi imprenditori italiani del dopo guerra. Nato su una piccolissima isola dell’Istria, dopo il trasferimento a Milano Fulvio Bracco si iscrive all’Università a Pavia. Negli anni di studio va a fare pratica in Germania negli istituti di ricerca della Merck. Alla Merck fa anche l’operaio, per capire come funziona la produzione e tornare in Italia con un bagaglio di informazioni, di esperienze e di abilità manuali tali da poter insegnare qualcosa agli altri e anche a suo padre.

Dopo la laurea nel 1933, Bracco viene assunto nella ditta di famiglia, in forte espansione. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale coincide con anni molto duri per Bracco. Durante la guerra la mancanza di approvvigionamenti impedisce la produzione ma la direzione aziendale riesce a garantire il salario alle famiglie dei dipendenti chiamati alle armi. Alla fine del conflitto la produzione è ferma. La riorganizzazione, il rilancio e l'espansione dell’azienda saranno il capolavoro di Fulvio Bracco. "I tempi più duri della mia vita" - ricorda Bracco nel libro memorie dell’imprenditore Fulvio Bracco - sono stati gli anni della ricostruzione, nell'immediato dopoguerra. Era necessario partire da zero e non si capiva bene a chi ci si doveva rivolgere: mancava un punto di riferimento. Pareva si fosse perso l'orientamento, poi però ho trovato una bussola e sono partito sulla strada giusta".

All'inizio del dopoguerra i contatti con la Merck sono interrotti anche per la difficoltà in cui si dibatte la Germania. Urge quindi procurarsi materie prime e completare la trasformazione della società da commerciale a industriale, cominciando a produrre direttamente i principi attivi. Nel 1949 si dà il via al nuovo stabilimento di produzione a Lambrate su una superficie di 50 mila metri quadrati. I lavori proseguono a pieno ritmo e man mano che gli edifici vengono ultimati sono subito utilizzati.

Nonostante il contrasto col padre Elio, Fulvio conserva una memoria molto positiva di quegli anni eroici: "Ricordo di quel periodo il momento più bello. Era la primavera del 1951 e mi consegnarono il primo chilogrammo di Diazil, un sulfamidico, finalmente prodotto direttamente nel nostro stabilimento. Devo dire che mi commossi non poco".

Negli anni Sessanta Fulvio Bracco punta tutto sulla ricerca. "La ricerca – scrive Bracco - è il campo che più mi ha attratto e stimolato. Ero un imprenditore innamorato della ricerca perché ritenevo che la ricerca porta senz’altro un vantaggio all’azienda e ai malati. Questo convincimento ha motivato le mie scelte di politica aziendale: dalla realizzazione del Centro Ricerche di Milano, alla decisione di puntare, guidati dal Professor Ernst Felder, sui mezzi di contrasto. E’ stato un impegno di studio e di ricerca di anni e anni. I miei collaboratori sui mezzi di contrasto hanno lavorato davvero una vita. Più di trent’anni di ricerca per arrivare a Iopamidolo introdotto nel 1981".

M.Mo.


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