Storico: un ritratto di Bartolomeo III Arese del XVII secolo esposto a Palazzo

CESANO MADERNO - Già Palazzo Arese Borromeo è uno spettacolo imperdibile, meta di numerose visite. Ma oggi, dalle 11, si arricchisce del ritratto di Bartolomeo III Arese, attribuito a Carlo Francesco Nuvolone e trovato da un concittadino da un antiquario di Parma: lo ha acquistato per metterlo a disposizione della città

Nell'ambito di Ville Aperte in Brianza, nella sala dei Fasti Romani al piano nobile di palazzo Arese Borromeo, un fatto storico: oggi, domenica 18, ale 11 viene presentato alla città il dipinto seicentesco - attribuito a Carlo Francesco Nuvolone - che ritrae Bartolomeo III Arese.

La tela, di grande fascino, è stata recentemente scoperta ed acquistata da un appassionato e amante di Palazzo Arese Borromeo e, dopo un accurato restauro curato da Carlotta Beccaria (che ha effettuato recuperi di opere di altissimo livello, anche per casa Borromeo), è stata messa a disposizione della città di Cesano Maderno e quindi esposta a Palazzo Arese Borromeo perché tutti possano conoscerla e apprezzarla.

L'analisi condotta in fase di restauro e recenti studi attribuirebbero la tela a Carlo Francesco Nuvolone. Il ritratto potrebbe essere 'il prototipo' eseguito proprio davanti a Bartolomeo Arese, da cui sarebbero poi state fatte copie per soddisfare esigenze rappresentative dello stesso Presidente Arese. La datazione del quadro, che sembra collocarlo prima della metà degli anni cinquanta del XVII secolo, confermerebbe questa ipotesi.

Carlo Francesco Nuvolone - (Milano 1609 circa - ivi 1661), figlio di Panfilo, anch'egli pittore attivo prevalentemente a Milano, autore degli affreschi in Sant'Angelo (1610) e di eleganti nature morte. Carlo Francesco risentì l'influsso del Cerano e di G. C. Procaccini, poi di G. Reni e di B. E. Murillo, e fu noto anche come ritrattista (Autoritratto con famiglia, Milano, Brera). Notevoli gli affreschi con la Nascita e l'Infanzia di Cristo (1650-52, terza e quarta cappella del Sacro Monte di Varese) e La morte di Didone (Dresda, Gemäldegalerie). Furono pittori anche il fratello Giuseppe (Milano 1619 - ivi 1703 circa), noto per il Miracolo di s. Domenico (1671, Cremona, Museo Civico) e il figlio di lui Carlo (operoso nella seconda metà del Seicento), che ne continuarono la piacevole maniera.

Un ringraziamento particolare è stato espresso dal sindaco Pietro Luigi Ponti, a nome della città, al concittadino che con grande generosità ha permesso di conoscere, apprezzare e godere di quest'opera: un capolavoro che costituirà un motivo in più per visitare Palazzo Arese Borromeo.


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