Istituto Majorana: a lezione di prevenzione con il "Progetto Martina" e il Lions Club
CESANO MADERNO - Il "Progetto Martina" entra in classe: domani, mercoledì 24 febbraio, grazie all'iniziativa del Lions club si parla di prevenzione all'istituto Majorana. Perché Perché la maggior parte dei tumori si manifesta in età media o avanzata, ma incomincia il percorso nell'organismo già in età giovanile.
"Due ore di lezione per classe per parlare del cancro. In modo diretto, com'è giusto che sia, ma senza spaventare: piuttosto per colpire, per risvegliare l'attenzione nei giovani nei confronti di un problema per loro oggi lontano, ma che potrebbe già da subito incominciare a creare le premesse per una sua insorgenza futura, favorito spesso da uno stile di vita scorretto".
E' con queste parole che Fabio Rossi, medico, responsabile del Progetto Martina per il locale Lions Club Cesano Maderno Borromeo, spiega il perché della sua mission che per il 2016 inizierà domani, mercoledì 24 febbraio, quando varcherà i cancelli del Majorana per rivolgersi agli studenti. Saranno quelli delle classi III e IV che, nelle tre date previste tra fine febbraio e inizio marzo, si confronteranno con un tema che porterà forse molti di loro a modificare alcuni comportamenti, per imparare a combattere una delle battaglie più importanti della vita.
Quello dei Lions è un progetto nazionale, cui Rossi collabora gratuitamente già da anni (e prima di lui vi collaborò Alfredo Anzani), che propone una serie di incontri conoscitivi e formativi sui tumori rivolti ai giovani degli Istituti di Istruzione Superiore cesanesi, da quest'anno allargati anche all'Istituto don Milani di Seveso e Meda.
Martina era una giovane donna colpita da tumore al seno. Non è importante conoscerne il cognome e nemmeno la provenienza. Quello che conta è il suo desiderio, espresso con insistenza, "che i giovani venissero informati ed educati ad avere maggior cura della propria salute".
Un desiderio raccolto dai Lions tramite un gruppo di medici, alcuni dei quali soci, che hanno avviato dal 1999 un progetto su scala nazionale per la diffusione della conoscenza della malattia nei confronti dei giovani, solitamente lontani sia fisicamente che mentalmente da questo tipo di patologia. Da qui il nome di "lezioni contro il silenzio".
Perché parlare ai giovani dei tumori? E' necessario parlarne perché alcuni tumori colpiscono anche i giovani, che quindi non possono ignorare questa eventualità. Perché la maggior parte dei tumori si manifesta in età media o avanzata, ma incomincia il percorso nell'organismo già in età giovanile. Perciò è proprio ai giovani che bisogna far sapere "cosa fare e cosa non fare", quanto a stile di vita, e "quando incominciare a fare".
Pochi sanno che l'80% circa dei tumori è causato da fattori ambientali e comportamenti scorretti, molti dei quali tenuti per ignoranza - nel senso di "non conoscenza" -. Comportamenti che possono essere modificati semplicemente cambiando le proprie abitudini, sin da giovani. Pochissimi hanno capito che per prevenire alcuni tipi di tumore si richiede un impegno da parte di ciascuno quando si è in stato di salute, e non solo quando se ne avvertono i sintomi. Tutti parlano di prevenzione, ma moltissimi sono poi convinti che il tumore è un evento "che capita". Non è così; nella maggior parte dei casi può non essere così.
La battaglia contro i tumori, oltre che con la diagnostica precoce e con la cura, non si vince col proibizionismo, col terrorismo psicologico o con gli slogan: piuttosto invece prima di tutto con la conoscenza e la cultura, una cultura della salute. E la scuola è per antonomasia la culla della cultura.
"Il nostro obbiettivo come amministrazione comunale - ha infatti commentato l'assessore all'Istruzione, Formazione e Sport Salvatore Ferro, lui stesso impegnato nel progetto - è quello di tendere alla formazione e alla crescita culturale e di costume della scuola cesanese nel senso più ampio. Appoggiamo quindi l'iniziativa annualmente proposta dal Lions Club Cesano Maderno Borromeo perché ne condividiamo appieno il fine e l'approccio metodologico, considerando il Progetto Martina come il primo passo, fondamentale, per una maggior conoscenza dell'importanza della prevenzione che, dalla scuola, arrivi ad allargarsi via via all'intera cittadinanza".