Desio, Meda, Varedo e Muggiò: le Case dell'acqua chiudono per vandalismi

Brianzacque ha deciso di chiudere al pubblico cinque delle undici case dell'acqua, in attesa di ripararle dai vandalismi e di discutere con i sindaci quali misure adottare per evitare che questi fenomeni si ripetano. Amareggiato l'amministratore delegato Enrico Boerci.

Cinque casette dell’acqua temporaneamente “fuori servizio” a causa del continuo ripetersi di furti e atti vandalici. La decisione è stata assunta, domenica, dai vertici di BrianzAcque, la public utility dell’idrico brianzolo che sul territorio gestisce 11 chioschi, a cui presto se ne aggiungeranno altri sedici.

La sospensione del servizio riguarda le postazioni “self service” di Desio, Meda, Varedo oltre alle due di Muggiò che, dalla mattinata di domenica, hanno cessato la consueta  erogazione  di acqua a  nelle versioni liscia e gassata.

Usa parole piene d’amarezza Enrico Boerci, amministratore delegato di BrianzAcque:  “Siamo dispiaciuti e ci scusiamo con i cittadini che quotidianamente dimostrano di apprezzare questo servizio, ma ciò che è accaduto è tanto grave, quanto assolutamente intollerabile. La soluzione di chiudere è dettata dalla necessità di eseguire gli  interventi di ripristino e di prospettare ai sindaci soluzioni che, per il futuro,  ci mettano al riparo da questo genere di razzie”.

Come spiega un avviso affisso su ogni casetta, il provvedimento è scattato in  seguito al sistematico perpetrarsi di blitz ladreschi che, oltre al danneggiamento della serratura delle strutture, al taglio dei sacchetti porta spiccioli e al furto delle monetine, quasi sempre si concludono con la rottura delle strumentazioni impiantistiche interne con conseguente blocco dell’erogazione dell’acqua.

Ogni intervento di riparazione e di rimessa in moto degli impianti idraulici, costa mediamente 200 Euro.  

Sugli episodi stanno indagando i carabinieri. La scorsa estate, nel mese di giugno, la “fonte” di viale Rebuzzini, a Varedo, è stata presa di mira per ben quattro volte nel giro di una settimana. E i raid sono ripresi, secondo un copione che è più o meno lo stesso. Incuranti della telecamera di sorveglianza posta a presidio di ogni chiosco, nel corso della notte,  gli ignoti incursori, dopo aver manomesso la serratura d’ingresso, recidono il sacchetto che contiene gli incassi giornalieri, asportano i soldi, mandando in tilt anche gli impianti che garantiscono la distribuzione dell’acqua.

“Mi auguro - conclude Boerci - che anche sulla base dei filmati delle apparecchiature di videosorveglianza fornite da BrianzAcque, gli inquirenti  riescano a risalire quanto prima  agli autori di vandalismi che ogni volta che entrano  in azione causano una ferita e un  danno al  patrimonio pubblico”.